giovedì 17 gennaio 2013

"Città per la vita" celebrata a Ulaan Baatar, in Mongolia



Città per la Vita ad Ulaan Baatar


Anche quest'anno in Mongolia si è celebrata la Giornata delle "città per la vita".  Il 30 novembre 2012, su invito della Comunità di Sant'Egidio, Amnesty International ha dato vita ad un evento nella città di Ulaan Baatar,  in collaborazione con il Victims’ Museum, l’Alliance Française de Mongolie e la Social Sciences School of Num.
Il Comune della Capitale ha aderito ed ha concorso all’illuminazione del Monumento alle Vittime delle Repressioni. Anche l’omologo Museo è stato illuminato ed aperto al pubblico per l’intera giornata.
Presso l’Alliance Française de Mongolie e la Social Sciences School of Num è stato proiettato a decine di studenti presenti il film Life of David Gale, seguito da un dibattito sul suo contenuto e sulla situazione della pena di morte in Mongolia.



Il 5 gennaio 2012, il Parlamento della Mongolia ha approvò l’adozione del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici.
L’adesione al trattato impegna solennemente il paese di fronte alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale a non fare più ricorso alla pena di morte e ad adottare tutte le misure necessarie ai fini della sua abolizione nel suo sistema giurisdizionale.
La Comunità di Sant’Egidio ha collaborato ed accompagnato passo dopo passo il cammino inaugurato dal presidente della Repubblica Tsakhia Elbegdorj. Già attiva nell’area e in stretta collaborazione con l’iniziativa del Presidente Tsakhia Elbegdorj Sant'Egidio ha collegato la difficile battaglia istituzionale e parlamentare mongola con la comunità internazionale attuando sinergie. Era il 14 gennaio 2010 quando il Capo dello Stato annunciò sorprendentemente e con grande coraggio dinanzi al Parlamento la sua volontà di liberare quanto prima la Mongolia dalla pena capitale proclamando contestualmente una moratoria delle condanne e delle esecuzioni. Dal 2010 la Mongolia partecipa ai Congressi Mondiali dei Ministri della Giustizia, che la Comunità di Sant’Egidio organizza a Roma ogni anno. 







mercoledì 16 gennaio 2013

Tamara Chikunova una vita spesa per salvare giovani condannati a morte


La storia di Tamara Chikunova, che nel nome del figlio - condannato a morte ingiustamente dallo stato dell'Uzbekistan e ucciso nel luglio del 2000 - ha fondato, con l’aiuto della Comunità di Sant’Egidio, l’associazione Madri contro la pena di morte, perché nessuna madre pianga più l’uccisione del proprio figlio per mano dello stato.
Con la sua lotta Tamara ha contribuito all'abolizione della pena capitale nel suo paese nel 2008, e continua la sua battaglia per l'umanizzazione delle condizioni di vita nelle carceri delle Repubblice centroasiatiche. 
http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/10607/Nel_nome_di_mio_figlio.html

lunedì 14 gennaio 2013

Emergenza carceri e povertà: l'approccio di Sant'Egidio


L'intervista pubblicata su Notizia Italia News:
http://www.notizieitalianews.com/2013/01/emergenza-carceri-in-italia-lapproccio.html?m=1

