giovedì 15 ottobre 2015
Arabia Saudita: l'appello della madre di Alì Nimr a Obama
Interrogazione a Gentiloni sulle mosse per evitare l'esecuzione del giovane
"Obama è il capo del mondo e può salvare mio figlio". E' l'appello lanciato da Nusra al-Ahmed, la madre del giovane attivista sciita Ali al-Nimr, condannato a morte per decapitazione e successiva crocifissione del corpo fino alla putrefazione. L'invito a rompere il silenzio rivolto dalla donna al presidente degli Stati Uniti viene pubblicato nel giorno in cui il caso di Ali arriva anche al Senato italiano, dove un gruppo di parlamentari del Pd ha depositato un'interrogazione rivolta al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
L'attivista aveva solo 17 anni quando, il 14 febbraio del 2012, fu arrestato dalle autorità saudite per aver preso parte a una manifestazione antigovernativa nella provincia di Qatif. Il 27 maggio del 2014 è stato condannato alla pena capitale. L'accusa nei suoi confronti è quella di aver "partecipato a manifestazioni antigovernative".
Per giustificare la gravità della pena, le autorità di Riad accusano il ragazzo di altri 14 reati, dall'aggressione armata alla polizia al terrorismo, fino alla rapina a mano armata. Ma per Amnesty International le confessioni su cui si fonda la condanna sono state estorte con la tortura.
La madre, che ha rilasciato un'intervista al-Guardian, assicura che Ali ha solo partecipato a manifestazioni "pacifiche, civili e legittime". Incontrandolo in carcere dopo l'arresto, Nusra non ha riconosciuto il figlio. "Lo avevano sfigurato - ha raccontato - non ero nemmeno sicura che fosse davvero il mio Ali. Aveva una ferita sulla fronte, un'altra sul naso. Il suo corpo era troppo magro. Mi ha detto che durante l'interrogatorio era stato preso a calci, a schiaffi, i denti gli erano caduti. Per un mese ha avuto tracce di sangue nelle urine".
L'esecuzione potrebbe avvenire in qualsiasi momento, su ordine di re Salman. Per questo Nusra ha deciso di rivolgersi a Obama. "Non c'è nulla di più importante che salvare qualcuno. Io e mio figlio siamo persone semplici, non significhiamo nulla per il mondo, ma se Obama lo salverà, aumenterà la stima che il mondo ha di lui".
Nusra ha anche voluto esprimere la sua gratitudine per il sostegno che il figlio ha ricevuto dall'Europa, dall'Africa e dal Medio Oriente. In Italia, l'ultima iniziativa è un'interrogazione a Gentiloni presentata da un gruppo di senatori del Pd. Nel documento si chiede al ministro se "intenda attivare gli opportuni canali diplomatici al fine di acquisire elementi sulla vicenda di Al Nimr e tentare di dissuadere il governo saudita".
L'interrogazione ricorda che esperti delle Nazioni Unite hanno giudicato la condanna di Al Nimr contraria agli impegni internazionali presi da Riad e in particolare alle norme che vietano di condannare a morte persone che erano minorenni al momento del reato.
Ricorda inoltre la mobilitazione internazionale per salvare il ragazzo e in particolare le campagne portate avanti in Italia dal quotidiano L'Unità e dall'agenzia Aki-Adnkronos International.
"Si chiede - recita l'interrogazione - se il governo italiano e l'Unione europea, a partire dall'Alto Rappresentante per gli Affari esteri Federica Mogherini, non ritengano opportuno attivare ogni strumento per scongiurare tale esecuzione" e "se e quando il governo italiano intenda adoperarsi per rilanciare e sostenere, in ogni sede internazionale, l'abolizione della pena di morte".
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