mercoledì 16 dicembre 2015

Papa Francesco torna a chiedere l'abolizione della pena di morte

Abolire la pena di morte e concedere l’amnistia. È l’appello di papa Francesco contenuto nel Messaggio per la 49a Giornata Mondiale della Pace, che si celebrerà il primo gennaio 2016 sul tema: “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. Dunque papa Francesco chiede gesti concreti agli Stati in occasione del Giubileo. 
E un capitolo del suo messaggio, reso noto oggi dalla Santa Sede, è dedicato alla condizione dei prigionieri.

Innanzitutto cancellare la pena di morte

Il Papa ricorda "la finalità rieducativa della sanzione penale" e chiede di valutare "la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria". Più in generale, sottolinea che "in molti casi appare urgente adottare misure concrete per migliorare le condizioni di vita nelle carceri". E soprattutto, rinnova "l’appello alle autorità statali per l’abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore".
Papa Francesco parla al Congresso americano

Gli Stati, dice Bergoglio, sono chiamati a gesti concreti, ad atti di coraggio nei confronti delle persone più fragili delle loro società, come i prigionieri, i migranti, i disoccupati e i malati. 

C'è quindi la richiesta esplicita di concedere un'amnistia: "Desidero rinnovare l’appello a considerare la possibilità di un’amnistia".

Vinci l’indifferenza e conquista la pace


Aggiungi didascalia
Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona! All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati.

La pace nel segno del Giubileo della Misericordia. Nello spirito del Giubileo della Misericordia, ciascuno è chiamato a riconoscere come l’indifferenza si manifesta nella propria vita e ad adottare un impegno concreto per contribuire a migliorare la realtà in cui vive, a partire dalla propria famiglia, dal vicinato o dall’ambiente di lavoro.

lunedì 7 dicembre 2015

La Mongolia ha abolito la pena di morte dal codice penale!

La prima adesione a "citiesforlife" 2011

Il 4 dicembre il parlamento della Mongolia ha approvato il nuovo codice penale, la cui entrata in vigore è prevista nel settembre 2016. 

Il nuovo testo non prevede più la pena di morte. Dopo Figi, Madagascar e Suriname, la Mongolia è quindi  il quarto paese ad aver abolito la pena di morte nel 2015 e il 102esimo in totale. 


Nella foto Tamara Chikunova  
Lettura del messaggio del Presidente
al convegno dei ministri della giustizia
L’ultima esecuzione in Mongolia ha avuto luogo nel 2008. Due anni dopo, il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj commutò tutte le condanne e annunciò una moratoria sulle esecuzioni. Il 5 gennaio 2010 approvò l'adozione del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. 


L'adesione al trattato impegna solennemente il paese di fronte alle Nazioni Unite a non fare più ricorso alla pena di morte e ad adottare tutte le misure necessarie ai fini della sua abolizione nel suo sistema giurisdizionale.   

La Comunità di Sant’Egidio accoglie la notizia con grande soddisfazione ed entusiasmo, dopo aver collaborato ed accompagnato passo dopo passo il cammino inaugurato dal presidente della Repubblica Tsakhia Elbegdorj dal 2010 verso l’abolizione della pena capitale, anche attraverso il lavoro dell'attivista Tamara Chikunova.  

Nel settembre 2010 infatti una visita di una delegazione della Comunità ad Ulaan Baatar è stata determinante nella messa a punto del progetto di crescita del consenso parlamentare, fatto di iniziative politiche e culturali – assemblee nelle scuole e nelle università, campagne mediatiche sulla carta stampata e televisive, raccolte di firme sul territorio, adesione della capitale alla giornata internazionale “Città per la Vita” il 30 novembre 2011 - con il coinvolgimento dell’Unione Europea. Tale mobilitazione ha permesso nel tempo di superare gli ostacoli dovuti all’opposizione dei deputati del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo, maggioritario in Parlamento, determinati a mantenere la pena capitale nell’ordinamento dello stato. 

Il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj ha continuato in questi anni ad esprimere la sua contrarietà alla pena capitale e ad essere convinto che la pena capitale è una violazione del diritto alla vita, che le esecuzioni non hanno alcun effetto deterrente e che il rischio di errori è inevitabile in qualsiasi sistema giudiziario. Di qui il successo della attuale decisione abolizionista. 



A Ostia una preghiera per i condannati a morte



Il 4 dicembre 2015, alle ore 19 si è tenuta a Ostia, nella Chiesa della Comunità di Sant'Egidio a Lungomare Toscanelli, una preghiera per i condannati a morte e per tutti coloro che sono morti per la mano violenta dell'uomo. 


Alla preghiera hanno preso parte anche alcuni testimoni presenti a Roma in occasione della giornata mondiale delle città per la vita, come Tamara Chikunova, uzbeka, madre di un condannato a morte, Andrei Paluda, dell'Associazione bielorussa "Vesna" e Bill Pelke, dell'Associazione statunitense che raccoglie i familiari delle vittime "Journey of Hope".

