sabato 23 luglio 2016

Una "task force" per la moratoria universale della pena di morte

Una task force formata dalle organizzazioni della società civile che fin dalla sua costituzione nel 2014 si impegna per la moratoria universale della pena di morte.

Lo ha ricordato giovedì scorso il Sottosegretario Della Vedova riaffermando l'importanza della proficua sinergia tra le associazioni e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Riparte dunque l'impegno con un incontro cui hanno partecipato la sezione italiana di Amnesty International, la Comunità di Sant’Egidio e l’Ong “Nessuno Tocchi Caino”. 

L’Italia infatti continua a portare avanti, con immutato e convinto impegno, l’azione per la moratoria universale della pena di morte, ha detto il Sottosegretario Sen. Della Vedova che ha presieduto oggi alla Farnesina la riunione della “task force” MAECI-società civile per coordinare l’azione italiana in vista della votazione su una nuova risoluzione Onu il prossimo autunno. 

Durante l’incontro si è discusso delle iniziative organizzate dalla Farnesina e dalle Ong per sensibilizzare i governi e le opinioni pubbliche sul tema della moratoria universale e si è lavorato alla preparazione del terreno per le votazioni sulla nuova risoluzione.

Lo scambio di informazioni, le sinergie sulle iniziative di sensibilizzazione e i canali di dialogo con i Paesi terzi sono importantissimi per rafforzare il consenso sulla risoluzione. Il voto sulla risoluzione per la moratoria e’ in agenda dell’Assemblea Generale ogni due anni. Nel 2014 ha ottenuto un record di 117 voti. 


mercoledì 6 luglio 2016

Il ministro della Giustizia della Guinea ringrazia Sant'Egidio per il sostegno nel processo abolizionista

Il ministro Cheik Sako in visita al Quirinale

Sant’Egidio: 

passo avanti verso l’abolizione in Guinea-Conakry.Il ministro della Giustizia Cheik Sako ringrazia la Comunità per aver sostenuto e facilitato il processo in atto nel Paese africano




Il parlamento della Guinea-Conakry ha approvato ieri una riforma del codice penale, che apre la strada alla piena abolizione della pena di morte dall’ordinamento giudiziario. Secondo quanto dichiarato dal ministro della Giustizia Cheik Sako a “Radio France Internationale”, la Repubblica di Guinea, che non esegue più condanne a morte dal 2002, passa da “una moratoria di fatto a una moratoria di diritto”.  

“Abbiamo compiuto un importante passo in avanti verso la definitiva cancellazione della pena capitale”, ha detto al telefono il ministro della giustizia della Guinea-Conakry a Mauro Garofalo, responsabile delle relazioni esterne della Comunità di Sant’Egidio.  
Per il ministro Sako, assiduo frequentatore dei convegni dei ministri della giustizia organizzati da Sant’Egidio per facilitare il processo di abolizione in diversi Paesi africani e asiatici, “l’ampio consenso parlamentare raggiunto dalla proposta di revisione del codice penale è stato raggiunto grazie a un processo di maturazione, che ha avuto nei congressi di Sant’Egidio un notevole incentivo, e rappresenta un dato incoraggiante per chi, come le autorità guineane, ha intrapreso con convinzione questo cammino”.

da  http://www.lastampa.it/2016

martedì 5 luglio 2016

In Guinea-Conakry il primo passo per arrivare all'abolizione della pena di morte, via dal codice penale!

Il parlamento della Guinea

L'abolizione della pena capitale era stata indicata come possibile dal Ministro della Giustizia Cheik Sako nel corso del Convegno promosso a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio lo scorso febbraio.

E' il primo passo per passare dalla moratoria de facto alla moratoria de jure. L'abolizione sarà la tappa successiva, ha detto il ministro.

Il ministro della giustizia Cheik Sako

Il parlamento della Guinea ha adottato un nuovo codice penale e codice di procedura penale per affrontare diversi progetti di legge in corso di esame che pongono al centro la questione dei diritti umani e del miglioramento delle condizioni di detenzione.

