martedì 18 giugno 2013

Paula Cooper è tornata in libertà, salvata dal perdono e dalla pietà.

Paula Cooper oggi

La Comunità di Sant’Egidio festeggia oggi la liberazione dal carcere di un’amica speciale.  La nostra amica Paula Cooper da oggi è una donna libera. 

Paula è il simbolo di una vita che ricomincia, di una vita che può cambiare, dopo molti anni di carcere.
Mostrerà al mondo che la vita è bella.

La vicenda di Paula dimostra come interessarsi dei condannati a morte, mostrare loro amicizia,  non solo non è inutile, ma può essere un mezzo efficace per parlare di pace e di riconciliazione.
L' amicizia, anche se solo attraverso le lettere, è un'arma potente, dà coraggio, aiuta a cambiare, salva la vita, fa la differenza.
 
Attraverso l’amicizia personale con Bill Pelke e da quando ha conosciuto quest’uomo eccezionale (quindi almeno dal 1998), Sant’Egidio ha atteso – assieme a lui – di vedere Paula libera, dopo aver scontato una pena molto lunga, di quasi 30 anni, nei quali è riuscita a laurearsi, ma soprattutto ha maturato una vocazione ad aiutare altri giovani, che hanno vissuto esperienze di grande violenza.
La storia di Paula è la dimostrazione di quanto la pena di morte non sia necessaria, non sia utile a sanare in alcun modo il dolore della famiglia della vittima e di quanto sia importante invece che lei sia ancora viva.
La sua vicenda venne a scuotere l’opinione pubblica in Europa, in un mondo che non era ancora globalizzato e che ancora faceva a meno di internet.
Anche in Italia i giornali si occuparono dell’assassinio di Ruth Pelke, avvenuto nel 1985 a Gary, cittadina del Nord Indiana, ai confini con l’Illinois. Tre ragazzine di colore, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, decisero di rapinare un’anziana catechista di 78 anni (che conosceva una delle tre). Mentre una faceva da palo, le altre due rovistavano nelle cose dell’anziana, ma poi forse perché temeva di essere stata scoperta, una delle tre uccise la poveretta, senza pietà. Il frutto della rapina: pochi dollari e la vecchia auto della signora. La polizia in poche ore trovò le tre ragazzine, ma poi al processo delle tre solo Paula fu condannata a morte, mentre le altre scontarono diversi anni in carcere.
Si creò un legame stretto con l’Italia, dove ci fu un’ampia mobilitazione per salvare Paula, in gran parte grazie all’iniziativa di don Germano Greganti (fondatore di “Non uccidere”) e di P. Vito Braconi. Alla raccolta di firme parteciparono anche diverse persone della comunità di Sant’Egidio. Arrivò poi anche il decisivo intervento di Papa Giovanni Paolo II, che intercesse perché quella quindicenne non finisse sulla sedia elettrica. Alla fine, molti anni prima che la Corte Suprema degli Stati Uniti abolisse la pena capitale per i minorenni, la Corte commutò la condanna a morte in 60 anni, poi ridotti a 30 in considerazione della buona condotta.
Come dice Bill Pelke, nipote della vittima, che dopo aver perdonato Paula ha lottato strenuamente affinché le fosse salvata a vita: “E’ la realizzazione di un sogno, frutto del perdono e della riconciliazione. Quando mia nonna morì aveva in mano la Bibbia e piangeva. Sono certo che quelle lacrime erano il segno del suo perdono. Nanà (la nonna) non avrebbe mai voluto la morte di nessuno, neanche del suo assassino. Oggi – prosegue Bill - Paula non ha niente a che fare con quella ragazzina, è diversa, ha studiato, vuole aiutare i giovani in difficoltà, per dimostrare che si può davvero ricominciare. No alla pena di morte.” La VITA È BELLA.

L'associazione di familiari delle vittime Journey of hope
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/paula_cooper
http://www.ilmattino.it/primopiano/esteri/paula_cooper_sedia_elettrica/notizie/293343.shtml

 
 

4 commenti:

  1. Condivido con voi i sentimenti di amicizia e speranza che hanno segnato questi lunghi anni: dalla Route Nazionale Agesci del 1986 con la consegna delle firme per Paula a papa Giovanni Paolo II, all'ininterrotto rapporto epistolare con Paula. Speriamo che possa trovare la sua strada e una nuova vita. Gabriele De Veris

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  2. Caro Gabriele, grazie per la tua, anzi la vostra, conferma dei sentimenti verso Paula e verso ogni condannato per il quale combattere e sperare, sempre. Restiamo contatto! Stefania Tallei

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  3. No alla pena di morte.” La VITA È BELLA.
    Oggi – prosegue Bill - Paula non ha niente a che fare con quella ragazzina, è diversa, ha studiato, vuole aiutare i giovani in difficoltà, per dimostrare che si può davvero ricominciare.
    E' vero. W un mondo senza pena di morte!

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  4. Nobody abandon the hope because the love invisibile is GREAT. The strength of the LIFE.LIGHT IN MY SOUL.I HOPE I HAVE A DREAM

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