Emergenza carceri e povertà:
le case di Lavoro e la mancanza di sostegni esterni
 
La povertà di molti ospiti delle nostre carceri è particolarmente evidente nella realtà delle case di lavoro. La casa di lavoro accoglie non detenuti, cioè condannati che scontano una pena per il reato commesso, ma "internati" che hanno finito di scontare la loro pena, ma sono ritenuti “socialmente pericolosi ”spesso anche a motivo della mancanza di riferimenti esterni per il reinserimento sociale: casa - famiglia - lavoro.
Abbiamo avuto l'occasione di incontrare, nel corso di un bellissimo pranzo di Natale, gli internati che si trovano nella Casa di Lavoro del carcere di Sulmona.
Erano in maggioranza italiani con problemi di tossicodipendenza o con disturbi psichiatrici. L’internamento, in assenza di una valutazione positiva, che dipende anche dalle concrete possibilità di reinserimento, viene prorogato, analogamente a quanto avviene per gli internati negli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari). Alcuni degli ospiti con cui abbiamo pranzato ci hanno raccontato di provenire da un OPG.
Chi è assegnato alla casa di lavoro dovrebbe lavorare, ma il lavoro, soprattutto a Sulmona, non c’è. Trascorso il periodo di detenzione il giudice può dichiarare persistente la pericolosità sociale e fissare un nuovo termine per un esame ulteriore. Il periodo di detenzione in una Casa di Lavoro non può essere inferiore a un anno, che possono diventare due anni o anche più (sembra fino a quattro anni o addirittura più). Per questo motivo viene da molti definito ergastolo bianco.

Per rispondere a questa condizione di povertà, che consiste anche nella mancanza di indumenti e di generi di prima necessità, sono stati distribuiti nel carcere di Sulmona, centinaia di felpe e prodotti per l'igiene.

domenica 13 gennaio 2013

Sulmona "città per la vita": un ponte tra carcere e città

Sulmona "città per la vita"

La drammatica situazione delle carceri pesa enormemente su tutti i detenuti, ma anche su ci lavora. Soprattutto nelle carceri più isolate, dove la presenza del volontariato è scarsa, la tensione e il livello di conflittualità sono alte per la disperazione e la solitudine di tanti. E' il caso della Casa di Reclusione di Sulmona, tristemente nota negli anni passati per i suicidi dei reclusi e degli operatori.
Le iniziative di Sant'Egidio intendono sostenere, con generosità e simpatia, anche il lavoro difficile delle Direzioni, del personale dell'Area Educativa e della Polizia Penitenziaria.  La presenza di persone che dall'esterno portano il proprio aiuto riduce il livello di conflittualità e di disperazione, tra gli ospiti della struttura e rende meno duro il lavoro degli operatori.
L'organizzazione del pranzo di Natale ha coinvolto molte persone nella città di Sulmona e ha creato sinergie nuove tra il carcere e la città, si è creato un ponte di solidarietà per trovare soluzioni ai problemi più concreti, come trovare i tavoli e le sedie per tutti.
Anche in questa occasione la città di Sulmona è stata una "città per la vita"! 
La realizzazione di momenti come il pranzo di Natale ha permesso di passare dalla tensione alla distensione, dalla rigidità all'elasticità, dalla ostilità al coinvolgimento attorno a un progetto ha coivolto tutti e fatto star bene tutti.
Un felice inizio che speriamo possa crescere e portare maggiori collaborazioni e buoni risultati nel tempo futuro.



 







giovedì 10 gennaio 2013

A Civitavecchia un altro modo per essere "città per la vita"! Pranzo natalizio nel carcere di Via Tarquinia con la Comunità di Sant'Egidio

http://www.trcgiornale.it/news/associazioni/56352-pranzo-natalizio-in-carcere-con-la-comunita-santegidio.html

Nella città di Civitavecchia, che il 30 novembre 2012 ha espresso la sua chiara contrarietà alla pena di morte in occasione della passata giornata delle "città per la vita - contro la pena di morte", la Comunità di Sant'Egidio ha promosso due iniziative nei due Istituti Penitenziari del territorio di sua competenza.

Con l'accordo delle autorità penitenziarie competenti si è potuto offrire un pranzo natalizio ai detenuti della casa di recluzione di Via Tarquinia, al quale hanno partecipato tutti i detenuti presenti.
A seguire una festa nel reparto femminile della Casa Circondariale di via Aurelia Nord. Erano 42 le donne presenti, quasi tutte straniere.

mercoledì 9 gennaio 2013

dal Carcere di Sulmona: il pranzo offerto dalla Comunità di Sant'Egidio

http://www.diocesisulmona-valva.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1349:la-comunita-di-s-egidio-al-carcere-di-sulmona&catid=80:notizie&Itemid=38

