lunedì 20 gennaio 2014
Oggi la prigionia produce solo nuova prigionia
da Avvenire del 17 gennaio 2014:
«Oggi la prigionia produce soltanto nuova prigionia» di Giovanni Grasso
Bisogna rompere questo circolo vizioso: oggi il carcere produce solo altro carcere». Mario Marazziti, deputato di "Per l'Italia", esponente della Comunità di Sant'Egidio, segue da sempre i problemi dei detenuti. E spiega: «Il sistema penitenziario è alla bancarotta. Oltre il 67 per cento di chi sconta la pena finisce in carcere di nuovo. Ma il dato che non si conosce o che non si cita è che, per quanto riguarda l'ultimo indulto, il 33 per cento dei detenuti in carcere sono tornati dentro, mentre il tasso è sceso drasticamente al 13 per cento per chi è stato sottoposto a misure alternative alla detenzione.
Come legge questi dati, onorevole?
Il carcere è diventata una istituzione contro la persona, contro l'idea della rieducazione, è diventato un luogo di perdizione. E allora bisogna sviluppare una cultura meno carcerocentrica, sviluppando il più possibile il ricorso alle misure alternative, come la detenzione domiciliare, i lavori socialmente utili e così via. Nel frattempo i penitenziari che scoppiano.
Che fare?
C'è da modificare la Giovanardi-Fini sulla reclusione dei tossicodipendenti. I detenuti per reati legati alla droga sono il 33 per cento dell'intera popolazione carceraria italiana. In Francia e in Germania non superano il 14 per cento. E poi modificare la ex. Cirielli che impedisce i benefici ai recidivi. Con queste due misure si può alleggerire la popolazione carceraria di un buon 20 per cento immediatamente. Amnistia e indulto non sono colpi di spugna ma il modo di restituire funzionalità al sistema e fare uscire il sistema carcerario dall'illegalità.
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