Guarda il video 




domenica 6 dicembre 2015

Bill Pelke incontra i detenuti di Sollicciano

Sollicciano contro la pena di morte. Pelke incontra i detenuti

Firenze si illumina con le 'Città per la vita'. Le altre iniziative
da http://met.provincia.fi.it/

"La risposta è l’amore e la compassione per tutta l’umanità. La risposta è amare coloro che ti odiano, quelli che ti perseguitano, coloro che compiono ogni sorta di male contro di te. Io sono cristiano e Gesù ha detto: 'Chi è senza peccato, scagli la prima pietra'. Secondo questo principio nessuno di noi può lanciare la pietra della morte”. Bill Pelke non è uno che parla di miele. Lo hanno capito bene i detenuti di Sollicciano che ha incontrato ieri pomeriggio nella Sala cinema, con gli amici della Comunità di Sant'Egidio, la direzione, con gli amici della Comunità di Sant'Egidio, la direzione, don Roberto Falorsi e Ionut Coman, della Chiesa ortodossa romena. 

Ruth, la nonna di Bill, aveva 78 anni ed insegnava la Bibbia ai ragazzini del vicinato nella cittadina di Gary in Indiana. Un giorno, il 14 maggio 1985, cioè 30 anni fa, quattro ragazzine liceali bussarono alla sua porta per ascoltare la sua lezione e lei le invitò ad entrare in casa. Fu uccisa brutalmente. Un anno dopo una delle ragazze, Paula Cooper, venne condannata a morte. Aveva 15 anni all’epoca del delitto. Ora che si trovava nel braccio della morte ne aveva 16 ed era la più giovane in America. All’inizio anche Bill era d’accordo con la condanna a morte per quella ragazzina che aveva ucciso così brutalmente sua nonna. 
Anche la sua famiglia era d’accordo con lui. Poi Bill, con molti contrasti all’interno della sua famiglia, cambiò idea. Pensò che sua nonna non avrebbe voluto un altro omicidio, perché gli ricordava sempre il comandamento “Non uccidere”. Perdonò Paula. Prima cominciò a scriverle, poi andò a trovarla. Quindi cominciò a darsi da fare affinché la condanna a morte fosse commutata. Grazie alla pressione internazionale – anche in Italia vennero raccolte molte centinaia di migliaia di firme – e all'intervento di Giovanni Paolo II la condanna a morte di Paula venne commutata in una condanna a 60 anni di carcere. 
Bill, dopo 30 anni di lavoro presso un’acciaieria, è andato in pensione ed oggi dedica tutta la sua vita a parlare della sua esperienza in tutto il mondo, affinché venga ovunque abolita la pena di morte. Negli Stati Uniti gira con un pullman verde, assieme ai suoi amici di Journey of Hope e dell’Associazione Familiari delle Vittime per la Riconciliazione, con i quali condivide e comunica il suo messaggio di perdono e di pace. Sin dal 1998 ha partecipato a diversi incontri e tour internazionali nell’ambito della Campagna per l’Abolizione della pena di morte, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. 
Dopo aver partecipato con Eugenio Giani, Enrico Rossi e il Prof. Giovanni Cipriani al Consiglio regionale solenne della Toscana, dove gli è stato consegnato anche il riconoscimento del Pegaso – presenti per la Metrocittà Angelo Bassi e per il Comune di Firenze Nicola Armentano - Bill Pelke ha incontrato lunedì sera il Consiglio comunale di Campi Bisenzio, accolto dal sindaco Emiliano Fossi. Martedì mattina ha animato a Lucca una conferenza con i giovani dell'Istituto superiore di istruzione Sandro Pertini. Mercoledì 2 dicembre ha incontrato la mattina le scuole superiori di Pisa e nel pomeriggio i detenuti del penitenziario fiorentino di Sollicciano. 
Giovedì 3 dicembre, invece, si confronterà con i detenuti del carcere delle Sughere di Livorno. Dunque appuntamenti che insieme alla presentazione del volume 'Life' di Mario Marazziti la scorsa settimana a Firenze, e all'adesione di quasi tutti i Comuni metropolitani a 'Città per la vita', hanno consentito di gettare luce nei bracci della morte come luoghi da riconvertire a una logica che non uccide. Illuminati i monumenti per dire no alla pena di morte. Giani, in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio, ha fatto illuminare Palazzo Panciatichi a Firenze con la scritta '1786: no alla pena di morte. 2015: no al terrorismo'.

