lunedì 16 settembre 2013

Dossier: la pena capitale in Florida




Florida: uno Stato in controtendenza rispetto agli altri Stati che aboliscono la pena di morte negli USA.


Un dossier a cura di C. Santoro della Comunità di Sant'Egidio e di M.G.Guaschino del Comitato Paul Rougeau

Le false motivazioni “umanitarie” per abbreviare i tempi di chi attende l’esecuzione nello Stato che ha avuto 24 esonerati, cioè riconosciuti innocenti dopo la condanna a morte (ma quanti altri erano innocenti e sono stati messi a morte?).

La decisione di sospendere l'applicazione della pena di morte da parte del Maryland (maggio 2013) e del Connecticut (12 aprile 2012), la decisione della California di votarne l'abolizione a novembre 2013 e l'allungamento oltre l’anno dei termini per presentare ricorsi federali in presenza di prove solide a sostegno dell’ innocenza del condannato a morte (Sentenza della Corte Suprema, No. 12-126), sembrano aver consolidato una lenta ma costante revisione dell’applicazione della pena capitale negli Stati Uniti.  Tuttavia, alcune recenti decisioni del Governatore della Florida contraddicono questa tendenza e riportano all'attenzione il problema degli Stati che ancora mantengono e applicano la pena capitale.
La Florida è uno dei 33 Stati che ancora mantiene la pena capitale e detiene nei bracci della morte circa 405 condannati, più di qualsiasi altro Stato eccetto la California (723). Anche il numero di esecuzioni in Florida è tra i più elevati: 77 dal 1976 (anno di ripresa delle esecuzioni dopo un lungo periodo di sospensione), il quarto valore più elevato dopo quello di Texas (500), Virginia (109) e Oklahoma (98). In Florida è anche più facile comminare sentenze capitali: non è, infatti, richiesta ai giurati l' unanimità, ma basta la maggioranza per invocare dal giudice una condanna a morte. Gli errori giudiziari rilevati
sono tra i più numerosi: dal 1973 sono 24 i detenuti liberati dal braccio della morte, perché innocenti.
Sono emblematici i casi di Sunny Jacobs, Delbert Tibbs, Juan Melendez, Joaquin Martinez (nelle fotto sotto), ed insieme a loro degli altri 20 ex condannati a morte.


 
 


