domenica 2 giugno 2013

Guinea Conakry: chiesta la pena di morte per gli imputati dell'attentato del luglio 2011

Il 31 maggio 2013, il Procuratore della Corte d'Assise di Conakry ha richiesto la pena di morte per quattro imputati e l'ergastolo per altri quattro, accusati dell’attacco alla casa del presidente Alpha Condé nel luglio.
Il pubblico ministero, William Fernandez, come si è appreso da fonte giudiziaria, avrebbe chiesto la pena di morte per due militari e per due civili, tra cui una donna, e il carcere a vita per gli altri quattro.  Gli otto imputati sono accusati di cospirazione, attacco contro l'autorità dello Stato, omicidio, tentato omicidio, possesso illegale di armi e munizioni da guerra. Il processo, iniziato nel mese di gennaio 2013, continuerà con le arringhe della difesa.
Il 19 luglio 2011, la residenza privata del capo di Stato della Guinea era stata attaccata di notte da ignoti. Dopo questo attacco, erano state arrestate sessanta persone, quasi tutti soldati, tra cui il Generale Nouhou Thiam, l'ex capo di stato maggiore dell'esercito sotto il regime di transizione guidato dal generale Sékouba Konate nel gennaio-dicembre 2010.
 
La Comunità di Sant'Egidio, come è noto è presente nel paese, e assai attiva nelle carceri accanto ai prigionieri con la fornitura di generi di prima necessità, come il cibo e il sapone, e nella difesa legale. 
Ogni anno in Guinea Conakry si ricorda la Giornata delle "città per la vita - contro la pena di morte" e la necessità di una società meno violenta insieme a migliaia di persone, giovani e non. Proprio lo scorso 4 dicembre 2012, alla vigilia del voto in Assemblea ONU della moratoria delle esecuzioni capitali, ha tenuto un'importante conferenza presso l'Università Mahatma Gandhi, che ha raccolto centinaia di giovani universitari.  
La Comunità di Sant'Egidio auspica che l'Africa e la Guinea giungano presto alla decisione di costruire una società senza pena di morte.

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