Innocente sfuggito al boia “testimonial” a Trieste

Da Il Piccolo
di Luca Saviano

La lotta contro la pena di morte si nutre anche della testimonianza diretta di persone che alla condanna capitale sono riusciti a voltare le spalle. Curtis McCarty ce l’ha fatta a sfuggire al boia, ma il prezzo che ha pagato è stato enorme. Il cittadino statunitense ha raggiunto Trieste, a distanza di quattro anni dalla sua ultima visita, per partecipare a un ciclo di conferenze nelle scuole superiori in occasione della Giornata internazionale “Cities for Life, Città per la Vita- Città contro la pena di morte”. 

Un’iniziativa, questa, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, con il sostegno del Comune di Trieste e dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani.

McCarty è stato scagionato dall’accusa di omicidio nei confronti di Pamela, la sua ragazza, dopo aver passato 22 anni in carcere, 19 dei quali nel braccio della morte. La sua è una storia che ha messo a nudo le crepe di un sistema giudiziario, quello statunitense, che ha spesso immolato sull’altare della presunta giustizia delle persone che poi si sono rivelate innocenti. Grazie
all’impegno dell’associazione “Innocence Project” e all’evidenza rappresentata dal test del Dna, sono venute a galla le mistificazioni che allora avevano privato McCarty della libertà, permettendo di consegnare un colpevole in pasto all’opinione pubblica. «Mi hanno rubato 22 anni di vita - racconta McCarty alla presenza del vicesindaco Fabiana Martini - , ma a Pam e alla sua famiglia hanno rubato molto di più». 

Le sue parole escono a fatica, quasi dovessero decantare in uno spazio neutro, necessario a filtrare la rabbia e il dolore che ancora lo attanagliano. «Non è facile raccontare la mia storia - spiega - . È doloroso e imbarazzante». Eppure è necessario. Troppi innocenti rimangono incastrati nelle maglie di una giustizia che produce dei mostri e che, ricorrendo alla pena di morte, «tenta di porre fine alla violenza generando ulteriore violenza». Il Texas, per fare un esempio, è lì a dimostrare l’assurdità di una scelta «che serve a sostenere personaggi che si propongono come giustizieri e che invece puntano solamente a un tornaconto in chiave elettorale». «Se la pena capitale fosse davvero efficace - così McCarty - il Texas sarebbe diventato uno dei Paesi più sicuri al mondo. E invece non è così».

L’eloquio di McCarty è un crescendo che acquista foga di parola in parola. La sua testimonianza, infatti, risponde alla necessità di ridare dignità agli anni che gli sono stati sottratti, per provare a uscire dalla dimensione del colpevole che, nonostante l’assoluzione, viene garantita a vita da una condanna per omicidio. «Vengono sprecate delle ingenti risorse per mandare a morire delle persone - il suo appello - quando si potrebbero investire questi stessi soldi per fare prevenzione e per rieducare chi ha sbagliato».

martedì 1 dicembre 2015

Il movimento delle #CitiesForLife è cresciuto con gli anni


Particolarmente significativa e importante l'edizione di città per la vita quest'anno.

Il movimento delle #CitiesforLife è cresciuto con gli anni, quest'anno ha visto l'adesione di 2031 città nel mondo, con la realizzazione di 400 eventi contemporanei. Un grosso sforzo che si connette alla difficile situazione di questo periodo storico. Sembra quasi che mentre qualcuno cerca di seminare morte, l'allargamento di questo movimento di città voglia significare l'affermazione di una cultura della vita. 

Lo ha detto ieri al Colosseo il Presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo: "la pena di morte è nella stessa logica di morte che predicano alcuni maestri del male. Questo movimento di città, l'essere nelle piazze, vincere la paura a uscire, rappresenta una risposta, un atto di fiducia nel futuro da parte di tante città del mondo". 


Continuiamo ora a lavorare per l'abolizione della pena di morte, per avere più fiducia nel futuro e per togliere terreno alla cultura della morte.


A Giugliano due ex condannati si raccontano agli studenti


GIORNATA CONTRO LA PENA DI MORTE, DUE EX CONDANNATI RACCONTANO AGLI STUDENTI DEI MARISTI LA LORO ESPERIENZA. VIDEO da:
TELECLUBITALIACH98
      https://youtu.be/OhHmyf6H3Bg



Giugliano. Si celebra oggi nel mondo “Cities for life”: l’anniversario della prima abolizione della pena di morte, il 30 novembre del 1786. 
Anche il comune di Giugliano ha aderito a questa importante iniziativa della Comunità di Sant'Egidio e questa mattina al liceo Fratelli Maristi di Giugliano ci sono state due testimonianze, quella di Sunny Jacobs che ha trascorso 17 anni in carcere in Florida, di cui cinque nel braccio della morte, per un omicidio che non aveva commesso. E quella di Peter Pringle accusato dell’omicidio di 2 agenti e condannato all’impiccagione. Ha trascorso 15 anni in carcere prima di essere riconosciuto innocente.

In seguito Peter e Sunny si sono sposati e adesso sono insieme impegnati nella campagna universale di abolizione della pena capitale. Presente all’incontro l’assessore Miriam Marino. Quello di stamattina è stato dunque un momento di incontro e confronto per alunni e docenti.