L’attuale governatore, il repubblicano Rick Scott ha deciso di dare ulteriore impulso all’applicazione della pena capitale firmando in successione l’esecutività di più condanne e scegliendo i condannati con un maggior numero di anni di permanenza nel braccio della morte: Elmer Leon Carroll, William Van Poyck (nelle immagini a sinistra sotto)  e Marshall Lee Gore, rinchiusi nel braccio della morte da più di 20 anni.
Da parte sua, il Parlamento dello Stato della Florida ha proceduto in parallelo, approvando a larga maggioranza una legge, firmata poi dal Governatore il 14 giugno scorso e resa operativa a far tempo da luglio, il cosiddetto Timely Justice Act, (HB 7083), che irrigidisce le scadenze nei processi capitali e accelera l’esecuzione delle condanne. Tale legge è stata però soprannominata dagli abolizionisti “Kill Bill Fast Track” (ossia “Scorciatoia per uccidere”). Sicuramente la seconda definizione è più azzeccata: si tratta infatti di una legge che 1) obbligherà i governatori a firmare l’ordine di esecuzione dei condannati entro 30 giorni dalla conferma della condanna da parte della Corte Suprema della Florida (e una revisione del caso da parte della Commissione per le Grazie), e 2) obbligherà i boia ad eseguire la condanna entro 180 giorni dalla firma dell’ordine stesso (1). La legge pone inoltre limiti temporali agli appelli a livello statale e… punizioni per gli avvocati difensori negligenti.
Si vorrebbe così evitare la permanenza prolungata dei condannati nei bracci della morte, che indebolirebbe la deterrenza della pena e la sua portata risarcitoria nei confronti delle vittime.
La scarsa fondatezza di questa legge e la sua pericolosità sono evidenti. Si osserva, infatti, che in  Florida la permanenza media nei bracci della morte è inferiore al resto del paese (13,2 anni contro una media federale di 14,8), mentre gli errori giudiziari sono maggiori che altrove, provocati dai molti difetti del sistema giudiziario e dalla scarsa preparazione degli avvocati d’ufficio messi a disposizione degli imputati più poveri. Seth Penlaver , rilasciato dopo 18 anni nel braccio della morte, ha dichiarato di essere "l'esempio vivente" del perché il Timely Justice Act non avrebbe dovuto essere approvato. La Florida di fatto guida la nazione riguardo al numero di persone che, dopo essere state condannate alla pena capitale, si sono salvate perché è emersa la loro innocenza dopo anni di permanenza nel braccio della morte. Sono ben 24 i condannati a morte in Florida che dal 1976 hanno riguadagnato la libertà.
Il rischio di uccidere innocenti non ha creato nessuna problema  per il governatore Scott. La proposta di legge è stata redatta con i suggerimenti e la supervisione del suo consigliere legale Peter Antonacci, ex accusatore. Questo signore, di origine italiana e cattolico, era stato per anni membro del Partito Democratico, per poi passare repentinamente al quello Repubblicano. Ha dichiarato che il suo pensiero riguardo all’amministrazione della giustizia e alla pena di morte in particolare, meglio si adatta al punto di vista dei Repubblicani…
Il governatore Rick Scott, invece, è un metodista e anche la sua chiesa (come del resto quella cattolica) si oppone alla pena di morte. Questo non gli ha impedito di firmare, trasformandola in legge, la proposta di scorciatoia verso il lettino del boia. Oltre a ciò, ancor prima della firma della legge, il governatore aveva già dimostrato le sue tendenze forcaiole firmando ogni quindici giorni un nuovo ordine di esecuzione. Come già accennato nell’articolo precedente, ben tre persone hanno ricevuto la data di esecuzione nel giro di un mese. Continuando di questo passo (13 uomini sono già passibili di esecuzione secondo la nuova legge) una novantina di condannati potrebbero essere ammazzati in Florida entro la fine del prossimo anno, quando il governatore si ricandiderà alle elezioni per ottenere il rinnovo del mandato. Che il desiderio di mostrarsi “duro con la criminalità” e l’ambizione ad essere rieletto siano connessi tra loro? Senza dubbio.
Eppure, quando firmò il suo primo ordine di esecuzione, nel 2011, Scott dichiarò: “ E’ molto duro per me far ciò. Non avevo mai fatto nulla del genere”. Aggiungendo: “Anche se non mi piace questo aspetto del mio lavoro, fa parte dei compiti di un governatore. Ho accettato di rispettare le leggi del paese. Non è una cosa che mi piace fare, ma è la legge del paese”. Strano davvero che solo due anni dopo lui abbia invece promosso una legge forcaiola, che addirittura accelera e incrementa ciò che, a suo dire, non gli piaceva fare!
Prima di firmare la nuova legge, Scott aveva chiesto l’opinione del pubblico. Come dichiarato ai media, ha ricevuto 447 telefonate, di cui 437 che gli chiedevano di non firmare, 14 lettere, di cui 13 contrarie alla firma e 14.571 e-mail, di cui 14.565 contrarie. Si vede che si sono mossi solo gli abolizionisti mentre la maggioranza silenziosa, assuefatta alla pena di morte, si è disinteressata del problema.
Subito dopo la firma del Timely Justice Act, Rick Scott ha ritenuto opportuno rispondere individualmente alle migliaia di persone che lo avevano esortato a non firmare, assicurando che la nuova legge  non mira ad accelerare le esecuzioni, né mette a rischio persone innocenti.

Mentre il deputato Matt Gaetz principale sostenitore della legge, ringraziava soddisfatto il Governatore scrivendo su Twitter: “Molti condannati a morte devono cominciare a scegliere il menu del loro ultimo pasto” e il New York Times titolava un editoriale: Grotesque Speed for Florida Capital Cases (Grottesca accelerazione per i casi capitali in Florida).   

