giovedì 21 agosto 2014

La città di Montréal adotta la mozione "cities for life!"!

Montréal è "Città per la vita"! lo ha deciso il Consiglio Municipale della città, impegnandosi per l'abolizione della pena di morte nel mondo.

La mozione, presentata dalla  Emilie Thuillier, consigliera di Ahuntsic, e appoggiata da Richard Bergeron, consigliere di Saint-Jacques, è stata discussa e approvata il 19 agosto scorso. 

Il consiglio ha approvato dunque:
- l'adesione a cities for life, con la quale Montréal si unisce alla vasta coalizione di città schierate contro la pena capitale.
- la proclamazione del 30 novembre con giornata mondiale contro la pena di morte a Montréal.
- l'illuminazione di un monumento per la giornata del 30 novembre 2014. 

La Giornata Mondiale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte rappresenta la più grande mobilitazione contemporanea planetaria per indicare una forma più alta e civile di giustizia, capace di rinunciare definitivamente alla pena capitale. Il coinvolgimento degli amministratori locali in un percorso di abolizione della pena di morte, fa entrare  la città che aderisce e i suoi cittadini all’interno di una rete internazionale e diventa una caratteristica identitaria della città stessa. Si aprono occasioni di dialogo con amministratori di aree in cui la pena capitale è vigente e/o viene praticata. Ciò rafforza l’azione degli attivisti e delle organizzazioni abolizioniste.  

Il testo della mozione:

Motion de l’opposition officielle adoptée à l’unanimité lors du conseil municipal du 18 août 2014

Attendu que c’est un Montréalais, M. Warren Allmand, alors solliciteur général, qui a déposé et fait adopter en 1976 un projet de loi abolissant la peine de mort au Canada;

Attendu qu’en 2013, ce sont 1682 villes de 89 pays autour du monde qui se sont associées à la Journée internationale « Villes pour la vie – contre la peine de mort », dont Rome, Bruxelles, Berlin, Mexico, Vienne, Paris, Stockholm et Bogota;

Attendu que plusieurs villes canadiennes et québécoises y participent aussi, notamment Ottawa, Toronto, Saint-Jérôme, Boucherville et Saint-Lambert;

Attendu que de nombreuses exécutions ont encore lieu chaque année dans plusieurs pays et que la sensibilisation du public demeure essentielle;

Il est proposé par Émilie Thuillier, conseillère d’Ahuntsic, et appuyé par Richard Bergeron, conseiller de Saint-Jacques :

Que la Ville de Montréal adhère au mouvement mondial « Villes pour la vie – contre la peine de mort » afin de joindre une vaste coalition demandant la fin de toutes les exécutions capitales à travers le monde;

Qu’en conséquence, le 30 novembre soit proclamé « Journée pour la vie – contre la peine de mort »;


Que, pour souligner cette journée, la Ville procède à l’illumination d’un monument le 30 novembre 2014.


 http://webtv.coop/video/Assemblee-du-conseil-municipal-de-Montreal-19-aout-2014



martedì 12 agosto 2014

Ohio: moratoria prolungata fino al 15 gennaio 2015

La moratoria delle esecuzioni sarebbe scaduta venerdì, ma un giudice federale americano ha deciso di estenderla, in seguito ai tragici eventi legati all'utilizzo di farmaci non idonei per le iniezioni letali.

La sentenza del giudice distrettuale Gregory L. Frost fermerebbe le tre esecuzioni previste ancora in Ohio per il 2014, che dovranno in seguito essere riprogrammate dalla Corte suprema dello Stato. 

Ad aprile scorso, il dipartimento penitenziario aveva annunciato l'aumento delle dosi dei nuovi farmaci usati nel cocktail letale. Come noto le case farmaceutiche europee hanno sospeso la vendita dei prodotti che venivano solitamente somministrati per uccidere i detenuti, essendo questi diventati irreperibili sono state sperimentate nuove sostanze. 


