L'intervista di Suor Camille D' Arienzo a Padre George Williams pubblicata su National Catholic Reporter.
(Traduzione a cura della redazione di questo Blog)
Padre George Williams, gesuita, 56 anni, da 4 anni cappellano nel braccio della morte di San Quentin, in California, uno dei bracci della morte più numerosi degli Stati Uniti, con 750 detenuti.
Sr. Camille d'Arienzo |
Seguendo le indicazioni di Sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, che invitava i suoi discepoli a visitare e ad assistere i detenuti, ha seguito la chiamata ed ha scoperto una realtà davvero sorprendente, che gli ha fatto provare più gioia di quanto mai avrebbe potuto immaginare, in un Paese che ha la più alta percentuale di carcerati al mondo ed in cui i periodi di massimo isolamento possono durare anche centinaia di settimane.
Poi il passaggio al braccio della morte, a visitare coloro che tutti consideravano dei mostri immeritevoli di qualsiasi assistenza e attenzione. Lì ha scoperto che aveva a che fare con esseri ancora molto umani, con una dignità ed un valore, che Dio ama nonostante il male che
possono aver commesso. Oggi Padre George visita i condannati, arrivando fino all'esterno della cella (grandi poco meno di 1,5 mt per 3,0 mt e senza finestre), mentre quando celebra la messa viene chiuso in una gabbia ed è costretto ad indossare sotto i paramenti un giubbotto antiproiettile.
Sia nei carceri ordinari, che nel braccio della morte Padre George prova ad ispirarsi alle parole dell'Apostolo Paolo che invita a ricordarsi dei carcerati, "come foste carcerati con loro".
http://nodeathpenalty.santegidio.org/it/news
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