“In attesa di riforme si deve adottare un rimedio straordinario”. Per il primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, per superare il problema del sovraffollamento carcerario, in attesa di riforme di sistema, “non c’è altra via che l’indulto”.
Il presidente della Cassazione, nella relazione sull’amministrazione della giustizia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha sottolineato che la custodia cautelare è “da utilizzare entro i confini più ridotti possibili”, come estrema ratio.
Dopo aver ricordato il messaggio solenne
di Napolitano alle Camere sul tema del sovraffollamento carcerario, Santacroce ha spiegato: “In attesa di riforme di sistema (oltre quelle contenute nel decreto del dicembre scorso, che anticipano con piccoli passi e prudenti iniziative un’organica revisione della normativa in questa materia), dovrebbe adottarsi un rimedio straordinario che consenta di ridurre con immediatezza il numero dei detenuti”. Quindi “per ottenere questo risultato non c’è altra via che l’indulto”, e - ha ricordato Santacroce - “l’indulto non libera chi merita di essere liberato, ma scarcera chi non merita di stare in carcere ed essere trattato in modo inumano e degradante, reagendo temporaneamente ed efficacemente al problema del sovraffollamento”. Santacroce ha sottolineato che “il sistema ha bisogno di una serie articolata di riforme, alcune delle quali sono già intervenute come i tanti auspicati tagli e accorpamenti degli uffici giudiziari”. Santacroce ha aggiunto che sia al ministro
Severino che sia al ministro Cancellieri “va riconosciuto il merito di aver mostrato fermezza, mantenendo la barra del cambiamento”. Consenso arriva anche da Santacroce al decreto del fare che “ha rafforzato le risorse umane degli uffici giudiziari” con i giudici ausiliari in Corte d’appelli e gli assistenti di studio in Cassazione e ha reintrodotto la mediazione come strumento di deflazione del contenzioso civile, istituto che “possiede le potenzialità per contenere la dispersione delle energie processuali”. Per il presidente della Cassazione “al di là di qualche riserva su talune soluzioni”, meritano anche consenso “le proposte formulate dalle Commissioni istituite presso il ministero della Giustizia per dare, attraverso la previsione di nuove misure organizzative normative, vitalità ed efficacia al processo civile, per arginare l’arretrato e snellire l’itinerario della definizione dei giudizi, e sul versante penale, le proposte intese a restringere l’area delle sanzioni detentive e a contenere il ricorso alla custodia cautelare, acquisendo una maggiore consapevolezza critica della sua funzione di estrema ratio, da utilizzare entro i confini più ridotti possibili”.(Tm News)
Il presidente della Cassazione, nella relazione sull’amministrazione della giustizia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha sottolineato che la custodia cautelare è “da utilizzare entro i confini più ridotti possibili”, come estrema ratio.
Dopo aver ricordato il messaggio solenne
di Napolitano alle Camere sul tema del sovraffollamento carcerario, Santacroce ha spiegato: “In attesa di riforme di sistema (oltre quelle contenute nel decreto del dicembre scorso, che anticipano con piccoli passi e prudenti iniziative un’organica revisione della normativa in questa materia), dovrebbe adottarsi un rimedio straordinario che consenta di ridurre con immediatezza il numero dei detenuti”. Quindi “per ottenere questo risultato non c’è altra via che l’indulto”, e - ha ricordato Santacroce - “l’indulto non libera chi merita di essere liberato, ma scarcera chi non merita di stare in carcere ed essere trattato in modo inumano e degradante, reagendo temporaneamente ed efficacemente al problema del sovraffollamento”. Santacroce ha sottolineato che “il sistema ha bisogno di una serie articolata di riforme, alcune delle quali sono già intervenute come i tanti auspicati tagli e accorpamenti degli uffici giudiziari”. Santacroce ha aggiunto che sia al ministro
Severino che sia al ministro Cancellieri “va riconosciuto il merito di aver mostrato fermezza, mantenendo la barra del cambiamento”. Consenso arriva anche da Santacroce al decreto del fare che “ha rafforzato le risorse umane degli uffici giudiziari” con i giudici ausiliari in Corte d’appelli e gli assistenti di studio in Cassazione e ha reintrodotto la mediazione come strumento di deflazione del contenzioso civile, istituto che “possiede le potenzialità per contenere la dispersione delle energie processuali”. Per il presidente della Cassazione “al di là di qualche riserva su talune soluzioni”, meritano anche consenso “le proposte formulate dalle Commissioni istituite presso il ministero della Giustizia per dare, attraverso la previsione di nuove misure organizzative normative, vitalità ed efficacia al processo civile, per arginare l’arretrato e snellire l’itinerario della definizione dei giudizi, e sul versante penale, le proposte intese a restringere l’area delle sanzioni detentive e a contenere il ricorso alla custodia cautelare, acquisendo una maggiore consapevolezza critica della sua funzione di estrema ratio, da utilizzare entro i confini più ridotti possibili”.(Tm News)
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