da onuitalia
NEW YORK.
Kirk Bloodswarth e’ vivo per un miracolo, “ma non possiamo vivere sempre di miracoli”: il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon e’ partito dalla storia del primo condannato a morte negli Stati Uniti scagionato con il test del Dna per proclamare l’imperativo morale dell’abolizione della pena capitale. L’occasione è stata il lancio del libro “Moving Away from the Death Penalty: Arguments, Trends and Perspectives’, pubblicato dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e arrivato alla sua seconda edizione con un nuovo capitolo firmato dal Presidente del consiglio Matteo Renzi. Kirk Bloodsworth, un ex Marine venuto a New York per l’occasione, ha passato due anni in Death Row e altri sette da ergastolano prima di essere riconosciuto completamente innocente.
“Kirk e’ il motivo per cui siamo qui oggi”, ha detto Ban Ki moon. “E’ totalmente innocente, ma come molte altre persone ha sofferto l’imperdonabile ingiustizia di una condanna a morte”. Bloodworth, accusato di avere ucciso una bambina mentre il vero colpevole e’ stato scoperto 19 anni dopo, e’ uscito dal braccio della morte “per una serie di miracoli. Ma coi miracoli non si vive”. La soluzione e’ di “riconoscere che il sistema e’ guasto e aggiustarlo abolendo la pena di morte”.
Il libro e’ stato pubblicato con il contributo del governo italiano. “I leader politici sono chiamati a svolgere un ruolo guida per l’abolizione della pena di morte”, ha scritto Renzi, uno dei due italiani, con il portavoce della comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti, che hanno contribuito al volume in cui interviene anche Sister Helen Prejan, la religiosa di “Dead Man Walking”. Quella contro la pena di morte e’ una campagna che vede l’Italia in prima linea con un approccio inclusivo e rispettoso delle opinioni di tutti: “Come tutti gli obiettivi globali anche questo può essere ottenuto solo attraverso la cooperazione, il dialogo, il rispetto reciproco e la comprensione tra tutti gli Stati Membri”, ha detto il rappresentante permanente Sebastiano Cardi nel corso del dibattito nella libreria del Palazzo di Vetro. (AB, 5 novembre 2015)
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