Il Congresso dei ministri della giustizia a Roma

Con l'adozione del nuovo codice penale e del codice di procedura penale, i deputati hanno di fatto abolito la pena di morte per omissione. I tempi giudiziari dovrebbe essere ridotti attraverso l'eliminazione della Corte d'Assise. 

La Guinea ha partecipato ai Congressi dei ministri della giustizia promossi dalla Comunità da Sant'Egidio fin dal 2005. Promotore dei progetti è proprio il ministro della Giustizia Cheik Sako, che aveva preso parte al Congresso di Sant'Egidio a Roma lo scorso febbraio e che aveva indicato l'abolizione della pena capitale come possibile in tempi brevi.  

Sako ha dichiarato: "Per quanto riguarda la pena di morte, ci stiamo muovendo da una moratoria de facto in una moratoria de jure. L'abolizione verrà più tardi, se il paese vuole. Poi ci sono una serie di innovazioni: le Corti d'assise sono state abolite, questo semplificherà le procedure e risolverà i ritardi nel sistema di giustizia penale del nostro paese. 

http://www.rfi.fr/afrique/

lunedì 4 luglio 2016

Appello per la salvezza di quattro giovani condannati a morte in Bielorussia

Sergei Ostrikov


Nel braccio della morte della Bielorussia oggi ci sono quattro persone: Ivan Kulish, Gennady Yakovitsky, Sergei Chmielewski e Sergey Ostrikov. 

Le loro vite sono in pericolo! 



La Comunità di Sant'Egidio ha lanciato un appello per chiedere la salvezza di questi quattro giovani. E' possibile inviare l'appello all'attenzione del Presidente della Repubblica Aleksandr  Lukasenko attraverso questo link: 

http://nodeathpenalty.santegidio.org

Ivan Kulish

                         Sergei Chmielewski

Con questo appello chiediamo la commutazione della pena per i quattro giovani condannati a morte.

Se non riuscite a far partire l'appello ad inviare la mail anche manualmente a: contact@president.gov.by 
Oppure al numero di Fax - (017) 226 06 10


La Bielorussia resta ormai l'unico stato mantenitore in Europa.  

Nutriamo la fiducia in una decisione abolizionista, ma nell'attesa che ciò avvenga ci appelliamo perché la vita venga risparmiata. 

Sergei Chmielewski

                                    

Ci uniamo così alla campagna condotta  dai coraggiosi attivisti dell'Associazione bielorussa Viasna, con il lavoro di Andrej Paluda e all'impegno di Tamara Chikunova dell'Associazione uzbeka "Madri contro la pena di morte".





Tamara Chikunova
Andrej Paluda


sabato 2 luglio 2016

Cities for life, per continuare nella via dell'abolizione #AbolitionNow


Mario Marazziti  presenta l'iniziativa delle "Città per la Vita" nel corso della sessione finale del Congresso Mondiale contro la Pena di Morte e invita tutte le associazioni a prendere parte alla campagna "No Justice Without Life"

