giovedì 24 settembre 2015

Papa Francesco al Congresso Usa: “Abolite la pena di morte. La vita è sacra!"


Abolite la pena di morte e la vendita delle armi. Aiutate i profughi e le famiglie. La politica persegua il bene comune”.
Papa Francesco ha parlato al popolo americano dalla sua sede più rappresentativa, un evento unico, il primo Papa della storia nell'arena politica americana. 

da il Sole24ore
Mario Platero

WASHINGTON - In un’atmosfera elettrica, carica di emozione, un Pontefice, Papa Francesco ha parlato per la prima volta nella storia al Congresso americano riunito in seduta plenaria, portando un messaggio prima di tutto di unità e di responsabilità nei confronti degli elettori. Un messaggio importante per un Congresso polarizzato e visto con sospetto dall'americano comune. «Sono molto grato per il vostro invito a rivolgermi a questa Assemblea Plenaria del Congresso nella “terra dei liberi e casa dei valorosi”», ha aperto il Papa.

Ed è stato subito interrotto da un grande applauso comune, da una “standing ovation” con tutti, i senatori, il corpo diplomatico, la Corte suprema, il Consiglio dei ministri di Barack Obama in piedi: la coreografia è quella della grandi occasioni, simile a quella che abbiamo per il discorso sullo stato dell'Unione, un momento davvero unico e solenne. «Mi piace pensare che la ragione di questa mia presenza sia il fatto che io pure sono un figlio di questo grande continente, da cui tutti noi abbiamo ricevuto tanto e verso il quale condividiamo una comune responsabilità».

Poi il messaggio politico, o meglio l'ammonizione: pensare al bene comune e «alla discendenza comune da immigrati, la maggioranza di noi una volta erano stranieri» ha detto Francesco raccogliendo uno degli applausi più fragorosi. E la protezione dell'ambiente, e la ricerca del dialogo come ha detto aver fatto lui stesso con tutti gli americani «attraverso i loro rappresentanti», il richiamo alla sacralità della vita «fin dall'inizio» per arrivare a chiedere l'abolizione della pena di morte.


Il Papa ha chiesto dimostrazioni di solidarietà nei confronti dei più deboli: «C'è una regola d'oro: non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi». E ha ricordato che per lui la famiglia resta quella tradizionale, uno dei pochi messaggi accolto con una divisione all'interno della Camera.

Francesco ha costruito il suo discorso facendo riferimento a quattro grandi americani, Abramo Lincoln, il grande Presidente che ha combattuto per la libertà, Martin Luther King, il leader per i diritti civili, Dorothy Day, attivista sociale cattolica, e Thomas Merton una guida spirituale che ha aperto nuovi orizzonti per la Chiesa cattolica americana e mondiale all'inizio del secolo scorso. Per ciascuno di loro con relativi anniversari, Francesco ha affrontato una tematica forte del suo discorso, appunto dalla libertà ai diritti alla solidarietà alla saggezza nel cambiamento.

Due i messaggi che hanno fatto da contrappunto all'idea del dialogo, quello interno e quello esterno.


Per il dialogo interno Francesco ha detto: «Qui, insieme con i suoi rappresentanti, vorrei cogliere questa opportunità per dialogare con le molte migliaia di uomini e di donne che si sforzano quotidianamente di fare un'onesta giornata di lavoro, di portare a casa il pane quotidiano.

Per il dialogo esterno ha cercato di superare di nuovo la polarizzazione aprendo al dialogo anche movimenti motivati da estremismi che possono sembrare irriconciliabili. «Il mondo contemporaneo – ha detto Francesco - con le sue ferite aperte che toccano tanti dei nostri fratelli e sorelle, richiede che affrontiamo ogni forma di polarizzazione che potrebbe dividerlo tra questi due campi. Sappiamo che nel tentativo di essere liberati dal nemico esterno, possiamo essere tentati di alimentare il nemico interno. Imitare l'odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore di prendere il loro posto. Questo è qualcosa che voi, come popolo, rifiutate». Poi il congedo: «La nostra - dice Francesco - dev'essere una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia. Ci è chiesto di fare appello al coraggio e all'intelligenza per risolvere le molte crisi economiche e geopolitiche di oggi.. Una nazione può essere considerata grande quando difende la libertà, come ha fatto Lincoln; quando promuove una cultura che consenta alla gente di “sognare” pieni diritti per tutti i propri fratelli e sorelle, come Martin Luther King ha cercato di fare; quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, come Dorothy Day ha fatto con il suo instancabile lavoro, frutto di una fede che diventa dialogo e semina pace nello stile contemplativo di Thomas Merton».

Poi la benedizione, per l'America e l'ultimo interminabile applauso a suggellare la fine di un altro momento straordinario nella storia di questa democrazia e di questo Papa che per la prima volta si sono incontrati. 


Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti sono graditi. La redazione si riserva di moderare i commenti che non contribuiscono alla rispettosa discussione dei temi trattati