venerdì 13 maggio 2016

Usa, la Corte Suprema ferma esecuzione di un disabile in Alabama

C'era bisogno di diventare invalido per fermare l'esecuzione? E' accaduto in Alabama.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha fermato l'esecuzione  di un uomo affetto da demenza dopo aver subito vari ictus, confermando così la decisione di una Corte d'Appello che ha fermato il boia solo poche ore prima dell'iniezione letale.


Vernon Madison oggi ha 65 anni. In carcere l'uomo è stato colpito più volte da ictus, in conseguenza di ciò non riesce più a camminare. Gli ictus subiti inoltre avrebbero ridotto il suo quoziente intellettivo, che sarebbe ridotto a 72 e lo renderebbero incapace di comprendere il significato della sua condanna capitale o del delitto da lui commesso oltre 30 anni fa. 

Per queste ragioni la Corte Suprema ha fermato la sua esecuzione in Alabama. L’esecuzione di Madison era prevista alle 6 di mattina locali ed è stata bloccata poco prima della mezzanotte da una Corte d’appello. La procura dell’Alabama si è allora rivolta alla Corte Suprema, perché confermasse l’esecuzione. L’Alta corte si è spaccata in due sulla decisione – quattro giudici contro quattro – ma ha confermato la sospensione in attesa che si esamini il caso, sollevato dall’ong Equal Justice Initiative. 

Da almeno dieci anni la Corte Suprema Usa ha vietato l'esecuzione per i disabili mentali, affermando che il condannato deve possedere “capacità di comprensione razionale” della sua situazione, demandando tuttavia a tribunali di istanza inferiore di esaminare caso per caso.

Una buona notizia, mentre aspettiamo che passo dopo passo gli Stati Uniti d'America aboliscano in toto la pena capitale. 

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