Il dolore della sorella di Richard |
di Stefano Pasta
La Corte d’appello penale dell’Oklahoma ha fermato il boia, annunciando che «analizzerà approfonditamente» il caso. Ma il rinvio è di sole due settimane. la prossima data è il 7 settembre.
La mobilitazione per salvare la vita di Richard continua. In prima fila l’attrice Susan Sarandon e suor Helen Prejean.
Sister Helen Prejean e Susan Sarandon |
Perché Richard viva firmiamo l'appello attraverso questo link:
http://nodeathpenalty.santegidio.org
Due settimane di vita, quattordici giorni. È il tempo che ha guadagnato Richard Glossip, il dead man walking per cui era prevista l’esecuzione in Oklahoma il 16 settembre, la notte tra mercoledì e giovedì in Italia.
Sister Helen Prejean, la suora che lo ha seguito passo dopo passo e a cui Richard aveva chiesto di essergli accanto nelle ultime ore, lo aveva già raggiunto nel braccio della morte. La governatrice Mary Fallin aveva appena respinto la sospensione, confermando che le tre flebo di curaro, pentothal e barbiturici avrebbero ucciso l’uomo. E invece, tre ore prima dell’ora X, la Corte d’appello penale dell’Oklahoma ha fermato tutto, annunciando che nelle prossime due settimane «analizzerà approfonditamente» il caso ed eventuali nuove informazioni in arrivo.
Richard Glossip. In copertina: suor Helen Prejean circondata dagli abbracci alla notizia del rinvio dell'esecuzione.
Richard Glossip. In copertina: suor Helen Prejean circondata dagli abbracci alla notizia del rinvio dell'esecuzione.
DECISIVA ANCHE LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE
La svolta è stata possibile grazie ad un abile team di legali, mentre nei due precedenti processi Glossip non aveva potuto permettersi una difesa efficace. È stata decisiva anche la mobilitazione internazionale degli ultimi giorni, da Sister Helen e Susan Sarandon al senatore dell’Oklahoma Tom Coburn, sostenitore della pena di morte ma convinto che in questo caso ci fossero forti dubbi sulla colpevolezza del condannato.
Richard si trova da 17 anni nel braccio della morte perché ritenuto il mandante dell’omicidio di Barry Van Treese, il proprietario del motel in cui lavorava, ucciso a colpi di bastone nel corso di un brutale agguato nel gennaio del 1997.
Lui si è sempre dichiarato innocente. La condanna è arrivata in base all’accusa dell’esecutore materiale, che, coinvolgendo Richard, si è salvato a sua volta dalla pena capitale. Recentemente, persino la figlia dell’omicida ha scritto a un giornale americano di «essere fermamente convinta che Glossip sia un uomo innocente».
Aggiunge Sister Helen, l’autrice di Dead man walking: «Io sono sicura della sua innocenza. In ogni caso, provare che non hai fatto qualcosa è difficile… Lo Stato non può essere certo della sua colpevolezza, ma dovresti esserlo quando leghi qualcuno su un lettino e lo ammazzi iniettando dei farmaci nelle vene (gli stessi farmaci che in passato hanno ucciso dopo atroci sofferenze)».
SI PUÒ FIRMARE L'APPELLO PER LA SALVEZZA DI RICHARD GLOSSIP
Oggi Glossip è salvo, ma il 30 settembre è fissata la nuova esecuzione. La Comunità di Sant’Egidio, in alleanza con Sister Helen, rilancia l’appello in suo favore. «Il rinvio di ieri», dice Stefania Tallei, «è anche frutto della mobilitazione internazionale. Lottare per i condannati a morte è affermare il valore della vita e non dimenticare le vite scartate, come dice Papa Francesco». Proprio la Chiesa è in prima fila nella lotta contro la pena di morte negli Stati Uniti e la Conferenza episcopale ha annunciato un anno di mobilitazione su questo tema in occasione del Giubileo della Misericordia.
Nel 2015, gli omicidi di Stato negli Usa sono stati 20, la maggior parte in Texas e in Virginia. La battaglia per la vita sta facendo passi avanti. Appare probabile che alla fine di quest’anno le esecuzioni non supereranno le 35 del 2014: sarebbe un numero nettamente inferiore ai 98 ammazzati nel 2000 e il totale più basso dal 1990 ad oggi. Nuovi Stati si aggiungono alla lista degli abrogazionisti — ultimo il pur conservatore Nebraska, in maggio — e anche nei 31 dove la “camera della morte” è ancora attiva, meno della metà l’hanno fatta funzionare negli ultimi cinque anni. I sondaggi indicano che soltanto una maggioranza di adulti anziani resta decisamente favorevole al boia, mentre il sostegno crolla fra i giovani sotto i 30 anni.
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