martedì 17 febbraio 2015

Papua Nuova Guinea: la Chiesa si mobilita contro pena di morte

Da RADIO VATICANA

La Chiesa cattolica in Papua Nuova Guinea condanna la recente reintroduzione della pena di morte nel Paese: entro la fine dell’anno, infatti, verrà eseguita la sentenza capitale per 13 condannati, la prima da circa cinquant’anni. 

Tre, al momento, le modalità di esecuzione approvate dal Consiglio nazionale: iniezione letale, impiccagione e fucilazione.

Nessuna vita può essere eliminata
Dal suo canto, mons. John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, porta avanti numerosi tentativi di mediazione con il governo, affinché la sentenza non venga eseguita; la Chiesa cattolica auspica anche che l’intervento della comunità internazionale affinché faccia pressione sulle autorità papuasiche. Non è la prima volta che i vescovi locali fanno sentire la loro voce contro la pena capitale: già a maggio di due anni fa, mons. Ribat aveva ribadito che “nessuna vita può essere eliminata. Non abbiamo alcun diritto di fare questo, ma abbiamo quello di rendere migliore la vita delle persone”.

La Chiesa per lo sviluppo integrale e positivo delle persone
Quindi, pur evidenziando la necessità che il sistema giudiziario sia fermo nell’affrontare il crimine, il presule aveva lanciato un appello per incoraggiare la pace, sottolineando la volontà della Chiesa di “lavorare insieme al governo per attuare programmi che aiutino lo sviluppo integrale e positivo delle persone”

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