sabato 18 ottobre 2014

Respinto l'appello per Asia Bibi, la speranza nella Corte Suprema

Un tribunale pachistano ha respinto l’appello della donna cristiana Asia Bibi, condannata quattro anni fa alla pena di morte per blasfemia. Asia Bibi, madre di cinque figli, era stata condannata nel novembre 2010 dopo essere stata accusata di aver insultato il profeta Maometto. Gli avvocati di Asia Bibi avevano presentato appello ma i due giudici dell’Alta corte di Lahore hanno respinto il ricorso, ha detto alla France Presse uno degli avvocati della giovane cristiana, Shakir Chaudhry, affermando di voler portare la questione davanti alla Corte suprema.

Per la liberazione di Asia Bibi, dopo la prima condanna a morte si era mossa la comunità internazionale ed erano state raccolte più di 400mila firme. Anche Papa Benedetto XVI aveva lanciato pubblicamente un appello per la donna.

In Pakistan l’Alta Corte di Lahore ha confermato la sentenza di condanna a morte per Asia Bibi, la notizia è stata data all’agenzia Fides dall’avvocato della donna.  Ora resta l’appello alla Corte Suprema. 

Continua il calvario di questa donna di 45 anni, madre di cinque figli in carcere ormai da 1943 giorni, un lunghissimo isolamento durante il quale Asia ha sempre pregato confidando – ha detto lei stessa - nel grande amore di Dio. Subito dopo la notizia Paul Bhatti, leader dell’Apma All Pakistan Minorities Alliance, che da sempre si batte in difesa delle minoranze religiose e fratello dell'ex ministro pakistano per le minoranze, Shabbaz, ucciso dagli estremisti ha affermato di avere ancora speranza: "Perché fino ad ora nessuno è stato giustiziato a morte dalla Corte per questa legge. Sono ancora ottimista. Se noi adesso riusciamo a fare ricorso alla Corte Suprema questo darà una speranza e forse una soluzione al problema".

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