venerdì 7 febbraio 2014

Il decreto "svuota carceri": un aiuto per guarire un carcere malato, una speranza per tanti carcerati. L'intervento dell'on. Marazziti

"Ribattezzato "svuota-carceri", il decreto approvato ieri dalla Camera con 296 sì, 183 no e due astenuti, passa al Senato. I tempi per la conversione in legge sono strettissimi perché il provvedimento decade il 21 febbraio e quindi è improbabile che venga modificato e rimandato a Montecitorio." Scrive così Donatella Stasio su La Stampa. 



Il decreto riprende l'impianto del nostro ordinamento penitenziario, che e'
finalizzato al reinserimento sociale del condannato/a e la filosofia premiale inaugurata negli anni '80 con la riforma. Affidamento in prova o un ulteriore ‘sconto di pena’ per i detenuti più meritevoli (ad eccezione dei capi delle organizzazioni criminali), incentivi all’uso dei braccialetti elettronici per sgravare il lavoro delle forze di polizia territoriali. 
Novità importanti in aiuto ai tossicodipendenti. L’’attenuante di lieve entità’’ nel delitto di detenzione e cessione illecita di stupefacenti diventa reato autonomo. Per il piccolo spaccio, in altri termini, niente più bilanciamento delle circostanze, con il rischio (come e’ oggi) che l’equivalenza con le aggravanti come la recidiva porti a pene sproporzionate. Viene meno anche il divieto di disporre per più di due volte l’affidamento terapeutico al servizio sociale dei condannati tossico/alcool dipendenti. Ai minorenni tossicodipendenti accusati per piccolo spaccio sono applicabili le misure cautelari con invio in comunità. 

La detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata speciale sale da 45 a 75 giorni a semestre. Uno scontro di pena applicato in seguito a valutazione sulla ‘meritevolezza’, dal quale sono in ogni caso esclusi i condannati di mafia o per altri gravi delitti (come omicidio, violenza sessuale, rapina aggravata, estorsione).

La detenzione domiciliare per scontare presso il domicilio la pena residua, già sperimentata con l'applicazione delle L. 199/2010, poi 9/2012, che ha esteso il beneficio agli ultimi 18 mesi di pena, acquista carattere permanente. 

Queste sono alcune delle novità che si introducono con il decreto ‘svuotacarceri’. 

L'on. Marazziti dei popolari di Per l'Italia che ha definito il carcer un sistema malato ha dichiarato: "Stiamo approvando una legge che riduce i danni di questa malattia e va nella direzione della guarigione" e ha riconosciuto al provvedimento il merito di "rompere il cerchio dell'illegalità" in cui si trova il nostro paese. 

Volentieri riportiamo la Dichiarazione di Voto su decreto 146/2013
(detto Svuota carceri) dell'On. Mario Marazziti (Per l’Italia)


Onorevoli colleghi, Deputati.

Siamo chiamati a prendere una decisione importante: se premiare l’illegalità o invece se migliorare il nostro paese e promuovere un po’ più di giustizia. Siamo chiamati ad approvare un disegno di legge che chiede coraggio e che ha messo il parlamento a dura prova. Ha spinto i colleghi del movimento 5 stelle a bloccare il lavoro delle Commissioni per poi esercitare tutta la possibilità di ostruzionismo, di rallentare i lavori, di parlare in aula. Con loro, molti colleghi della Lega Nord, deputati di Fratelli d’Italia.
La legge che approviamo oggi e che il Gruppo per l’Italia, le anime popolari che sono in questa camera dei deputati, condividono e voteranno con convinzione interviene per ridurre alcune distorsioni terribili del nostro sistema carcerario, che è da tempo in bancarotta. E, ormai è ufficialmente fuorilegge, condannato dalla Corte Europea di Giustizia (non dall’Unione europea) perché per il sovraffollamento, le condizioni disumane in tanti istituti di pena, l’impossibilità pratica di programmi di riabilitazione e di cura, offre un “trattamento disumano e degradante”, qualunque sia la ragione per cui in carcere ci si è finiti. E’ una pena in più, che non è mai stata data al momento della condanna, che chi è in carcere sconta. Se entro maggio il sistema carcerario non tornerà a livelli fisiologici, normali, tutti i detenuti avranno a buon diritto la possibilità di chiedere i danni. 

Di che cosa stiamo parlando? Di rendere l’Italia più sicura e più umana al tempo stesso. Di rompere il cerchio dell’illegalità. Questa è la posta in gioco. Noi siamo contro l’illegalità. Contro la criminalità organizzata. Davvero pensiamo che le organizzazioni criminali “offendono Dio e danneggiano il creato”, che i corrotti danno pane avvelenato ai propri figli, come ci ricorda papa Francesco.

Chi commette un reato deve pagare, capire, scontare una condanna, deve essere aiutato a reinserirsi nella società. Non solo nei film americani, ma anche nella vita vera, soprattutto, serve una mano amica per uscire dal male. Chi oggi si oppone a questa legge respinge la mano di chi chiede aiuto e ributta nella fossa quella mano. E’ un’Italia dura, cieca, quella di chi dice più carcere senza se e senza ma, questo carcere.