Sant'Egidio. «Cities for life», il mondo contro il boia



Da Avvenire

Il Colosseo illuminato contro la pena di morte. Oltre duemila le città che hanno aderito alla campagna. Celebrato il Nebraska, primo Stato Usa a guida repubblicana a dire no alla pena di morte


di Matteo Marcelli



La scelta del 30 novembre non è casuale. È il giorno in cui, nel 1786, il Granducato di Toscana divenne il primo Stato europeo ad abolire per legge la pena di morte. Da 14 anni però è anche la data che segna «un nuovo modo di combattere della società civile in favore di una giustizia che sappia rispettare la vita», per usare le parole di Mario Marazziti, ieri alla Camera per la presentazione di "City for life", la giornata internazionale delle città contro la pena di morte promossa dalla Comunità di Sant'Egidio. Un movimento in crescita che, secondo il presidente del Comitato per i Diritti umani della Camera, ha contribuito a portare a 114 i voti a favore per la moratoria mondiale sulla pena di morte. Una battaglia alle Nazioni Unite a guida italiana e promossa, tra gli altri, proprio dall'organizzazione romana. «La pena di morte non gode di buona salute - spiega ancora Marazziti - ma ci sono Stati in cui purtroppo le esecuzioni sono riprese. Anche per questo è necessaria un'alleanza internazionale per la vita». 
Oltre duemila le comunità che hanno aderito quest'anno, molte le capitali: Roma, Londra, Città del Messico, San Salvador, Conacry, Kinshasa, Rio De Janeiro e altre. 
Monumenti illuminati (come nel caso del Colosseo) o convegni in università, iniziative pubbliche e momenti di preghiera. In alcuni casi si tratta di società «che lottano all'interno di Stati che praticano e approvano la pena di morte - dice ancora Marazziti - o sono provate da una grande violenza come San Salvador» e City for life offre loro il suo sostegno. 
Così è accaduto anche per il Nebraska, celebrato ieri come primo Stato americano a guida repubblicana, storicamente conservatore, ad abolire la pena di morte. Un caso particolare, risolto solo nel maggio scorso anche e soprattutto grazie al voto dei repubblicani che hanno superato il tentativo di ostruzionismo del governatore Pete Riketts. Repubblicano e convinto sostenitore della pena capitale, Riketts ha prima annunciato il suo veto e poi sostenuto e pubblicizzato l'acquisto di una sostanza per l'iniezione letale, il Pentobarbital, la cui produzione è stata danneggiata anche grazie all'attività di Sant'Egidio. «Quando sono stato eletto sapevo che sarebbe stata una questione fondamentale - racconta il senatore repubblicano del Nebraska Mark Kolterman - È stato un voto difficile, ma credo che la vita inizi dal concepimento e debba finire con una morte naturale. Ritengo sia stata la decisione giusta. Ho preferito i miei principi alla strategia elettorale». Come lui anche il senatore Colby Coash, stesso partito, vuole ringraziare la Comunità per il supporto: «Quando sono diventato il leader di una coalizione trasversale contro la pena di morte non avevo idea che il mondo ci stesse guardando. Sono grato del sostegno ricevuto da Sant'Egidio». 
C`è poi l'appoggio della comunità cattolica, senza la quale l'impresa sarebbe stata ancora più difficile: «Senz'altro rappresenta un aiuto enorme - spiega ancora Colby Coash - abbiamo avuto il sostegno di tre vescovi da tre delle nostre diocesi ed è stato fondamentale». Un ruolo che riconosce anche Miriam Kelle, attivista del Nebraska e sorella di James Thimm, ucciso dopo mesi di tortura da Michael Ryan, poi condannato a morte. 
L'assassino di suo fratello è deceduto prima dell'esecuzione: «Sono grata che sia potuto morire per cause naturali - racconta - e non c'è sangue sulle mie mani. Bisogna capire che la pena di morte non è un deterrente e che il punto fondamentale è l'educazione. La chiesa cattolica può aiutare molto in questo. Si tratta di scardinare un atteggiamento mentale che dura da centinaia di anni nel nostro Paese». 

A Bulciago "citiesforlife" si scrive anche sui palazzi!





Impegno e fantasia nelle città italiane per dire No alla pena di morte

Quest'anno città per la vita è un grande movimento, un atto di fiducia nel futuro: giustizia, riconciliazione e speranza.





https://youtu.be/46A3eWRNLzc

Viterbo – Città per la vita, città contro la pena di morte



Ricorre oggi la Giornata mondiale Città per la vita, Città contro la pena di morte. Il Comune di Viterbo  ha accolto con decisione e fermezza la richiesta della Comunità di Sant’Egidio, ovvero collaborare all’organizzazione del convegno contro la pena di morte, in programma sabato 5 dicembre, dalle 10 alle 12 al Pala Expo.