Dalla rivista on-line "Diocesi di Sulmona" pubblichiamo:

La Comunità di S. Egidio al carcere di Sulmona


La Comunità di S. Egidio, con impegno e grande carità, ha voluto organizzare e offrire il pranzo di Natale ai detenuti della casa circondariale di Sulmona. Il grande salone si è subito trasformato, come per miracolo, in una bellissima sala da ristorante. Gli ottanta detenuti hanno potuto così vivere così un momento sereno di convivialità e di festa. Una volta a tavola c’è stato il saluto della Vice Direttrice, Maria Celeste d’Arazio, del Vicario Provveditore Carlo Pallotta e del Vescovo che, dopo aver ringraziato la Comunità di S. Egidio e la direzione del carcere ha rivolto un saluto ai detenuti: “Oggi tra noi il primo invitato è il Bambino Gesù che celebriamo nel Natale, lui è nato a Betlemme la cui parola significa “casa del pane”, ad indicare che è venuto a condividere con noi la sua esistenza per portare amore e pace. A tutti grazie, insieme vogliamo mettere in pratica la sua parola: “amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”.


E’ stato distribuito un ottimo primo piatto, cucinato a Roma e portato a Sulmona, grazie alla generosità di una brava cuoca e dei suoi collaboratori. E’ seguito un intermezzo musicale con il fisarmonicista della comunità di S. Egidio. Di seguito il secondo, la frutta e il dolce. Il momento conviviale è stato intervallato da auguri di compleanno e dalla tombolata. A tutti è stato fatto dono di un pacco natalizio.
L’incontro di alto significato sociale e cristiano è stato reso possibile grazie all’impegno di Stefania Tallei e Fabio Gui della Comunità di S. Egidio, unitamente a tanti altri collaboratori che si sono prodigati e hanno condiviso il momento, sedendo ai tavoli con i detenuti. Presenti all’incontro la dottoressa Fiorella Ranalli, capo area educativa, il comandante Giuseppe Donato Telesca, il responsabile del reparto Matteo Baldassarre, le guardie di custodia, il cappellano P. Sante Inselvini, il direttore della Caritas diocesana, don Palmiero Amatangelo, il cappellano delle carceri di Avezzano don Francesco Tudini e suor Celeste, alcuni della Croce Rossa e il capitano del Borgo della Tomba che ha procurato le sedie e i tavoli.
Tante persone che hanno vissuto insieme ai detenuti un momento di amicizia e di fraternità per far sentire vicinanza e calore umano.
Stefania Tallei e Fabio Gui della Comunità di S. Egidio hanno colto questa opportunità dando il meglio, a loro il più vivo ringraziamento da parte dei detenuti per la testimonianza umana e cristiana così ricca e significativa.

Il movimento delle "città per la vita" si impegna anche a Natale con chi è nelle carceri italiane.

Roma. Carcere di Regina Coeli 26 dicembre 2012
Roma, Vercelli, Napoli, Genova, Firenze, Empoli, Livorno, Frosinone, Cassino, Civitavecchia, Sulmona, Catania...

E' Natale per tutti!

Nelle carceri condannate dalla Corte Europea per i Diritti Umani, dove la disperazione e la mancanza di prospettive si sommano al problema del sovraffollamento e ai tagli delle risorse per il reinserimento dei detenuti, è entrata una luce di speranza.

Le feste e i pranzi di Natale realizzati dalla Comunità di Sant'Egidio nelle carceri hanno coinvolto circa 4000 detenuti e detenute, regalando calore e amicizia a chi è solo e fiducia a chi è scoraggiato. 

Come ha esclamato un internato nel carcere di Sulmona, alla fine della Tombola: "Oggi con Sant'Egidio abbiamo vinto tutti!"
Noi ne siamo convinti: nessuno è perdente e nessuno è perduto.

Le "città per la vita" iniziano l'anno 2013 muovendo i loro passi dal dentro delle prigioni.

Carcere di Vercelli, pranzo con i detenuti 4/01/2013