Questo ha causato gravi problemi nelle esecuzioni. A gennaio un condannato, Dennis McGuire, aveva impiegato più di 20 minuti a morire in Ohio. Casi simili e peggiori sono accaduti in Oklahoma e Arizona, dove di recente un condannato ha avuto un'agonia di due ore. 

lunedì 11 agosto 2014

Parere negativo del Gran Mufti d'Egitto sulle condanne a morte

Un rimprovero ufficiale da parte del Gran Mufti d'Egitto, Shawqi Allam, massima autorità religiosa islamica in Egitto, che rifiuta di approvare le condanne a morte inflitte da un tribunale ad alti dirigenti dei fratelli musulmani perché il caso non è supportato da prove. Lo dichiarano i funzionari del tribunale, lo apprendiamo dal New York Times del 7 agosto scorso con un interessante articolo a firma di Kareem Fahim e Merna Thomas. 

Il parere emesso rappresenta uno sforzo insolito da parte di una figura di spicco per bloccare il potere giudiziario del paese, che ha emesso centinaia di condanne a morte e dure pene detentive nel corso dell'ultimo anno. 
Le condanne a morte che il signor Allam ha respinto riguardavano Mohamed Badie, il leader della Fratellanza, e diverse altre figure di spicco che sono state condannate per istigazione all'omicidio durante le violenze di strada al Cairo la scorsa estate. Come previsto in casi di pene capitali, il giudice ha comunicato le sentenze al Mufti in giugno. Anche se le sue opinioni sono solo consultive, hanno un peso significativo. 

giovedì 7 agosto 2014

Esecuzioni per stregoneria in Arabia Saudita

Le autorità di Riad hanno giustiziato un uomo riconosciuto colpevole di stregoneria nella provincia di al-Jawf nel nord dell'Arabia Saudita. Lo ha reso noto il ministero degli Interni riferendo che l'imputato si chiamava Mohammed bin Bakr al-Allawi ed era di nazionalità saudita. Nella stessa giornata di martedì 5 agosto un altro uomo, anche lui di al-Jawf, è stato giustiziato per aver picchiato fino alla morte il figlio di due anni, ha detto il ministero.

In Arabia Saudita è in vigore una rigida applicazione della sharia, la legge islamica, che impone la pena di morte per una serie di reati tra cui il traffico di droga, lo stupro, la rapina a mano armata, l'omicidio e la stregoneria. Nel 2013 sono state eseguite 78 condanne a morte, il numero piu' alto al mondo dopo Cina, Iran e Iraq.

Ma c'è allarme per le esecuzioni anche in Iran, Somalia e Vietnam. 
A Teheran un primo anno di coperto di sangue quello della presidenza di Hassan Rohani. Eletto nel 2013, Rouhani durante la campagna elettorale aveva promesso una "carta dei diritti civili" ponendosi come alterativa "moderata" al predecessore Mahmud Ahmadinejad. Purtroppo, deludendo le aspettative, risultano 900 esecuzioni dall'estate del 2013, l'Iran dunque è tornato indietro. Gli ultimi in ordine di tempo a essere giustiziati sono stati dieci iraniani di cui otto con impiccagione collettiva nella città di Birjand il 20 luglio. 

La giustizia di al-Shabaab. Farhiyo Abdinasir Mohamed, una ragazza somala di 14 anni, è stata giustiziata in pubblico da miliziani di al-Shabaab. La colpa, secondo i giornali locali, quella di essere una spia del governo federale. Secondo i miliziani, la ragazza avrebbe ammesso di aver passato informazioni a funzionari governativi. Dopo esser stata arrestata e interrogata, la ragazza è stata tenuta prigioniera per alcuni giorni. Dopo l'esecuzione pubblica nella città di Dinor un portavoce dei miliziani ha avvertito tutti i presenti di non intrattenere alcun rapporto con il governo. A partire dal mese di marzo, sono almeno otto gli uomini giustiziati dagli Al-Shabaab con l'accusa di spionaggio in favore del governo e di agenzie di intelligence straniere.


