In Texas l'esecuzione di un malato di mente è imminente
Firma l'appello per Scott
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AUSTIN (TEXAS) – Conto alla rovescia per il patibolo, e il Texas si prepara a mettere a morte un malato di mente. La Corte d’appello dello Stato americano in testa per numero di esecuzioni ha negato di stretta misura (5 a 4) il rinvio dell’iniezione letale di Scott Panetti, un uomo di 56 anni così malato di mente che, sostengono i suoi avvocati, non capisce le ragioni della sua condanna e ritiene che sia il frutto di uno stato di “guerra spirituale” tra “i demoni e le forze delle tenebre da un lato, e dall’altro Dio, gli angeli e le forze della luce”. L’iniezione letale per Panetti e’ fissata al 3 dicembre nel carcere di Huntsville. La Corte d’appello ha motivato la sua decisione per motivi di giurisdizione.
Panetti, che e’ nato in Wisconsin (nella foto di Michael Stravatoper il New York Times), e’ stato condannato per avere ucciso con un fucile da caccia i suoceri 22 anni fa davanti all’ex moglie e ai figli. L’uomo ha una storia di problemi mentali che precede il suo delitto: una diagnosi di schizofrenia a 20 anni, e per 13 volte prima dell’omicidio era stato ricoverato per disturbi psichiatrici. Il caso e’ finito per tre volte davanti alla Corte Suprema, l’ultima in ottobre quando i giudici hanno respinto il suo ultimo ricorso. I procuratori statali sostengono che l’uomo esagera i suoi sintomi per sfuggire al boia.
panettiNel 1995 Panetti chiese di poter essere il suo avvocato difensore. In quell’occasione si presento’ al processo in un abito viola da cowboy, scelse un giurato tirando in aria una monetina e chiese di chiamare a deporre il Papa, Gesu’ Cristo e JFK. Nel 2007, il giorno prima della data dell’esecuzione, la Corte Suprema concesse un rinvio perche’ il caso venisse esaminato da corti di livello inferiore, senza pero’ revocare la condanna a morte. La decisione precisava che non era abbastanza per evitare il boia che il condannato capisse che stava per essere messo a morte, uno standard che Panetti soddisfa: deve anche avere una “razionale comprensione” del perche’ e’ stato condannato a morte.
Il caso Panetti e’ tornato a sollevare i dubbi negli Usa sull’applicazione della pena di morte: “Una societa’ civile non dovrebbe mettere a morte nessuno. Ma certamente non puo’ pretendere di aderire ad alcuno standard morale accettabile di colpevolezza se uccide qualcuno come Scott Panetti”, ha scritto il New York Times in un editoriale del 23 novembre.
Al verdetto della Corte d’Appello, uno lei legali di Panetti, Kathryn Kase, ha osservato che lo stato mentale del suo cliente e’ ulteriormente peggiorato dall’ultima valutazione degli esperti (risale al 2007). Ora Panetti “sente voci e crede che una microspia gli sia stata impiantata in un dente”. Il detenuto e’ convinto inoltre che lo Stato del Texas “voglia impedirgli di parlare” della corruzione nel braccio della morte e fargli smettere di predicare il Vangelo. In una delle motivazioni di dissenso alla sentenza, la giudice Elsa Alcala ha stigmatizzato la decisione della Corte d’Appello: “Consentira’ l’esecuzione irreversibile e costituzionalmente non permissibile di una persona incapace di intendere e di volere”.
Negli Stati Uniti la pena di morte resta legale in 32 stati anche se alcuni di questi hanno adottato una moratoria di fatto. Il Texas, con oltre 500 esecuzioni dal 1978, e’ in testa agli stati che mettono a morte condannati.