Noi vogliamo la legalità.
Ma qui i condannati sono due.
Chi commette un reato sono due. I detenuti in carcere. E l’Italia.

Noi siamo per la legalità. Tutta intera. Chi sbaglia deve essere punito e essere aiutato a capire l’errore e a trovare i modi per risarcire del male commesso e essere aiutato a reinserirsi positivamente nella società.
Anche l’Italia deve capire l’errore, risarcire di un carcere diventato disfunzionale e disumano, rientrare a pieno titolo tra i grandi paesi civili fondatori dell’Europa, il primo continente senza la pena di morte.

Questa legge che approviamo oggi è uno dei passi per uscire dall’illegalità, come Paese, come italiani.
Quale illegalità?
 I detenuti nei 206 istituti di pena erano al 31 ottobre 2013  38. 712 condannati definitivi. 24.347 in attesa di giudizio, e altri. Circa 63 mila persone in 47mila posti regolamentari. Ma i posti davvero agibili sono circa 37 mila, e così il sovraffollamento vero è del 150/180 per cento. In alcuni istituti più del doppio di quanti dovrebbero essere in cella. Nessuno spazio di intimità, conflittualità, mai silenzio, sempre sul letto, in piedi a turno, gli spazi della ricreazione occupati da altri letti in celle comuni più grandi. Depressione. Tutte le patologie peggiorano in queste circostanze. Disistima, cattivo odore. Freddo, troppo freddo. Caldo, troppo caldo. Rabbia, abulia, obesità, lasciarsi andare, disperazione. E’ così la vita a Regina Coeli, a Poggioreale, a San Vittore.
 1000 suicidi negli istituti italiani in quindici anni, circa sessanta all’anno tra i detenuti, uno ogni mille detenuti. Molti i suicidi sventati dagli agenti di custodia. Molte le morti improvvise per cause confuse. Le guardie carcerarie. Anche loro, 6-7 suicidi l’anno, una ogni dieci detenuti che si tolgono la vita. Dieci volte di più di quello che accade nel resto della popolazione. Cento volte di più i suicidi di chi è in questo carcere degli altri italiani. E’ la nostra pena di morte italiana. Un paese che è leader mondiale nella lotta alla pena di morte. E’ l’indicatore terribile di una situazione malata. Chi dice più carcere senza se e senza ma, se no escono i Cuffaro e i mafiosi sta lavorando anche a questa pena di morte, per le proprie ossessioni, o per parlare alle paure degli italiani e trarne vantaggio politico.
Il  sistema è malato.

Noi stiamo approvando una legge che riduce i danni di questa malattia e va nella direzione della guarigione. 

 E 24.347 in attesa di giudizio: stanno troppi mesi, anni, senza processo, in carcere prima del processo. Abbiamo appena approvato un altro provvedimento per la riduzione dei tempi della custodia cautelare. , Una vergogna vera, solo la Turchia fa lo stesso in Europa e nella vicina parte asiatica.E un  terzo di queste persone non sarà mai condannata perché innocente. Ma con loro sono ogni giorno marchiate migliaia di famiglie, parenti, figli di carcerati che non verranno mai trovati neppure colpevoli. 
Anche su quella legge abbiamo avuto interventi duri del Movimento 5 stelle, della lega Nord, a volte di Fratelli d’Italia. Come quando abbiamo approvato una legge per pene alternative alla pena carceraria  per reati per i quali il carcere non è l’unica risposta e può essere dannoso. Misure alternative, arresti domiciliari, semi-libertà, affidamento alle comunità, lavori socialmente utili.

C’è stato uno sbarramento, a volte fatto di toni offensivi, volgari, soprattutto di 5 stelle: “più carcere senza se e senza ma”. E un mantra: “voi liberate i mafiosi, i criminali, gli omicidi, i corrotti”. Lo dico ora, lo anticipo: nonostante il tentativo inaccettabile di bloccare l’aula del parlamento, il lavoro in Commissione, creando un clima di guerriglia in parlamento che non ha niente a che vedere né con la democrazia parlamentare né con la democrazia diretta, questa legge non concede benefici o liberazione anticipata straordinaria a nessuno che sia stato condannato per reati gravi (art.4bis). Ma come? Non si scarcerano i mafiosi, gli assassini, gli stupratori? No: siamo stati tre giorni ad ascoltare balle. Sono state raccontate favole, terribili favole agli italiani, per le tv, per youtube, per internet. E questo ha confuso gli italiani, non li aiuta a essere più sicuri e non fa crescere la legalità. Propaganda elettorale. Eterna infinita campagna elettorale. Ma così l’Italia muore, si divide e resta illegale, diventa disumana.

Ma come? Non stiamo approvando un provvedimento che è incostituzionale perché elimina la certezza della pena e dà sconti incontrollati e automatici? No. Lo spiegherò fra poco, meglio.

