Mutare, Zimbabwe |
Mantenere o abolire la pena di morte? Tra i paesi in cui il dibattito è aperto c’è anche lo Zimbabwe e nella discussione non hanno esitato a intervenire, negli ultimi giorni, nomi di primo piano dell’amministrazione statale e del governo di Harare.
L’ultimo a dichiararsi favorevole alla pena capitale è stato il procuratore generale dello Stato, Johannes Tomana, che durante una conferenza ha detto di credere ancora nella formula ‘occhio per occhio’. “Se spargi il sangue di qualcuno, meriti di essere ucciso”, ha affermato sena tentennamenti. Una visione che non contraddice la legge attuale del paese, ma che si pone in contrasto con quanto affermato di recente dal ministro della Giustizia, Emmerson Mnangagwa, considerato uno dei più stretti collaboratori del presidente Mugabe e uno dei pretendenti alla sua successione.
“Nonostante alcuni credano che la pena di morte possa fare da deterrente per alcuni crimini, io sono dell’opinione che non si possa togliere deliberatamente la vita a qualcuno”, aveva dichiarato Mnangagwa il 10 ottobre, in occasione della giornata mondiale contro la pena di morte.
La Costituzione dello Zimbabwe in vigore dal 2013 rende più difficile il ricorso alla pena capitale, che può (non obbligatoriamente) essere applicata solo a casi di omicidio volontario aggravato, commesso da una persona che abbia più di 21 e meno di 70 anni. Attualmente i prigionieri nel braccio della morte sono 97, secondo dati ufficiali, ma non vengono eseguite condanne dal 2003.
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