guarda il video



CITIES FOR LIFE CITIES AGAINST THE DEATH PENALTY

Mario Marazziti

VI Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte ad Oslo 

Intervento alla Cerimonia finale

Sala del premio Nobel per la Pace, 23 giugno 2016

Signora Sindaco, sostenitori, amici combattenti per la Pace, per la Giustizia e per i Diritti Umani. Raphaèl, Antonio, tutti voi che avete lavorato per la realizzazione di questo congresso.In questa sala  così “speciale”, dobbiamo prendere una solenne decisione: dobbiamo andare avanti. Abolizione. Adesso!  In ogni caso presto! Non è una questione di “se”, ma solo di “quando”. Ma dobbiamo anche dire: come?Intervengo come presidente della Commissione Affari sociali del Parlamento italiano, ma anche a nome della Comunità di Sant’Egidio e del movimento delle Città per la Vita. Forse conoscete la  Comunità di Sant’Egidio come protagonista di processi di pacificazione, e voglio ricordare, in questa sede, che questo lavoro per la pace ha coinvolto paesi come il Mozambico, la Costa d’Avorio, la Guinea Conakry, il Niger, la Casamance e, recentemente, la Repubblica Centrafricana, e stiamo cercando di sbloccare l’Europa per i migranti e creare dei “corridoi umanitari”.Abbiamo bisogno di combattere la cultura di morte che Boko Haram - Daesh - sta cercando di diffondere nel mondo, e questo è ciò che ci porta anche a lottare contro la Pena di Morte. Penso che conosciate il lavoro delle Conferenze Internazionali dei Ministri della Giustizia, e come in questo contesto si siano realizzate alcune abolizioni nell’arco dell’ultimo decennio, così come alcuni strumenti in favore  delle risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.Abbiamo bisogno di strumenti. Disponiamo già di potenti strumenti utili. Cities for Life – Città per la Vita. Città Contro la Pena di Morte è un movimento – un movimento mondiale – una giornata mondiale che si celebra il 30 novembre, anniversario della prima abolizione attuata da uno Stato in Occidente, quando il Granducato di Toscana ha abolito la Pena di Morte – non molti lo sanno – nel 1786. Abbiamo iniziato questo movimento nel 2002.Chiediamo a sindaci e amministratori delle città, di dare un segno visibile della loro adesione alla Campagna contro la Pena di Morte: illuminare un monumento significativo nelle loro città, organizzare  iniziative educative o eventi pubblici o concerti con i giovani.Circa 80 città aderirono in quel primo anno, il 2002. Nel 2015, 2.031 città si sono unite al movimento in 88 paesi.L’evento è incentrato sull’illuminazione simultanea di migliaia di monumenti “simbolo” in tutto il Mondo: il Colosseo a Roma, l’Atomium a Bruxelles, la Cattedrale di Santa Eulalia a Barcellona… forse il Teatro dell’opera a Oslo.In particolare, il Colosseo a Roma, illuminato in maniera speciale, è diventato un simbolo universale per un Mondo senza Pena di Morte. Un regalo per il Mondo. Questo dà anche visibilità internazionale a tutti coloro che raggiungono risultati importanti lungo il cammino verso l’abolizione o verso una moratoria duratura.Gli stati americani del Nebraska, del New Jersey e del New Mexico – giusto per fare alcuni esempi – hanno celebrato di fronte al Colosseo la loro abolizione, così come il Cile e l’Argentina.E’ un modo per creare contraddizioni anche all’interno dei paesi retenzionisti. Per creare speranza.E’ un modo semplice per rispondere, per offrire alle generazioni più giovani una risposta.A coloro che chiedono più esecuzioni per i terroristi o i pazzi omicidi, possiamo mostrare la bellezza di una Giustizia che è sempre in grado di rispettare la vita.Possiamo indebolire una cultura di morte.Lo facciamo per rispettare la NOSTRA dignità umana e per aiutare le nostre società a non abbassarsi al livello degli assassini.Cercate su internet: November 30th. Cities for Life. Cities Against the Death Penalty.Unitevi al movimento. ”No justice without life”. Possiamo farlo! 

venerdì 1 luglio 2016

Diplomazia italiana e Norvegia, l’intervista a Novello

di Domenico Letizia

da http://www.opinione.it/

02 luglio 2016



Dal 21 al 23 giugno si è svolto ad Oslo il VI Congresso mondiale contro la pena di morte, appuntamento promosso dalla Ong “Ensemble contre la peine de mort” e dalla “World Coalition Against the Death Penalty”, con il supporto del ministero degli Affari Esteri della Norvegia, alla quale partecipano circa 140 organizzazioni da tutto il mondo. Scopo del Congresso è quello di giungere ad “eliminare l’obbligatorietà della pena di morte”, e trasformare i Paesi abolizionisti di fatto in abolizionisti di diritto. Discutiamo dei lavori del Congresso con l'Ambasciatore italiano nel Regno di Norvegia, Giorgio Novello.

Che ruolo ha avuto la diplomazia italiana e l’Ambasciata italiana ad Oslo durante i lavori del Sesto Congresso Mondiale contro la pena di morte?

