Philadelfia e Indianapolis: due incontri importanti dai quali viene lanciato un forte appello alle città americane ad unirsi al movimento di “Cities for Life, Cities Against the Death Penalty”.
L’8 ottobre
a Philadelfia si è celebrato il 10° anniversario della fondazione dell’associazione
“Witness to innocence”, che raccoglie gran parte di coloro che sono stati
riconosciuti innocenti e liberati dal braccio della morte negli Stati Uniti, i
cosiddetti “sopravvissuti”.
Alla cerimonia hanno preso parte l’attore e
produttore Danny Glover, Sr. Helen Prejean, che è anche co-fondatrice dell’Associazione
W.t.I., Antonio de Lecea, Consigliere
del Rappresentante della U.E. presso gli Stati Uniti, Carlo Santoro della
Comunità di Sant’Egidio, gli ex condannati a morte: Ray Krone (Co-fondatore
dell’associazione), Randy Steidl, Kirk Bloodsworth, Shuja Graham e Dave Keaton
e Elizabeth Zitrin, avvocato americano e Vicepresidente della World Coalition
Against the Death Penalty e Richard Dieter (Direttore del Death Penalty Information
Center). Ha introdotto i lavori il Direttore esecutivo di Witness to Innocence,
David Love. Tra loro tanti uomini e donne che hanno trascorso lunghissimi anni nei bracci della morte da innocenti e che sono venuti a portare la loro testimonianza anche nel nostro paese.
Dopo gli interventi di Ray Krone, Kirk Bloodsworth e Shuja Graham, è intervenuto Carlo Santoro, della Comunità di Sant’Egidio. Nel suo discorso, riportato alla fine del presente articolo, ha invitato le città americane a mobilitarsi e ad unirsi il 30 novembre alle Città per la Vita, attraverso l’illuminazione di un monumento.
Sr. Helen Prejean (nella foto a destra) ha
ricordato l’importanza dell’instancabile lavoro degli ex condannati a morte,
che in questi 10 anni hanno testimoniato al mondo cosa è la pena capitale e
cosa vuol dire essere condannati a morte. Ha però aggiunto che l’opposizione
alla pena di morte non riguarda soltanto coloro che sono innocenti, in quanto
la pena capitale non è una pena giusta per nessuno ed in nessuna circostanza, a
prescindere dal crimine che sia stato commesso.
Ha poi fatto presente che sta per concludere la
stesura del suo nuovo libro che si intitolerà “River of fire” e nel quale parla
di un fuoco inestinguibile che è costituito dallo spirito divino che si trova in ogni essere umano, in quanto
immagine di Dio. Il fuoco rappresenta la capacità che viene offerta da Dio ad
ogni essere umano (anche a quelli che hanno compiuto dei crimini) di amare e di
rapportarsi agli altri con il proprio amore, di perdonare e di essere
perdonati.
Infine Sr. Helen, riprendendo il discorso del
rappresentante di Sant’Egidio, ha invitato i presenti a far sì che le città
americane aderiscano in gran numero all’evento di Città per la vita, unendosi alle 1.600 (un gran numero ha
sottolineato Sr. Helen), che finora hanno aderito all’iniziativa in tutto il
mondo ed ha invitato i presenti e le organizzazioni di cui fanno parte ad
impegnarsi in tal senso.
Intervento di Carlo Santoro
Philadelphia, 8 ottobre 2013
“Cari
amici, sono molto onorato ed oggi mi sento veramente commosso di partecipare a
questo importante anniversario. NOI ABBIAMO ANCORA UN SOGNO ED OGGI LO
CONDIVIDIAMO CON UN NUMERO SEMPRE CRESCENTE DI PERSONE: OGGI SAPPIAMO CHE IL
GIORNO DELL'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE È PIÙ VICINO. La Comunità di
Sant’Egidio cominciò a lavorare per l’abolizione della pena di morte nel mondo,
dopo aver incontrato molte persone nel braccio della morte. Alcune di loro sono
state giustiziate, ma per noi sono ancora vive e noi continuiamo a batterci
anche nel loro ricordo ed insieme a loro. Dopo la mia prima visita a Dominique,
uscendo dal del braccio della morte di Ellis Unit One ad Huntsville (dove era
allora il braccio della morte), ero veramente scioccato, scioccato ma
determinato a fare qualcosa, per tentare di salvare la vita di Dominique e di
altri. Non è stata un’illusione, anche se Dominique è stato giustiziato. Il
nostro primo problema fu provare a far cambiare idea a coloro che sostenevano
che non ci fosse alternativa alla pena di morte ed anche a coloro che dicevano
che essa era sempre esistita nella storia dell’uomo. Sappiamo che questo non è
vero. Nella Bibbia Caino, dopo l’omicidio del fratello, non fu giustiziato ma
salvato e protetto da Dio. In molti Paesi africani la pena di morte non
esisteva, prima dell’arrivo del colonialismo europeo. E comunque oggi, come amava
ripetere il Papa Giovanni Paolo II “Lo Stato dispone di altri mezzi per
reprimere efficacemente il crimine, senza togliere definitivamente al reo la
possibilità di redimersi”.