“Ogni anno – ha spiegato l’assessore Giacomo Barelli – la città di Viterbo ha aderito illuminando un monumento simbolico. Quest’anno la Comunità Sant’Egidio ci chiede la compartecipazione in occasione dell’evento culturale contro la pena di morte. Si tratta di un importante appuntamento, sia per la tematica che gli illustri ed esperti relatori andranno ad affrontare, sia per la testimonianza che verrà riportata. Il convegno, grazie alla disponibilità del presidente della Fondazione Carivit Mario Brutti, si svolgerà all’interno del Pala Expo a Valle Faul. Sarà un convegno tematico, rivolto a tutta la cittadinanza. Al centro del convegno ci sarà indubbiamente l’esperienza vissuta da Curtis Edward McCarty, ex condannato a morte negli Usa, poi liberato perchè innocente dopo 22 anni, di cui 19 nel braccio della morte. E sarà lo stesso McCarty, presente all’incontro, a raccontare la sua vicenda al pubblico. Considerata l’importanza della tematica, si è ritenuto opportuno coinvolgere anche i ragazzi dell’ultimo anno di scuole superiori della città. Ringrazio la Comunità Sant’Egidio – conclude l’assessore Barelli – per aver coinvolto il Comune di Viterbo in questo nobile e importante evento”.

Più di 2.000 città del mondo partecipano alla giornata di Cities for life per dire No alla pena di morte. La Giornata Internazionale Cities for life, “Città per la Vita, Città contro la pena di morte”, si celebra ogni 30 novembre su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, in ricordo dell’anniversario della prima abolizione per legge della pena capitale decisa da uno stato europeo, il Granducato di Toscana, nel 1786. Questo pomeriggio alle 17,30, a Roma, si svolgerà l’evento conclusivo che vedrà il suo culmine nella simbolica illuminazione del Colosseo – luogo emblematico delle esecuzioni capitali negli albori della storia – per dire No a ogni omicidio di Stato. Saranno presenti ex condannati, parenti di vittime, attivisti della battaglia per l’abolizione della pena di morte. Parteciperà anche una delegazione del parlamento del Nebraska, che nel maggio del 2015 ha votato per l’abolizione della pena di morte nel paese.
http://www.iltabloid.it/blog/2015/11/30/viterbo
http://www.newtuscia.it/

lunedì 30 novembre 2015

#Citiesforlife nelle Filippine per dire no alla pena di morte

Anche nelle Filippine raduni di piazza con spettacoli e autorevoli interventi.










Treviso, Melfi, Avezzano, Bellizzi: No Justice Without Life

Treviso

E' la quattordicesima edizione di citiesforlife. Cresce il numero di città e soprattutto il numero e la qualità degli eventi organizzati nelle città italiane. 
In occasione della Giornata Mondiale delle città per la Vita/Città contro la Pena di Morte, la Comunità di Sant'Egidio, insieme all'Azione Cattolica della Diocesi di Avezzano e a "Il Volo del Coleottero", organizza un incontro che vedrà la testimonianza di Curtis McCarty, ingiustamente detenuto per 22 anni nel braccio della Morte in Oklahoma. "Abbiamo deciso di aderire alla proposta della comunità di Sant'Egidio mondo - dichiara il Sindaco Mimmo Volpe - per affermare che la città di Bellizzi è contro la pena di morte e ne chiede l'abolizione in tutto il il primo cittadino. Città contro la pena di morte". 

“Bisogna provvedere alla rieducazione e alla risocializzazione del condannato, perché è necessario aprire alla realtà esterna la comunità carceraria”. Lo ha spiegato l’Ispettore di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Avezzano, Stefano Iulianella, intervenendo al convegno promosso dalla comunità di Sant’Egidio sulla moratoria internazionale per l’abolizione della pena di morte a  Lecce nei Marsi.

Il Poliziotto Penitenziario era lì in rappresentanza della Casa Circondariale di Avezzano e come Primo cittadino di Piscina, secondo quanto racconta Antonio Salvi su marsicalive.it. 

Lo scopo della Giornata è quello di accelerare la definitiva scomparsa della pena capitale dagli scenari giuridici e penali degli stati, attraverso la diffusione di iniziative educative e culturali che mantengano viva l'attenzione sul tema. È così che conosce Pamela Willis, che ha una storia simile alla sua: famiglia benestante e vizio della droga. E dal preciso momento in cui finisce la vita di Pamela inizia la tragedia di Curtis, accusato di averla uccisa. Il duecentounesimo ad essere liberato grazie alla prova del Dna, il quindicesimo condannato a morte. 

