Torino contro la pena di morte, Fassino annuncia l’adesione al congresso di Oslo
Negli ultimi mesi il Congo Brazzaville, le isole Fiji, il Madagascar, la Mongolia e il Suriname hanno detto basta alle esecuzioni capitali
Dal 21 al 23 giugno a Oslo, in Norvegia, si terrà il 6° Congresso mondiale contro la pena di morte.
TORINO, 8 Aprile 2016 – “Non possiamo che batterci perché la pena di morte sia superata in ogni paese e sia considerata una pratica terribile del passato”. Così Piero Fassino, sindaco di Torino, annunciando l’adesione della città al sesto congresso mondiale contro la pena di morte, in calendario dal 21 al 23 giugno a Oslo.
Al convegno, “un’occasione importante per dare il massimo risalto a questa battaglia”, sono attesi 1.500 partecipanti da 80 Paesi, fra cui esponenti di governi, attivisti dei diritti umani, rappresentanti della società civile, oltre all’Alto commissario della Nazioni Unite per i diritti umani Zaid Ra’ad Hussein, e il segretario generale del Consiglio d’Europa Thobjorn Jagland.
“Nessuna ragione, religiosa, culturale o sociale, giustifica che si possa uccidere un uomo. La lotta alla criminalità richiede il massimo di rigore, di sanzione, ma i sistemi giudiziari e penali hanno tutta la possibilità di sanzionare i reati più gravi senza ricorrere a una pena che sana un dolore producendone dell’altro”, ha aggiunto Fassino.
Negli ultimi cinque mesi il Congo Brazzaville, le Isole Fiji, il Madagascar, la Mongolia e il Suriname hanno detto basta alle esecuzioni capitali. Nel mondo ci sono 98 Paesi abolizionisti per tutti i crimini, sette che la mantengono per reati “eccezionali”, quali quelli commessi in tempo di guerra, 35 abolizionisti de facto (non vi si registrano esecuzioni da più di dieci anni oppure hanno assunto un impegno internazionale a non proseguire), ma si contano anche 35 Paesi “retenzionisti” che la mantengono ancora in vigore.
Alla “World Coalition Against the Death Penalty” partecipano 140 organizzazioni tra cui le italiane Nessuno tocchi Caino e la Comunità di Sant’Egidio.
Giunto al sesto appuntamento, dopo quelli di Strasburgo, Montreal, Parigi, Ginevra e Madrid (ogni tre anni dal 2001), il congresso mira ad “eliminare l’obbligatorietà della pena di morte, lasciando sempre al giudice la discrezionalità nell’applicazione”, a trasformare i Paesi abolizionisti di fatto in abolizionisti di diritto, a coinvolgere la società civile nella lotta alla pena di morte, anche in vista della prossima assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha spiegato Antonio Stango, dell’associazione Nessuno tocchi Caino, intervenuto alla presentazione del convegno di Oslo svoltasi oggi al Palazzo civico, durante cui l’Associazione radicale Adelaide Aglietta ha chiesto l’adesione anche della Regione Piemonte.
da Onuitalia.com
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