"Cara Ila Pathak, la WILPF Italia, ha espresso alcuni mesi fa sdegno e dolore per le tante donne stuprate e umiliate nella tua terra.
Ci siamo rallegrate che finalmente sia stata promulgata una legge in difesa di tutte le donne, alla quale pensiamo che anche la WILPF India abbia contribuito. Non condividiamo tuttavia di quella legge la condanna alla pena di morte per gli stupratori indiani, nella convinzione - patrimonio comune di tutta la WILPF- che alla violenza non si risponde con la violenza. No alla pena di morte in ogni parte del mondo e per qualsiasi reato! Avete espresso il vostro dissenso?
Contrastiamo le guerre come soluzione delle controversie internazionali fin dal tempo della nascita dell’associazione nel 1915, contrastiamo ogni forma di oppressione e di violenza sugli esseri umani, e così contrastiamo una giustizia che si manifesta con provvedimenti disumani che nell’opinione pubblica sono applauditi suscitando sentimenti meschini di vendetta. La folla che inneggia alla ragazza vittima di uno stupro feroce è certamente in India un fatto di straordinaria importanza, ma assai più lo sarebbe se i sentimenti fossero rivolti al rifiuto consapevole di comportamenti che ancora albergano nella cultura patriarcale di gran parte del paese, piuttosto che all’aspetto sanguinario dell’evento…
Vi auguriamo successo nelle vostre iniziative di pace, e di sostegno alla presa di coscienza delle sorelle indiane"
17 settembre
il_paese_delle_donne_on-line
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