lunedì 28 ottobre 2013

La dichiarazione di Shizuka Kamei, Presidente della Lega dei Parlamentari contro la pena di morte in Giappone

Giorni di intenso lavoro a Tokyo in preparazione delle due giornate organizzate dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Commissione Europea, sul tema della pena di morte.
 Il 29 e 31 ottobre parlamentari, cittadini, giornalisti e attivisti si interrogheranno sul futuro della pena capitale in Giappone. Un respiro internazionale per dare sostegno all'impegno di chi in Giappone da tempo lotta per la difesa della vita.

Pubblichiamo qui di seguito la dichiarazione  di protesta contro l'esecuzione della pena capitale del Sig. Tokuhisa KUMAGAYA, condannato a morte. Dichiarazione firmata da Shizuka KAMEI (nella foto), Presidente della Lega dei Parlamentari Giapponesi contro la pena di morte, indirizzata al ministro della giustizia. 
 
12 settembre2013
Al Ministro della Giustizia Sadakazu TANIGAKI
Protesta contro l'esecuzione della pena capitale
Lega Parlamentare contro la pena di morte
Presidente Shizuka KAMEI
Noi, membri dell'Associazione Parlamentare contro la pena di morte, esprimiamo il nostro grande disappunto e rabbia, nonché un senso di impotenza dinanzi all'esecuzione della pena capitale di un detenuto (Sig. Tokuhisa KUMAGAYA), ordinata in data odierna da parte del Ministro della Giustizia Sadazaku TANIGAKI.
Dinanzi al progressivo dilagarsi di atti criminosi degli ultimi anni, è evidente che la pena capitale non sia un deterrente e, qualora le accuse fossero infondate, la pena capitale diventa un atto al quale non si può porre rimedio ed è per questo motivo che non si può permettere in qualsiasi circostanza l'omicidio di Stato, quale è la pena capitale. Questa è una preziosa ideologia, alla quale è pervenuto il genere umano attraverso secoli di storia, macchiati da una moltitudine di vittime, ed è un principio universale che non ha confini né Stati. Il 70% degli Stati sviluppati ha ormai abolito la pena capitale nella legge o de facto e l'abolizione della pena capitale è ormai una tendenza mondiale. Tuttavia il persistere nel nostro Paese di tale pena comporta un grave danno alla fiducia a noi posta.
Nonostante la suddetta Associazione si sia prodigata già dall'anno scorso nell'istituire una commissione d'inchiesta del sistema legislativo che vige la pena capitale, nel sostituire suddetta pena con l'ergastolo, nell'introduzione della maggioranza assoluta nella pronuncia della sentenza capitale e non per ultimo in una proposta di legge che valuti la necessità o meno di tale pena, azioni queste che vanno oltre l'appartenenza alla maggioranza o all'opposizione, non possiamo non sentire una forte delusione dinanzi a 3 esecuzioni, per un totale di 6 vittime, effettuate dal presente governo.
Presentiamo le nostre vive proteste contro quest'ultima esecuzione e allo stesso tempo chiediamo la moratoria della pena capitale.

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