C'erano speranze sulla sorte dei due, legate alla particolare attenzione che Yudhoyono ha dato alle relazioni con l'Australia.
Ora il destino di Chan e Sukumaran dipende dal nuovo presidente, Joko Widodo, e dai pareri dei suoi nuovi ministri, che sono stati nominati alla fine del mese scorso.
Il ministro per i Diritti Umani e la Legge, Yasonna Laoly, ha detto di non essersi ancora occupato dei casi di clemenza lasciati aperti da Yudhoyono.
Sui reati di droga in generale, il nuovo ministro ha detto di essere d'accordo con l’approccio dell’Indonesia favorevole a programmi di riabilitazione piuttosto che al carcere per i tossicodipendenti, ma non per i trafficanti.
Inoltre il Ministro ha dichiarato di non essere personalmente d'accordo con la pena capitale.
"In questo campo ho un dubbio", ha detto a Jakarta. "Se è una decisione del tribunale, che cosa possiamo fare?”
"Sono tra coloro che sulla pena di morte pensano in modo diverso." Questo è il mio principio.”
"Io non sono un sostenitore della pena capitale." Nonostante sia questo il suo punto di vista, Yasonna ha detto di non volere “esercitare pressioni", nel rispetto delle sentenze emesse dai tribunali.
E’ tra le figure cui il presidente Joko può rivolgersi per un consiglio sui casi di clemenza. A disposizione del presidente c’è anche una lettera dell’ex direttore del carcere di Bali dove Chan e Sukumaran sono rinchiusi, che raccomanda la commutazione in ergastolo.
L’avvocato dei due, Julian McMahon, sostiene che abbiano usato il loro tempo in carcere in modo produttivo, contribuendo a riabilitare e rieducare altri prigionieri.
Chan, 30 anni, e Sukumaran, 33, sono tra nove giovani australiani condannati per traffico di eroina nel 2005. (Fonte Hands of Cain 6/11/2014)
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