L’Italia ha avuto un ruolo di alto profilo, in perfetta coerenza con il costante impegno del nostro Paese in questa battaglia di civiltà. Lo ha ben ricordato il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, rappresentante del Governo italiano, intervenuto proprio durante la solenne apertura del Congresso, quando ha menzionato l’abolizione della pena capitale nel Granducato di Toscana nel 1786, primo caso nella storia, fino al costante impegno del nostro Paese alle Nazioni Unite, che due anni fa ha favorito un numero record di voti per una risoluzione sul tema. La delegazione italiana comprendeva anche rappresentanti del nostro il Parlamento, in particolare il Presidente della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei deputati, onorevole Mario Marazziti; esponenti della società civile, di Ong come Nessuno tocchi Caino, la Comunità di Sant’Egidio e diversi media. Se vogliamo, un riconoscimento simbolico del nostro ruolo è giunto anche con la scelta di un brano del musicista italiano Luigi Dallapiccola, per uno degli intermezzi musicali durante il convegno. L’Ambasciata italiana a Oslo da me diretta si è impegnata a fondo nel suo ruolo di sostegno alle nostre Istituzioni. I primi contatti hanno già avuto luogo l’anno scorso e si sono via via moltiplicati col passare dei mesi, sia con i colleghi norvegesi che con gli organizzatori del Congresso, ad iniziare dal coordinatore di quest’ultimo, il connazionale Antonio Stango che ha compiuto uno straordinario lavoro.

Durante i lavori del Congresso, l’Ambasciata d’Italia e l’Università di Oslo-Facoltà di Legge hanno organizzato un seminario specializzato sulla compatibilità della pena di morte con la configurazione attuale del diritto internazionale. Il seminario intitolato “Death penalty: an emerging jug cogens prohibition?”, ha inteso offrire un contributo oggettivo ai lavori del Congresso. Quali riflessioni e che contributi di dibattito ha lanciato tale seminario? Che riscontri giuridici sono stati presentati?

Il nostro seminario ha voluto offrire un contributo oggettivo e
specifico ai dibattiti del Congresso, cercando di approfondire il tema della accettabilità o meno della pena capitale sotto un profilo squisitamente giuridico. Abbiamo volutamente puntato ad offrire il punto di vista di un giurista norvegese che ben conosce il sistema giuridico italiano (Mads Andenæs, ordinario presso l’Università di Oslo e presidente della Commissione Onu sulla detenzione arbitraria) di una giurista italiana attualmente in Norvegia (Ludovica Chiussi, esperta di diritti umani) e dello stesso coordinatore del congresso Antonio Stango. Sono stati approfonditi in particolare i rapporti tra Jus Cogens (cioè inderogabile), il diritto consuetudinario, il diritto pattizio e l’interpretazione evolutiva delle grandi convenzioni promosse dalle Nazioni Unite. Ne è emerso un quadro in forte dinamismo e di non facile definizione, anche se sembra innegabile la progressiva emersione di una comunis opinion internazionale, soprattutto a livello regionale, nel senso dell’inaccettabilità della pena di morte. Ma il risultato più significativo emerso dal seminario, e in particolare dall’intenso dibattito che in esso ha avuto luogo, è proprio l’introduzione della stessa categoria dello Jus Cogens nel dibattito giuridico e politico sulla pena di morte. La proposta di esaminare lo stato attuale della questione dall’angolo visuale dei principi e delle norme assolutamente inderogabili del diritto internazionale (e questo a prescindere rigorosamente da valutazioni etiche o politiche) è stata considerata originale e degna di approfondimento. Ci lavoreremo.

Quali proposte future intende avanzare l'Ambasciata italiana nel Regno di Norvegia per rafforzare la visione dello stato di Diritto, dei diritti umani e della democrazia?