Dal carcere, però, McCarty è uscito solo nel 2007 grazie all'impegno di "Innocence Project", un gruppo che utilizza prove basate sul Dna per liberare persone dichiarate colpevoli di delitti che non hanno commesso.

domenica 29 novembre 2015

Le città della Germania si illuminano per #citiesforlife #NoPenaDiMorte

Il 30 novembre 2015 molti monumenti delle città tedesche saranno illuminati per dire No Alla pena di morte, ve ne segnaliamo alcune:

Berlino, Illuminazione della Tower of the Berlin Town Hall

Aachen Illuminazione del Ponttor (vecchia porta della città)

Altötting Illuminazione del municipio
Dűren, Illuminazione di verde del municipio

Aschaffenburg, Illuminazione del castello


Würzburg, Illuminazione del castello

Schwerin Illuminazione del castello

Dresda, Illuminazione del Municipio

Freiburg, Illuminazione del Municipio
Dillingen/Donau Illuminazione del Municipio

Frisingia, Illuminazione del Municipio

Gelsenkirchen, Illuminazione del Municipio

Göttingen, Illuminazione del Municipio

Amburgo, Illuminazione del Municipio

Konstanz, Illuminazione del Municipio

Lüneburg, Illuminazione del Municipio

Marburg, Illuminazione del Municipio

Münster, Illuminazione del Municipio

Osnabrück, Illuminazione del Municipio

Recklinghausen, Illuminazione del Municipio

Rostock, Illuminazione del Municipio

Rostock, Illuminazione del Municipio

Weimar, Illuminazione del Municipio

Mönchengladbach, Illuminazione del museo comunale

Hildesheim, Illuminazione di un edificio antico tipico della città (Knochenhaueramtshaus)

Norimberga, Illuminazione della strada per i diritti umani
Bonn, Illuminazione del Münster (la chiesa centrale)

Coburg, mette una bandiera contro la pena di morte al municipio

Lipsia, suona ogni ora la campana di Goerdeller (monumento per il sindaco condannato a morte durante il nazismo)

Brema, Illuminazione del monumento simbolo della città

Leer, Illuminazione del Museo di Storia Nazionale

Bayreuth, Illuminazione del Palazzo Vecchio

Pescara rinnova la sua adesione: la torre campanaria si tinge di blu

Pescara dice ‘no’ alla pena di morte: la torre campana s’illumina di blu

Pescara dice ‘no’ alla pena di morte: la torre campana s’illumina di blu



Pescara. Sono 140 i Paesi nel mondo che hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica, stando ai dati di Amnesty International aggiornati a marzo 2015. Un numero crescente che fa sperare alla sua graduale scomparsa, anche se la strada da percorrere è ancora lunga: sempre secondo i dati di Amnesty, sono più di 300 le condanne a morte eseguite nel solo 2015, ma viene specificato che queste potrebbero essere molto più numerose, visto che ci sono molti Paesi asiatici e mediorientali che praticano la pena di morte di cui non si riescono ad avere dati certi.
Gli Usa hanno eseguito 10 condanne a morte nel 2015.
In occasione della Giornata internazionale ‘Città per la vita/Contro la pena di morte’, giunta quest’anno alla sua quattordicesima edizione, oltre 2000 città in tutto il mondo ‘s’illuminano’ per esprimere la loro totale adesione all’eliminazione di questo strumento ‘punitivo’, ancora largamente adoperato.
L’evento è promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha dichiarato il 30 novembre “Giornata cittadina contro la pena di morte”. “Pescara ha voluto confermare il suo impegno a favore della campagna internazionale per l’abolizione della pena capitale e rinnovare la sua adesione all’iniziativa “Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte”, ha affermato il sindaco, Marco Alessandrini. “L’Amministrazione riconferma la mobilitazione, dando dei segni tangibili per ricordare che ci sono strumenti precisi e severi per scontare una pena e non snaturarsi. E’ una campagna di coraggio e civiltà che soprattutto in questo periodo è necessario sostenere”.
“La data” ha ricordato l’assessore alle Politiche europee, Laura Di Pietro, “è stata scelta in ricordo della prima abolizione della pena capitale avvenuta nel Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786. La Giornata rappresenta la più grande mobilitazione planetaria contro la pena capitale e l’obiettivo, come dichiarato dai promotori, è di stabilire un dialogo con le società civili, coinvolgere gli amministratori in un percorso di abolizione della pena di morte e un rafforzare l’impegno in tal direzione come caratteristica identitaria della città che aderisce e dei suoi cittadini”.
“Non ultimo, sostenere, nelle nazioni in cui la pena di morte è praticata, il coinvolgimento di attivisti e organizzazioni locali all’interno di una rete internazionale. Pescara lo farà colorando d’azzurro la Torre Civica, esponendo un banner sulla facciata d’ingresso di Palazzo di Città e inserendo sul sito istituzionale dell’ente lo specifico link”.

