domenica 2 giugno 2013

California: prosegue la moratoria sulle esecuzioni

Una moratoria sulle esecuzioni capitali in California ha trovato conferma giovedì 30 maggio da parte di una Corte d'Appello, che chiede di non procedere con le esecuzioni fino a che non sia instaurato un nuovo protocollo per la procedura dell'iniezione letale.
Il California 736 condannati a morte si trovano attualmente nel braccio della morte. Non vengono eseguite esecuzioni capitali da 7 anni, che sono serviti per individuare i tragici errori che hanno portato a condanne di innocenti, ma anche a consolidare lo stato americano, nonostante l'insuccesso del referendum dello scorso novembre che ha respinto l'abolizione con il 54% di no non riuscendo a fermare il boia, su una posizione di moratoria.
 
Le esecuzioni erano già sospese  dall’aprile 2006 per una serie di ricorsi pendenti davanti al giudice federale, che impose la moratoria sulle esecuzioni perché il metodo utilizzato costituisce un trattamento crudele e inumano. Le tre sostanze chimiche sono: sodio penthothal, un anestetico, pancorinium, un curaro usato in anestesia generale e cloruro di potassio, che provoca l'arresto cardiaco del condannato.
Nel 2010 un condannato aveva fatto ricorso affermando che uno dei tre prodotti era inutile e responsabile di sofferenze insostenibili.
Un magistrato della Contea di Marin, dove è situato il penitenziario di San Quentin, aveva ordinato la sospensione  delle esecuzioni fino a che non si fosse trovato un metodo incruento per procedere all'esecuzione.
La Comunità di Sant'Egidio aveva lanciato una battaglia proprio nel giorno delle "città per la vita" del 2010, contro l'esportazione del Penthotal. E il 13 dicembre 2010 l'Italia aveva preso l'impegno a sostenere la battaglia. L'allora Ministro degli Esteri Frattini, sollecitato dalle associazioni abolizioniste, aveva sollevato la questione anche a livello europeo, perché il controllo sull'esportazione del Pentotal fosse condiviso dai Paesi dell'Ue, in linea con le norme nazionali e comunitarie che vietano la pratica della pena di morte. Il Ministero degli Esteri aveva in seguito comunicato in una nota che "i vertici italiani dell'azienda americana Hospira avevano dato ampia disponibilità a collaborare con le autorità italiane, accettando che la produzione e la vendita di Pentothal fossero autorizzate esclusivamente per scopi medici". E si erano impegnati a non vendere il prodotto ad istituti penitenziari all'estero e a inserire nei contratti con i distributori una clausola che specificasse che la distribuzione del prodotto non era consentita "per la pratica dell'iniezione letale, pena la risoluzione degli accordi".
Il Ministro in quella occasione aveva dichiarato che l'Italia, da sempre in prima linea nella battaglia contro la pena di morte, ha contribuito in modo determinante al consenso consolidatosi alle Nazioni Unite a favore della moratoria. 
 

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