mercoledì 26 novembre 2014

Pisa è città per la vita: la lotta di SueZann per non far uccidere l'assassino del padre

Mercoledì 26 novembre toccherà la città della Torre la campagna internazionale 'Cities for Life' che porterà la testimonianza di una donna che ha lottato per commutare in ergastolo la pena di morte per l'assassino di suo padre.

L’incontro con SueZan Bosler si terrà domani, 26 novembre, dalle ore 10.30 alle ore 12.30 presso il cinema teatro Odeon. Ad accoglierla anche Ranieri Del Torto, presidente del Consiglio Comunale di Pisa e Marilù Chiofalo, assessora alla Città dei valori e della Memoria .
Alle ore 13 verrà issata sul Ponte di Mezzo la bandiera della campagna mondiale contro la Pena di Morte.

Passa nuovamente da Pisa la campagna internazionale contro la pena di morte 'Cities for Life' promossa dalla Comunità di Sant'Egidio. Come lo scorso anno sarà una testimone a raccontare ai ragazzi delle scuole cittadine le esperienze dei condannati a morte e dei loro parenti: si tratta di SueZann Bosler, fondatrice di Journey of Hope, associazione di parenti delle vittime contro la pena capitale.

Particolare la storia di questa donna che il 22 dicembre 1986 fu aggredita insieme al padre il Rev. Billy Bosler nella canonica della chiesa da uno sconosciuto. Il padre di SueZann fu colpito 24 volte, lei invece, nel tentativo di soccorrere il padre, venne pugnalata alla schiena e alla testa e poi lasciata a terra. Si è salvata perchè fu data per morta. Mentre giaceva sul pavimento, sentì l'assassino saccheggiare la casa e il padre emettere l'ultimo respiro. Billy Bosler era sempre stato contrario alla pena capitale; una sera, durante una discussione con la figlia a riguardo disse: “Se anche mi dovesse capitare di essere ucciso, non vorrei che il mio assassino fosse messo a morte”.

Nel nome di suo padre SueZann chiese ai giurati di risparmiare la vita dell'assassino James Bernard Campbell e per questo si è impegnata, per più di 12 anni, durante il lungo processo sull'omicidio. Le sue posizioni, anche processuali, di opposizione totale alla pena capitale, provocarono un contrasto aperto con i Procuratori e i Giudici della Florida, che arrivarono a minacciarla di incriminazione per oltraggio alla corte se avesse ancora insistito con i giurati che stavano considerando il destino di Campbell.
Il 13 giugno 1996 i suoi sforzi sono stati coronati dal successo e la sentenza è stata commutata in ergastolo. Nel 1997 ha fondato con altre persone familiari delle vittime, l'associazione 'Journey of Hope', attiva contro la pena capitale e per la sua commutazione in ergastolo senza condizionale. Oggi viaggia per il mondo per parlare della propria esperienza, insieme a quella di altri amici che, come lei, hanno trovato pace cominciando da sé, con il perdono.

Negli ultimi trenta anni, la maggior parte dei paesi del mondo, soprattutto in Europa, ma anche in America Latina e sempre più in Africa, hanno iniziato ad abolire o quantomeno a non eseguire le condanne a morte. In tante parti del mondo poi, la pena di morte viene sempre più avvertita come una violazione della sacralità della vita e della dignità umana, che impoverisce e non difende le società che la applicano. 
Un importante passaggio di questa presa di coscienza a livello mondiale è rappresentato dall’istituzione della Giornata Internazionale delle 'Città per la vita – città contro la pena di morte', proposta dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Lega Mondiale per l’abolizione della Pena di Morte; ne sono protagoniste le città del mondo impegnate nel richiedere la Moratoria della pena capitale che, con un gesto fortemente simbolico, scelgono di illuminare un monumento significativo, proprio nel giorno in cui si ricorda la prima abolizione nel mondo, il 30 novembre del 1786, da parte del Granducato di Toscana.

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