lunedì 5 ottobre 2015

Su armi da fuoco e pena di morte qualcosa cambierà anche negli Usa

da La Stampa  del 3 ottobre 2015
di MARIO CALABRESI

Un’altra strage in un campus universitario, questa volta nell’Oregon, ad opera di un giovane di ventisei anni. Un vero bollettino di guerra per gli Stati Uniti d’America, che piangono troppo spesso la perdita di giovanissime vite: ci possiamo chiedere che cosa spinga uno studente a perpetrare una simile carneficina, ci possiamo rimproverare di non essere abbastanza attenti ai segnali dei nostri figli, potremmo attaccarci al fanatismo religioso o alla follia che aggredisce la mente senza preavviso, ma il punto è un altro. 
La ragione principale di quanto accade negli Usa è la diffusione indiscriminata delle armi, condizione che nemmeno l’uomo più potente del pianeta riesce a contrastare. Il presidente Obama ne ha fatto una priorità nel suo programma, ma finora ha cozzato contro il muro del Congresso e anche di gran parte dell’opinione pubblica; di fatto l’attaccamento alle armi da fuoco è una caratteristica fondamentale dell’identità americana, dove l’esercizio della libertà è strettamente legato al diritto di possedere un’arma, con il forte appoggio delle industrie produttrici. Possiamo solo auspicare un mutamento graduale della sensibilità dei cittadini statunitensi, una sorta di autoeducazione dove non trovi più posto l’esigenza inviolabile di essere tutti armati fino ai denti.  
Concetta La Naia, Mestre (Ve)

Le stragi provocate dalle armi da fuoco negli Stati Uniti fanno sempre meno notizia: assistiamo - come ha sottolineato ieri Barack Obama - a un pericoloso fenomeno di assuefazione.  
Pensavamo che il massacro di tre anni fa alla scuola elementare di Sandy Hook, in cui vennero uccisi 20 bambini tra i sei e i sette anni, segnasse un punto di svolta e imponesse un controllo sulla vendita delle armi. Ma non è successo e solo quest’anno in America ci sono stati 40mila fatti di sangue: nei 274 giorni di questo 2015 ci sono state 294 stragi (si considerano tali quelle con 4 o più vittime). 
Il braccio di ferro tra chi pensa che la libera circolazione delle armi abbia portato ad un nuovo far west e chi sostiene invece che bisogna potersi armare ancora di più per difendersi si è fatto più duro e sarà di certo argomento di campagna elettorale. Ma nel Paese che ha fatto grandi passi avanti sui diritti civili è incredibile pensare che su questo nulla si muova. Io credo che nel profondo qualcosa si stia muovendo e che armi e pena di morte siano destinati a emergere come temi di cambiamento. 

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