giovedì 4 dicembre 2014

Buona notizia! Il 5° Circuito della Corte d'Appello concede un rinvio a Scott Panetti


Una corte d'appello federale ha rinviato l'esecuzione di Scott Panetti condannato a morte in Texas. L'esecuzione doveva avere luogo questa sera. Sono stati presi in considerazione gli argomenti sulla sua malattia mentale presentati dagli avvocati per cercare di impedire la sua esecuzione.  

A Scott Panetti è stato diagnosticato un disturbo di schizofrenia nel 1978 , malgrado questo era stata fissata la data per l'esecuzione tramite iniezione letale.

Anche l'Onu da Ginevra si era espresso contro lo stato del Texas per chiedere di risparmiare la vita all'uomo malato mentale. I due esperti delle Nazioni Unite sulle esecuzioni arbitrarie e la tortura avevano chiesto alle autorità texane di fermare l’iniezione letale. Christof Heyns, l’esperto Onu sulle esecuzioni sommarie e arbitrarie, aveva sostenuto che l’esecuzione di Panetti “avrebbe violato le salvaguardie che impediscono l’applicazione della pena capitale a individui con disabilita’ psicosociali: si sarebbe dunque trattato di una esecuzione arbitraria”. E anche Juan Mendez, lo Special Rapporteur sulla tortura, aveva ricordato che “la legge internazionale considera l’imposizione della pena di morte su persone con disabilita’ mentali una violazione del bando della tortura e di altre punizioni o trattamenti inumani e crudeli”.

I vescovi cattolici del Texas hanno apprezzato la decisione della Corte d’Appello di sospendere in extremis l’esecuzione del malato mentale Scott Panetti. In un comunicato la conferenza episcopale texana ha ribadito che i vescovi da tempo «insegnano che la pena di morte è immorale e hanno sollevato con forza l’opportunità di esercitare clemenza nei confronti di un uomo a cui molti medici hanno diagnosticato gravi infermità mentali». Secondo i vescovi, anziché sul lettino dell’iniezione letale, Panetti dovrebbe essere trasferito in una istituzione specializzata nella cura dei suoi disturbi. «Il rinvio dell’esecuzione – si legge nel comunicato – consentirà ai legali del condannato di sostenere che la sua esecuzione violerebbe i principi della Costituzione che bandiscono le punizioni inusuali e crudeli».

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