Chiavari: l'impegno contro la pena di morte



TGR Liguria del 27 novembre - Chiavari città per la vita, contro la pena di morte
siglato il documento di adesione all'iniziativa della Comunità di sant'Egidio #citiesforlife

La fontana di Piazza matteotti si tinge di blu.



Scarica il video del TG
https://pogoplug.com/s/PulCaHn4irM/

Ci sono tensioni nel mondo ma noi affermiamo la difesa della vita.
Il valore della vita prevale sempre, anche quando, come in questo momento, atti terroristici calpestano la vita degli uomini, soprattutto adesso. 
Il Giubileo della Misericordia è anche impegno verso ogni forma di esclusione e di pena definitiva e estrema. 

Trieste illumina il Ponte Curto

Ponte Curto, Trieste

Lunedì si celebra la quattordicesima edizione della Giornata internazionale “Cities for life Città per la Vita / Città contro la Pena di Morte” , in ricordo della prima abolizione della pena capitale nel Granducato di Toscana nel 1786.
Da ieri e fino a sabato 5 dicembre sarà illuminato in maniera speciale, cioé in color magenta, il Passaggio Joyce, comunemente detto Ponte Curto quale “logo vivente” dell'adesione alla campagna contro la pena di morte.
L’ iniziativa consente di valorizzare il ruolo che nel processo abolizionista possono giocare le Municipalità. La più grande mobilitazione abolizionista di livello mondiale comprende circa 2000 città, tra cui più di 78 capitali nei cinque
continenti.  

Il Comune di Trieste ha aderito a questa iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e sostenuta dall'Anci. La sezione locale della Comunità di Sant'Egidio organizzerà per le scuole e la cittadinanza, tra il 3 e il 5 dicembre un ciclo di incontri con Curtis McCarty, condannato in Oklahoma e poi riconosciuto innocente dopo aver passato in carcere quasi 22 anni, di cui 19 nel braccio della morte, per un crimine mai commesso. Curtis McCarty racconterà tutti i passaggi della sua storia atroce, un passato da ragazzo di buona famiglia caduto nella rete della droga e della criminalità. 

È così che conosce Pamela Willis, che ha una storia simile alla sua: famiglia benestante e vizio della droga. È una storia che finisce male, perché Pamela viene ammazzata nel suo appartamento. E dal preciso momento in cui finisce la vita di Pamela inizia la tragedia di Curtis, accusato di averla uccisa. 


Ponte Curto


 . Ma Curtis era solo un tossicodipendente, non un omicida: non era stato lui, mai in quel momento “serviva” un colpevole. Ed è così che Curtis fu condannato a morte con una falsificazione delle prove smascherata solo dopo quindici anni, nel 2000. Dal carcere, però, McCarty è uscito nel 2007 grazie all'impegno di “Innocence Project”, un gruppo che utilizza prove basate sul Dna per liberare persone

dichiarate colpevoli di delitti che non hanno commesso. È da quel momento che Curtis ha deciso di portare in giro per il mondo la sua storia, perché anche in paesi come l'Italia, dove la pena di morte non c'è, bisogna sapere cosa succede negli Usa e lotta

sabato 28 novembre 2015

#Citiesforlife in Indonesia, perché non c'è giustizia senza vita


#NOJUSTICEWITHOUTLIFE

Sono molte le iniziative organizzate dalle Comunità di Sant'Egidio in Indonesia per la Giornata Mondiale delle città per la vita - contro la pena di morte.

Fiaccolate e distribuzione di fiori nelle piazze di Jakarta, Kupang, Atambua, Jogyakarta, Kefamenanu, Bandung, Medan, Maumere, Ende, Pontianak e Duri, per dire SI alla vita!




In ogni città alla fine della manifestazione sarà letto un appello per chiedere l'abolizione della pena di morte.


 

Intervista a Mario Marazziti su Life. Guarda il video



Un libro sulla pena di morte: Life. Da Caino al Califfato, verso un mondo senza pena di morte

Intervista a Mario Marazziti


I tanti cambiamenti ottenuti sono frutto di un lavoro di dialogo. Il fronte abolizionista è cresciuto. Insieme niente è impossibile


Guarda l'intervista:

Dagli errori giudiziari al braccio della morte: la pena capitale al centro del dibattito leccese

Curtis McCarty

http://www.marsicalive.it

Lecce nei Marsi 
Si è tenuto questa mattina, nella casa della cultura “Luana Spallone” della cittadina fucense, il convegno promosso dalla comunità di Sant’Egidio sulla moratoria internazionale per l’abolizione della pena di morte. 

Il convegno è stato organizzato in occasione delle celebrazioni per la giornata mondiale delle città per la vita e contro la pena di morte, che si tiene il 30 novembre di ogni anno, rappresentando la più grande mobilitazione contemporanea planetaria in favore di una più alta e civile forma di giustizia, per la definitiva rinuncia alla pena capitale. 

