venerdì 28 giugno 2013

La Chiesa della Nigeria sulle recenti esecuzioni: "La vita è il bene più prezioso..."

 

A Benin City, la capitale dello Stato meridionale di Edo, lunedì sono state eseguite quattro condanne a morte. La massima pena nei confronti dei detenuti era stata comminata nel 1997, due anni prima della fine del regime militare e dell’inizio di un’esperienza liberal-democratica. Con un’ordinanza emessa il 16 giugno scorso, la ripresa delle esecuzioni era stata autorizzata dal presidente Goodluck Jonathan.
 
La ripresa delle esecuzioni capitali costituisce “un ritorno ai giorni più bui delle violazioni dei diritti umani in Nigeria” lo ha detto monsignor Emmanuel Badejo, il vescovo di Oyo, annunciando un'imminente nota della Conferenza episcopale sulla fine della moratoria durata sette anni. A Benin City, capitale dello Stato di Edo, lunedì sono state eseguite quattro condanne. La Chiesa nigeriana esprime la sua netta condanna: “La vita è il bene più prezioso perché gli uomini sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio e a tutti deve essere data una possibilità di ricominciare”. Monsignor Badejo, riferendosi anche alla crisi nel nord del paese, con gli attentati del gruppo armato Boko Haram e alla repressione delle Forze armate che a volte non risparmia gli innocenti, si dice convinto che “la ripresa delle esecuzioni capitali rischia di aggravare una cultura di violenza in tempi già difficili per la Nigeria”.

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