Sulla
terribile realtà degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari si è
detto tanto. La L. 180 del 1978 chiuse i manicomi. Sopravvissero gli
OPG, perché restarono in carico al Ministero della Giustizia. Nel
2008 la legge che trasferisce la Medicina Penitenziaria dal Ministero
della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale afferma anche il
necessario superamento degli OPG, ma non fissa scadenze. Nel
2010, con la Commissione parlamentare presieduta
da Ignazio Marino la tragedia degli OPG supera la
stretta cerchia degli addetti ai lavori e invade i mass-media, entra
nelle case degli italiani. Nel grande pubblico si diffonde stupore e
indignazione per una realtà che si credeva oggi impossibile.
Se ne discute a tutti i livelli istituzionali, fino ai ripetuti interventi del Presidente Napolitano. Nel 2012 la "Legge Marino" ne ha fissato la chiusura al marzo 2013, ma è stata già rinviata al marzo 2014.
Ci
riusciremo? La legge prevede la presa in carico da parte delle Regioni,
delle ASL, e stanzia anche i fondi per i progetti sul territorio:
piccole strutture psichiatriche, case famiglia, cure domiciliari,
inserimenti sociali. ma i progetti non vengono definiti. Con Sant'Egidio
abbiamo conosciuto la realtà degli OPG da molti anni. I nostri amici
più poveri finiscono anche lì. Senza dimora, persone sole, con disturbi
mentali. Li abbiamo visitati, abbiamo lavorato per il reinserimento di
alcuni di loro, nelle case, nelle case famiglia. Ma non è facile trovare
risposte e accoglienza. Più recentemente, dal 2007, abbiamo conosciuto
meglio i due OPG campani (Secondigliano e Aversa), con visite più
frequenti, con distribuzioni di generi di prima necessità, con feste e
gite al mare. Con alcuni pazienti di altri OPG siamo in
corrispondenza. Per costruire un futuro diverso per questi pazienti è
necessario che le Regioni e le ASL se ne facciano carico, uno per uno,
con progetti personali e individualizzati. Le risorse sono state
stanziate, le competenze ci sono. E dove strutture e servizi faticassero
ad allargare l’offerta la legge prevede risorse aggiuntive. Non sono
molti. 1400 persone in tutta Italia una media di 60-70 pazienti a
Regione. Numeri, ma quindi anche una grande responsabilità. Occorre
utilizzare tutte le possibilità di reinserimento. Non sono tutti
uguali, non si può dare una risposta univoca. Per quelli più impegnativi
sarà necessaria una assistenza maggiore, per alcuni sarà sufficiente
una casa famiglia. Diversi livelli di protezione: alta media e bassa. Ma
per tutti la presa in carico da parte del servizio territoriale per
dire no per sempre alla segregazione e all’emarginazione. E
per creare un piccolo laboratorio di civiltà, per poter dire che il
nostro paese è ancora un paese civile. Il primo paese al mondo che ha
saputo varare la legge 180, la legge che ha chiuso i manicomi. Che
questo paese si faccia un punto d’onore di essere ancora capace di gesti
di alta civiltà.
Se ne discute a tutti i livelli istituzionali, fino ai ripetuti interventi del Presidente Napolitano. Nel 2012 la "Legge Marino" ne ha fissato la chiusura al marzo 2013, ma è stata già rinviata al marzo 2014.
Padre Pippo Insana, cappellano dell'OPG di Barcellona PG (ME) accoglie gli internati presso la sua Casa della Solidarietà |
ALDA MERINI mi basta solo1lieveCarezza per far tremare la mia VITA.L urlo di M.Qto tempo serve ancora per nonEssere+analfabeti?
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