Erano presenti: il sindaco del Comune di Lecce nei Marsi, Gianluca De Angelis; in rappresentanza della direzione della casa circondariale di Avezzano, l’ispettore della polizia penitenziaria nonché primo cittadino di Pescina, Stefano Iulianella; per la comunità di Sant’Egidio, Fabio Gui; il presidente della comunità del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Di Santo; il presidente del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara; i professori Andrea Bollini e Maria Gigli; il testimonial per la vita, Curtis Edward McCarty. 
Lecce dei Marsi


Hanno partecipato all’iniziativa anche gli alunni dell’istituto comprensivo “San Giovanni Bosco” di Lecce nei Marsi, Gioia dei Marsi e Ortucchio. Presente anche la junior band “I Leoncini d’Abruzzo”, diretta dal maestro Mariano Filippetti. 

“La violenza genera altra violenza. Chi ha commesso un reato, anche molto grave, deve essere recuperato e non punito attraverso la pena di morte, perché la vita è una sola e questa unicità la rende sacra e intoccabile”, ha commentato il sindaco De Angelis in apertura dell’appassionante convegno. “Bisogna provvedere alla rieducazione e alla risocializzazione del condannato, perché è necessario aprire alla realtà esterna la comunità carceraria”, ha spiegato il primo cittadino Iulianella. 

“Il Governo statunitense legittima la pena capitale, per soddisfare le vittime e i loro familiari. Non riesco a descrivere quanto io sia felice di essere ancora vivo”, è l’incredibile storia e la didascalica testimonianza di Curtis Edward McCarty, vittima di un clamoroso e inaccettabile errore giudiziario:20151128_122346 il 124esimo condannato a morte ad essere liberato dopo essere stato riconosciuto innocente. Un uomo che ha trascorso in carcere quasi ventidue anni della sua vita (negli Usa, Oklahoma), di cui diciannove nel braccio della morte, per un crimine che non aveva mai commesso. Grazie all’intervento dell’associazione “Innocent project”, che riuscì a far sottoporre McCarty al test del dna, egli venne poi definitivamente scagionato e rilasciato l’11 maggio 2007. 

Tra i temi trattati anche la legislazione italiana, con puntuali riferimenti alla normativa settoriale: la pena di morte è stata abolita dall’articolo 27, comma 4, della nostra Costituzione – per i reati comuni e per i reati militari commessi in tempo di pace – ex decreto legislativo luogotenenziale numero 224 del 1944 e ai sensi del decreto legislativo numero 21 del 1948. La legge numero 589 del 1994 ne ha disposto l’abolizione anche dal codice penale militare di guerra e dalle leggi militari di guerra. La legge costituzionale numero 1 del 2007 ha soppresso – all’articolo 27, comma 4, della nostra Costituzione – anche le parole “se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra”. 

L’incontro si è concluso con una breve trattazione sulla politica estera italiana che si è sempre contraddistinta, con il supporto dei Parlamenti nazionale ed europeo, a sostegno della moratoria internazionale – nell’ambito dell’Onu – per l’abolizione della pena capitale. I dati (preoccupanti) di “Amnesty international” sulle esecuzioni nel mondo ci rivelano che, a fronte di un crescente numero di stati abolizionisti, purtroppo sono ancora tanti gli stati mantenitori della barbarie della pena di morte. 

Appello dei Vescovi australiani per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo


I vescovi dell'Australia si oppongono alla pena di morte e chiedono che venga abolita in tutto il mondo, mettendosi a disposizione per contribuire efficacemente a questo obiettivo.

L’appello è stato lanciato dalla Conferenza episcopale al Parlamento australiano. 

I vescovi hanno ricordato la ferma opposizione della Chiesa alla pena capitale, e che i cattolici sono “incondizionatamente a favore della vita”. 

Hanno ribadito che la dignità umana è un principio fondamentale della dottrina sociale cattolica e che “ogni essere umano ha piena dignità perché siamo tutti creati a immagine di Dio”. 

La Chiesa si oppone alla pena capitale anche perché “è crudele e priva la persona condannata della misericordia di Dio”, eliminando la possibilità “di pentirsi e di trovare la pace con Dio e con gli altri”. Inoltre essa non “è un deterrente utile”. 

I vescovi invocano una strategia comune con le Chiese di tutto il mondo e guardano alla Santa Sede perché svolga un ruolo internazionale in quest’opera di sensibilizzazione nelle sedi internazionali. Ma considerano anche “le opportunità per i Vescovi australiani di lavorare con i fratelli di altre Conferenze episcopali e attraverso la rete globale della Chiesa per attuare una strategia più ampia”. 


La pena di morte non è in vigore in Australia, ma i Vescovi hanno spesso chiesto clemenza per i condannati a morte indicendo veglie di preghiera per il rispetto della vita. come nel caso che nell'aprile scorso ha portato alle esecuzioni dei due connazionali Andrew Chan e Myuran Sukumaran, in Indonesia.