In questi giorni si trova a Roma la mamma di Victor Saldaño, 41 anni, cittadino argentino condannato a morte in Texas nel 1996 per la sua partecipazione al crimine di Paul King commesso nella città di Plano (Texas) nella contea di Collins nel 1994. A partire da quella data trascorre la sua vita in una cella del “braccio della morte” di Livingston in Texas.
Andrea Poretti della Comunità di Sant'Egidio in Argentina interviene in difesa di Vìctor Saldaño |
La madre Lidia Guerrero e Víctor Saldaño stesso nel 1999 denunciano gli Stati Uniti alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani per violazione della legalità. L’Unione Europea partecipa attivamente a questo processo giurisdizionale internazionale. Il tentativo è quello di giungere a una ‘soluzione amichevole’, una via legale prevista dagli Stati Uniti, che viene però resa vana di fronte alla volontà politica del Texas di eseguire la sentenza e uccidere Víctor Saldaño.
Queste sono le fasi giudiziarie della tragica storia di questo Argentino che si trova da 17 anni nel “braccio ella morte” del sistema penitenziario texano in condizioni che tecnicamente si possono definire di “tortura” in base alle convenzioni internazionali.
La pena di morte non ha nessun valore di dissuasione, né di protezione della sicurezza. Non ci sono statistiche che provino che la pena di morte diminuisce la criminalità né dissuade dall’uso della violenza. Inoltre con la prova del DNA sono stati scoperti numerosi errori giudiziari nell’applicazione della pena di morte negli Stati Uniti.
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http://nodeathpenalty.santegidio.org/it/appelli-urgenti/
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