Nel
1998 in Texas fui fortunato perché ebbi la possibilità di partecipare ad uno
dei primi Journey of Hope. E così incontrai Bill Pelke ed alcuni condannati a
morte liberati, come Sunny Jacobs ed ascoltai la terribile storia personale di
ciascuno, che mi toccò nel profondo. Dopo alcuni mesi invitammo Sister Helen a
Roma e lanciammo una campagna Internazionale, coinvolgendo molte organizzazioni.
Successivamente, sempre a Roma, fondammo la Coalizione Mondiale contro la pena
di morte (World Coalition Against the Death Penalty). Colgo l’occasione per
esprimere tutta la mia gratitudine a Sister Helen che ha svolto (e svolge ancora
oggi) un ruolo fondamentale nell’aiutare la comprensione di questo problema nel
mondo. Grazie Sr. Helen! Abbiamo compreso insieme a te che dovevamo batterci in
tutto il mondo, non solo negli Stati Uniti, per salvare vite ovunque, con due
obiettivi precisi: bloccare le esecuzioni e abolire la pena di morte. Nel 1986 quel Santo uomo che fu Papa Giovanni Paolo II intervenne personalmente per salvare la vita di Paula Cooper e poi in seguito sempre più spesso intervenne con decisione per bloccare molte altre esecuzioni. Proprio grazie al suo sostegno ed al suo incoraggiamento nel 2000 cominciammo ad illuminare il Colosseo a Roma, ogni volta che nel mondo veniva salvata una vita o uno Stato aboliva la pena capitale.
Nel 2002 proponemmo di illuminare - a cominciare dal Colosseo - tutti i monumenti nel mondo il 30 Novembre di ogni anno. Oggi le città che sono protagoniste di questo evento sono più di 1.600 ed il numero continua ad aumentare di anno in anno e speriamo che aumenti ancora. Infatti ci aspettiamo una larga partecipazione di molte città Americane. L’illuminazione dei monumenti è diventata un’importante occasione per organizzare dibattiti e conferenze, nell’intento di promuovere e diffondere una cultura di vita e della non violenza. Durante questi 11 anni abbiamo avuto il sostegno di molti amici e testimoni, come Randy Steidl e Roy Krone che oggi sono qui. Io sono grato a ciascuno di voi per il vostro fondamentale impegno e per la vostra testimonianza. Insieme a voi voglio ricordare anche Sunny Jacobs, Delbert Tibbs, Curtis Mc Carthy e molti altri che sono andati assieme a noi in varie città del mondo a spiegare un concetto che non era proprio conosciuto: quanto è disumana la pena di morte. Quante persone Shuja è riuscito a convincere ogni volta che parlava? Migliaia di giovani si sono commossi, sino alle lacrime, per i suoi discorsi. Quei giovani hanno definitivamente capito che la pena di morte non è giustizia. E sono stati conquistati, perché non hanno sentito alcuna parola di rivalsa e di violenza, nonostante il male subito. Noi tutti abbiamo compreso meglio il termine “libertà”. E noi stessi siamo stati liberati da un destino che credevamo fosse ineludibile e senza alternative. Abbiamo compreso meglio, grazie a persone come Shuja, che dovevamo ribellarci alla globalizzazione dell’indifferenza ed alla “cultura dello scarto”, come Papa Francesco (che è un grande uomo che ama i poveri e cerca la giustizia), ogni giorno ci invita a fare. E’ una rivolta pacifica, ma è efficace. Nessun essere umano, nessuna vita umana, dal suo concepimento alla morte naturale, può essere considerata o trattata come uno scarto, perché ogni vita ha un valore in sé, così come è. Lo credo fortemente. Ci siamo resi conto che il nostro impegno doveva essere di convincere la gente che la violenza deve essere evitata in qualunque caso. Infatti parlare della pena di morte vuol dire trattare della violenza più in generale. Noi lo abbiamo capito molto bene, specialmente nelle nostre città violente in Europa, America, ma anche in Africa dove le nostre comunità si prodigano per diffondere uno spirito di pace, anche contro terribili episodi di linciaggio nelle strade.
Infine voglio rivolgere ancora un pensiero a Bill Pelke ed ai suoi amici dei “Membri delle famiglie di vittime di omicidio” che testimoniano perdono e riconciliazione. Proprio domani mi unirò a loro nell’Indiana per il Journey of Hope. A loro intendo trasmettere domani lo spirito di questa stupenda serata passata assieme a voi, testimoni dell’innocenza.
Infine esprimo la mia preoccupazione, come essere umano e come cristiano, per l’attuale situazione in alcuni Stati, come in Florida. Il nostro messaggio deve arrivare anche al Governatore Scott. Non uccidere esseri umani, non uccidere nessuno, mai più! Fai fuori dalla storia la pena di morte. Entra davvero nella storia, con la vita e non con la morte!
Io davvero spero che presto celebreremo insieme l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo. Il mio augurio è che gli Stati Uniti aboliscano la pena di morte, Stato dopo Stato, come sta avvenendo negli ultimi 6 anni.
Insieme
posiamo farcela. Grazie.”
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