La pena di morte è tornata in Vietnam. Dopo lo stop del 2012, anno in cui Hanoi non aveva eseguito nessuna condanna capitale, le esecuzioni sono riprese. Tre solo nel mese di luglio 2014 a poche ore di distanza l'una dall'altra. L'arresto delle esecuzioni nel 2012 non è stato dettato da un cambiamento di rotta del governo, ma dal rifiuto dell'Unione Europea di vendere le sostanze necessarie a confezionare l'iniezione letale. A causa di questo blocco, Hanoi ha dovuto rimandare le esecuzioni, ma questa attesa, unita all'incertezza della data dell'esecuzione, ha  portato molti detenuti alla psicosi e in alcuni casi al suicidio in cella.

lunedì 4 agosto 2014

In Somalia eseguiti tre sospetti militanti per fucilazione

Domenica 3 agosto un tribunale militare somalo ha eseguito la condanna a morte di tre uomini accusati coinvolti in un attacco terroristico contro il palazzo presidenziale a Mogadiscio.  Gli uomini, tutti membri di al-Shabab, erano stati giudicati colpevoli di aver ucciso civili e di aver architettato l'attacco di luglio, ed erano stati condannati a morte da un tribunale militare.  Gli uomini sono stati incappucciati e legati ai pali con le mani 
dietro la schiena in un campo nella capitale Mogadiscio, dove la folla era riunita per assistere all'esecuzione. L'attacco del 5 luglio ha visto ribelli al-Shabab attaccare il palazzo presidenziale con armi da fuoco e bombe mentre il Presidente Hassan Sheikh Mohamud era via. I miliziani entrarono nel palazzo presidenziale mettendo un'autobomba vicino all'ingresso del compound, dopo di che attaccarono da due direzioni, dissero all’epoca dei funzionari. 
Le attuali esecuzioni dunque sono parte di un giro, questi membri di al Shabaab erano stati processati da tribunali militari fin dal 2011. Il governo della Somalia intende infatti imporre un ordine da più di due decenni nel paese lasciato nel caos dopo la caduta di Mohamed Siad Barre.





Un portavoce di al-Shabab ha dichiarato che 14 soldati governativi furono uccisi, mentre un funzionario della sicurezza ha aggiunto che nove assalitori coinvolti nel raid furono eliminati.

domenica 3 agosto 2014

Pena di morte, in Alabama sospese le esecuzioni per mancanza di farmaci

Le esecuzioni rimarranno sospese in Alabama almeno fino alla prossima primavera. Lo ha detto il senatore repubblicano Cam Ward, spiegando che non ci sono “i farmaci, e una nuova legge per reperirli non passerà prima di marzo o aprile dell’anno prossimo", mentre "le ditte farmaceutiche si rifiutano di fornirle, a meno che lo stato non fornisca loro un qualche tipo di protezione o immunità”.

Il deputato repubblicano Lynn Greer, nella fase legislativa appena conclusa aveva presentato un disegno di legge per tenere segreta l’identità di tutti coloro che partecipano a qualsiasi titolo ad una esecuzione, comprese le ditte che forniscono i farmaci letali. La legge era passata alla Camera il 5 marzo 2014, ma non ha fatto in tempo a passare al Senato prima del 3 aprile, data di chiusura della sessione legislativa 2014.

Greer ha preso atto della resistenza di alcuni suoi colleghi al fatto che la sua legge prevedeva “troppa” segretezza nella procedura di esecuzione, e si è detto pronto a presentare una nuova proposta più attenuata. “Quello che chiedono le ditte farmaceutiche è di non finire in pasto all’opinione pubblica, ma detto questo non credo che a nessuno debba essere concessa l’immunità totale”, ha dichiarato.

In Alabama ci sono 16 detenuti nel braccio della morte che hanno esaurito i ricorsi possibili, e sono in attesa di esecuzione. (fonte Nessuno tocchi Caino)