Siamo stati sollecitati  dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nei tempi di crisi rimane il padre della coscienza morale e della dignità dell’Italia.Da un lato chi urla e chiede l’impeachment per il presidente Napolitano. Dall’altra chi vuole che l’Italia torni civile e che ci aiuta a essere civili e migliori, il presidente Napolitano. Noi stiamo dalla parte del presidente Napolitano e dell’Italia che non urla, che non ha tanta voce, dalla parte, sì, dei cittadini che non hanno possibilità di fare sentire la loro voce, fuori dai populismi. Grazie Presidente. Noi ci assumiamo la nostra responsabilità fino in fondo, ce la assumeremo anche quando spiegheremo agli italiani e a questo parlamento che l’ultimo provvedimento che dovremo prendere sulla giustizia, reso efficace perché avremo già approvato le altre leggi, sarà l’amnistia e l’indulto. Anche se altri grideranno: più carcere senza se e senza ma.

Voglio avviarmi a  concludere spiegando che il Decreto Legge 146/2013 non prevede alcun provvedimento clemenziale (amnistia o indulto) né alcun automatico sconto di pena per i detenuti e gli internati ma solo un potenziamento di alcuni istituti già esistenti nel diritto penitenziario e nella procedura penale e l’introduzione di alcuni istituti e Autorità (come il Garante nazionale dei diritti del detenuto) deputati alla salvaguardia dei diritti delle persone recluse.

La liberazione anticipata speciale, non ordinaria, che aggiunge 30 giorni di sconto finale di pena ogni sei mesi ai 45 giorni già essistenti nei nostri ordinamenti, è speciale nel numero dei giorni, ma non innova niente. E’ anticca come le carceri. E’ la famosa “buona condotta”. Non c’è nessun automatismo. Sono gli educatori, i responsabili del carcere, i magistrati dis sorveglianza a decidere, ogni sei mesi.
Nessun indulto mascherato_: l’altra favola che gli amici della lega Nord, di fratelli d’Italia, del movimento 5 stelle hanno raccontato nei loro interventi infiniti, tante volte scritti da altri, tanto che gli ordini del giorno si concludevano a volte con proposte opposte, frutto di copia e incolla.
E niente fuori dalla Costituzione. 

Questa legge ci aiuta a tornare un po’ legali. Non basta costruire nuove carceri: abbiamo tre mesi fino a maggio, ormai, dovrebbero essere creati 25 mila nuovi posti in tre mesi. Anche un bambino sa che è ridicolo. Ma abbiamo avuto centinaia di deputati che sono intervenuti dicendo questo, portavoce di luoghi comuni.
Ci sono situazioni, come in Brasile, Minas gerais è lo stato, dove il sovraffollamento è identico, uno sull’altro. Ma in cella stanno solo otto ore, di notte, il resto lavorando, studiano, ritrovano la stima di sé, aiutano le comunità intorno. Volontari e operatori specializzati e nessuna guardia carceraria. E il tasso di  recidiva è del 10 per cento. E i costi sono il 70 per cento in meno.
La recidiva in Italia è del 67 per cento. Due volte su tre uno che ha scontato tutta la pena rientra in carcere. Il carcere produce carcere, così come è. E’ un paradosso ma è questo il circolo dell’illegalità da spezzare, per rendere l’Italia più sicura.
Tra chi gode di misure alternative, chi è coinvolto nei progetti innovativi della cooperativa Giotto, Bollate, Opera, la recidiva scende al 10 per cento, al di sotto. 
Anche chi usufruì dell’indulto – demonizzato – fu recidivo nel 30 per cento dei casi: la metà.

Ma perché c’è ancora chi è contro questa legge, che è un primo passo, giusto, ovvio, per ritrovare un po’ di normalità? Perché si diventa ciechi, si vede e non ci si identifica. Come un film. E’ la globalizzazione dell’indifferenza. E’ l’idea infantile, arcaica, che tutto lo sporco è dentro il carcere e tutto il pulito fuori, Di una società bianco e nero. Che la rivoluzione è dirglielo chiaro in faccia. Ma poi siamo tutti più soli. Giustizia retributiva o giustizia riabilitativa? Noi siamo per la seconda, dal Vecchio al Nuovo Testamento.

Papa Francesco, il Papa davanti ai carcerati si chiede: “Perché lui è lì e non io, che ho tanti meriti e più meriti di lui per stare lì?”. Ho paura di una società che diventa orgogliosamente impietosa. Saremo tutti più deboli e disumani.

Diffidiamo dei moralizzatori senza pietà, perché così le rivoluzioni, le democrazie dell’odio e della pulizia, della rabbia e dell’odio rende ciechi, e poi arriva quella dei pogrom, delle gogne mediatiche e reali.

Per questo il nostro Gruppo per l’Italia voterà con convinzione questa legge. Per tornare più legali e più civili.


1 commento:

  1. Finalmente un discorso serio (e vero) sulla giustizia in Italia.
    Ringrazio l'on. Marazziti. Bisogna andare avanti su questa strada intrapresa per una vera giustizia!
    Letizia Quintas

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