domenica 1 aprile 2018

Papa Francesco: la pena di morte non è né umana né cristiana

Commozione e speranza rinascono nel giovedì santo dal carcere di Regina Coeli, dove nel pomeriggio di Giovedì Santo, 29 marzo, il Papa ha celebrato la messa in Cena domini lavando i piedi a dodici detenuti di differenti nazionalità e fede religiosa: tra loro, otto cattolici, due musulmani, un ortodosso e un buddista.  

Durante il rito liturgico presieduto nella rotonda del penitenziario il Papa Francesco ha pronunciato un’omelia a braccio, ricordando che «chi comanda deve servire» e «se tanti re, imperatori, capi di Stato avessero capito questo insegnamento di Gesù e invece di comandare, di essere crudeli, di uccidere la gente avessero fatto questo — ha esclamato — quante guerre non sarebbero state fatte!». 
L’opera in bronzo dello scultore Fiorenzo Bacci
raffigura Gesù chinato tra le spine per salvare
la pecorella smarrita 
Il Papa ha ribadito che «Gesù viene a servirci. Gesù rischia su ognuno di noi. Sappiate questo: Gesù si chiama Gesù, non si chiama Ponzio Pilato. Gesù non sa lavarsi le mani: soltanto sa rischiare! Guardate questa immagine tanto bella - ha detto riferendosi alla scultura in bronzo che ha voluto regalare ai detenuti - qui Gesù chinato tra le spine, rischiando di ferirsi per prendere la pecorella smarrita". E, ha aggiunto, «il segnale che Gesù ci serve oggi qui, al carcere di Regina Coeli, è che ha voluto scegliere dodici di voi, come i dodici apostoli, per lavare i piedi». Il Signore, ha proseguito, «rischia su ognuno di noi. 


Al termine della messa, incontrando i detenuti, gli agenti, il personale e i volontari che lavorano nel carcere, Francesco ha invitato a «rinnovare sempre lo sguardo» e a non perdere la speranza. «Non si può concepire una casa circondariale come questa — ha detto — senza speranza. Qui, gli ospiti sono per imparare o fare crescere il “seminare speranza”: non c’è alcuna pena giusta senza che sia aperta alla speranza». Per questo, ha incalzato, «non è né umana né cristiana la pena di morte. Ogni pena deve essere aperta alla speranza, al reinserimento».

L’opera, in bronzo, dello scultore Fiorenzo Bacci, di Porcia (Pordenone), realizzata in occasione del suo 50.mo di matrimonio, era stata donata al Santo Padre all’Udienza Generale del 12 novembre 2016 (nella foto). Papa Francesco ne ha fatto dono al carcere di Regina Coeli 



Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti sono graditi. La redazione si riserva di moderare i commenti che non contribuiscono alla rispettosa discussione dei temi trattati