Il Metropolita Filaret |
Il saluto del Metropolita Filaret alla tavola rotonda dal titolo "La religione e la pena di morte"
Si è aperto il 21 giugno a Minsk, presso una sala convegni della Chiesa ortodossa, una tavola rotonda dal tema “La religione e la pena di morte”, organizzata dallo Stato bielorusso e dal Consiglio d'Europa.
Pubblichiamo uno stralcio del saluto inviato dal metropolita Filaret:
«La Chiesa ortodossa bielorussa con costanza ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica al problema della pena di morte già dagli anni Novanta del secolo scorso. Nel 1996 alla vigilia di un referendum popolare, in cui tra l'altro ci si esprimeva sulla questione della pena di morte, abbiamo invitato il popolo bielorusso a rinunciare da tale misura punitiva. "Noi, cristiani, non possiamo giustificare la pena di morte, perché è un peccato di omicidio…. La vita di ogni uomo appartiene al suo Creatore, a Dio. Non siamo noi, gente peccatrice, ad avere donato la vita all'uomo, e quindi non è dato noi di privare una persona dell'esistenza. Infatti per la vita di ognuno di noi il Signore Gesù Cristo ha dato la sua vita, avendo patito sofferenze, umiliazione, scherno e la morte sulla Croce… Lo Stato, giustiziando i suoi cittadini, ogni volta di nuovo crocifigge Cristo”. Questa era la nostra posizione nell'anno del referendum. A oggi essa è rimasta immutata».
http://www.patriarchia.ru/db/text/3057847.html
Pubblichiamo uno stralcio del saluto inviato dal metropolita Filaret:
«La Chiesa ortodossa bielorussa con costanza ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica al problema della pena di morte già dagli anni Novanta del secolo scorso. Nel 1996 alla vigilia di un referendum popolare, in cui tra l'altro ci si esprimeva sulla questione della pena di morte, abbiamo invitato il popolo bielorusso a rinunciare da tale misura punitiva. "Noi, cristiani, non possiamo giustificare la pena di morte, perché è un peccato di omicidio…. La vita di ogni uomo appartiene al suo Creatore, a Dio. Non siamo noi, gente peccatrice, ad avere donato la vita all'uomo, e quindi non è dato noi di privare una persona dell'esistenza. Infatti per la vita di ognuno di noi il Signore Gesù Cristo ha dato la sua vita, avendo patito sofferenze, umiliazione, scherno e la morte sulla Croce… Lo Stato, giustiziando i suoi cittadini, ogni volta di nuovo crocifigge Cristo”. Questa era la nostra posizione nell'anno del referendum. A oggi essa è rimasta immutata».
http://www.patriarchia.ru/db/text/3057847.html
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