Innanzitutto, abbiamo già in programma un ulteriore evento sulla pena di morte in autunno ad Oslo ed anche a Reykjavik, capitale della Repubblica d’Islanda dove rappresento l’Italia. Continueremo la nostra attività con i colleghi norvegesi e con la società civile di questo splendido Paese, in particolarmente avanzato tema di diritti umani. Proprio per valorizzare e consolidare le convergenze tra Italia e Norvegia in questo e in tanti altri campi, dall’economia alla scienza, dalla ricerca alla cultura, l’Ambasciata d’Italia ha lanciato l’iniziativa di un Evento Itinerante: cinquanta eventi di dimensioni diversi ma tutti di alta qualità, raggruppati in sei tappe, ciascuna in una importante città norvegese, in collaborazione con 35 partner internazionali, durante un intero anno che si concluderà nel giugno 2017. Il nostro evento itinerante ha il titolo “Under the sign of excellence” ed è stato significativamente aperto ufficialmente dallo stesso Sottosegretario Benedetto Della Vedova durante la sua visita ad Oslo per il VI Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte. Il seminario organizzato da noi con l’Università di Oslo, che abbiamo appena menzionato, ne costituisce appunto uno degli eventi più pregnanti. Ne siamo orgogliosi. Altri ne seguiranno.

Quanti italiani sono presenti in Norvegia e che lavoro svolgono nel Paese?

I connazionali in questo Paese hanno ormai superato di molto le 5mila unità. Sono inseriti a tutti i livelli in tutti i gangli della società norvegese, anche se naturalmente la mancata partecipazione della Norvegia all’Unione europea pone taluni limiti. Troviamo connazionali tra docenti universitari; consulenti della Banca centrale di Norvegia; direttori di grandi società italo-norvegesi nel settore dell’energia; imprese attive nella costruzione di infrastrutture decisive per il futuro del Paese come il nuovo lunghissimo tunnel ferroviario alle porte di Oslo; nella gastronomia, con tanti ristoranti di eccellenza; nella musica lirica e strumentale. Ho personalmente redatto una piccola guida a venti pezzetti d’Italia a Oslo, consultabile sul sito dell’Ambasciata. Vi si può vedere come l’influenza del nostro Paese, anche a queste latitudini così lontane dal Mediterraneo, è percepibile praticamente ovunque.

Ci sono italiani che lavorano all’interno della diplomazia norvegese?

La diplomazia è uno dei settori nevralgici della vita di uno stato e quindi è in linea di principio riservata ai cittadini dello Stato stesso. Non vi sono quindi italiani che svolgono funzioni diplomatiche per conto della Norvegia. Tuttavia, Italia e Norvegia condividono la partecipazione a numerosissimi fora internazionali, dalla Nato al Consiglio d’Europa all’Organizzazione per la Cooperazione e Sicurezza in Europa, oltre ad essere entrambi membri dell’area Schengen e dello Spazio Economico Europeo. Ma posso citare anche casi particolari, come la presenza congiunta di entrambi nel Consiglio dell’Organizzazione Marittima Internazionale, in quanto Roma ed Oslo figurano tra i principali Paesi a livello mondiale in termini di proiezione marittima. In tutti questi fora, la collaborazione tra diplomatici italiani e norvegesi è quotidiana ed eccellente. Le relazioni bilaterali poi stanno attraversando un momento straordinario, grazie anche alla visita di Stato compiuta in Italia lo scorso aprile da Re Harald e dalla Regina Sonja.

Che opportunità offre la Norvegia ai giovani italiani che vogliono fare esperienza nel mondo delle organizzazioni non governative, nel sociale e nell'associazionismo teso alla valorizzazione e al monitoraggio dei diritti umani?

La Norvegia è sede di straordinarie Ong, con molte delle quali collaboriamo regolarmente. Ma vi sono anche centri di ricerca e di studio (think tank), anch’essi attivissimi a livello internazionale per la promozione dei diritti umani e particolarmente attenti anche a quanto l’Italia fa e propone al riguardo. Più che a soggiorni in Norvegia presso tali istituzioni, può essere di interesse per i giovani italiani considerare forme di collaborazione in Paesi terzi, sia a titolo individuale che (e questa forse è la strada migliore) attraverso le tante Ong italiane che collaborano sul terreno con le omologhe norvegesi.