giovedì 30 gennaio 2014

Non si fermano le esecuzioni negli USA, diminuiscono però condanne ed esecuzioni

In mancanza dei farmaci utilizzati per l'iniezione letale negli Usa torna la vecchia pena di morte

Diminuiscono però condanne ed esecuzioni e in diversi stati si pensa all'abolizione. 


Mancano i farmaci per l'iniezione letale? E negli Usa si pensa a tornare all'antico per continuare con le esecuzioni. Plotone di esecuzione, sedia elettrica e camera a gas potrebbero essere nuovamente gli strumenti di morte di alcuni degli stati americani. Il governatore del Missouri: "E' una soluzione umana ed economica, è ingiusto che i parenti delle vittime di omicidio debbano aspettare anni o decenni per ottenere giustizia". Qualche giorno fa c'era stato il caso di Dennis McGuire, in Ohio, che dopo l'iniezione letale ha impiegato 26 minuti di agonia prima di morire...

Brattin non è l’unico a proporre il plotone di esecuzione
la sedia elettrica o la camera a gas: recentemente l’hanno fatto anche un deputato del Wyoming e un’altra in Virginia. E' dal 1980 che è stata introdotta l’iniezione letale, nella convinzione che in questo modo il condannato non avrebbe avvertito alcun dolore. Nel frattempo le esecuzioni capitali negli Stati Uniti sono scese da un picco massimo di 98 nel 1999 a 39 del 2013. Alcuni stati hanno abbandonato la pena di morte mentre quelli che ancora la adottano devono affrontare la carenza di farmaci con i quali praticare l’iniezione letale, visto che molte case farmaceutiche non li concedono.

In un editoriale del primo gennaio del 2013, dedicato alla pena di morte e intitolato “L’allontanamento dell’America dalla pena di morte”, il New York Times aggiungeva altri argomenti a sostegno dell’inutilità e della pericolosità della punizione capitale: l’analisi partiva da un esame degli obiettivi per i quali la pena di morte era stata reintrodotta dalla Corte suprema nel 1976: la deterrenza e la punizione. Giudici, procuratori, studiosi, esperti e altri soggetti coinvolti nella giustizia penale, sia conservatori che liberali, hanno stabilito che non esistono elementi utili che facciano pensare che la pena di morte scoraggi reati gravi quali l’omicidio. In teoria, inoltre, la pena di morte dovrebbe essere riservata ai peggiori criminali, ma nella pratica diversi studi hanno mostrato che la decisione su chi debba essere condannato a morte è invece del tutto arbitraria e discriminatoria.Nel 1994, il giudice della Corte Suprema Harry Blackmun scrisse: «Mi sento moralmente e intellettualmente obbligato ad ammettere che l’esperimento della pena di morte semplicemente non è riuscito. Quanto tempo dovremmo aspettare prima che la maggioranza dei giudici lo ammetta?».


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