L’accelerazione delle esecuzioni – come si diceva – appare apertamente come una mossa strumentale alla ricerca di consenso elettorale da parte del governatore, in vista delle elezioni del prossimo anno. Questa strada del resto venne stata percorsa anche in passato: nel 1989 un governatore della Florida alla ricerca di consensi elettorali, Bob Martinez, firmò sei condanne a morte in un solo giorno.
Per cercare di fermare questo nuovo impulso alle esecuzioni capitali, i vescovi della Florida hanno scritto una lettera aperta al governatore, chiedendogli di sospendere le esecuzioni previste, commutandole in ergastoli e di riflettere sul senso e l'utilità della pena capitale, che indebolisce e non rafforza la società:
 " Uccidere per mostrare che l'omicidio è un male è una palese contraddizione, che tocca ogni animo umano. Le esecuzioni ci rendono peggiori ........... Governatore, la preghiamo di considerare che la pena di morte ci diminuisce tutti e contribuisce ad un crescente disprezzo della vita umana. Essa perpetua un ciclo di violenza e alimenta il senso di vendetta nella nostra cultura. La vita umana, donata da Dio, è sacra. Questa sacralità non dipende dalla colpevolezza o innocenza. Anzi, dimostrazioni di pietà possono avere un effetto profondo producendo pentimento e conversione in coloro che hanno commesso gravi crimini" (22 maggio 2013).
Auspichiamo che queste parole, che non sono riuscite a fermare le ultime esecuzioni, vengano nuovamente raccolte e impongano un ripensamento.
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(1) A quel punto il condannato verrà sicuramente ucciso a meno che non ottenga la sospensione dell’esecuzione da una corte federale.

UCCISO IN FLORIDA ANCHE VAN POYCK,

IL COMPLICE DI VALDES (di M. G. Guaschino)

In Florida il 58enne William Van Poyck è stato ucciso con un’iniezione letale la sera del 12 giugno. La sua esecuzione ha seguito di pochi giorni quella di Elmer Leon Carroll, ucciso il 29 maggio, e, con tutta probabilità, precederà di poco quella di Marshall Lee Gore. Queste tre esecuzioni di fila sono uno dei segnali della situazione che si sta creando in Florida, stato in cui il governatore Rick Scott appare intenzionato ad aumentare drasticamente il ritmo delle esecuzioni d’accordo col suo consigliere legale e braccio destro Peter Antonacci.
Appelli e azioni urgenti si sono rovesciati sul Governatore nelle scorse settimane per salvare la vita di William Van Poyck, ma è stato tutto inutile. D’altra parte le speranze di ottenere la grazia da Rick Scott erano poche, se si pensa al reato per cui William era stato condannato a morte: l’uccisione di una guardia.
Nel 1987, insieme a tale Frank Valdes, William tese un’imboscata ad un furgone della polizia, nel tentativo di far evadere il detenuto James O'Brien. Il poliziotto Fred Griffis lanciò le chiavi del furgone in un cespuglio per impedire l’evasione. Fu ucciso da due colpi di fucile.
William e Frank furono inseguiti e subito arrestati. Furono entrambi condannati a morte, ma Valdes non arrivò mai al lettino dell’esecuzione perché, nel 1999, fu massacrato di botte in prigione.
L’accusa riuscì, con grande fatica, a implicare otto guardie nell’uccisione di Frank Valdes, ma alla fine ebbe il sopravvento la lobby delle prigioni e le guardie furono tutte prosciolte (1).
La morte di Valdes viene anche ricordata nel libro “Nel braccio della morte”, scritto da Dale Recinella, un cappellano laico che lavora come volontario nel braccio della morte e con i detenuti ad alto isolamento in Florida. Dale all’epoca era agli inizi della sua attività di cappellano volontario laico dei condannati a morte ed era il consigliere spirituale di Valdes, cui portava la Comunione ogni due settimane. Di ritorno da una vacanza di un mese, non trovò più il suo assistito, ma arrivato nei pressi della sua cella, poté osservare “macchie di sangue ovunque, sul pavimento, sui muri, sulla porta.” (3)  
William van Poyck, per la sua sicurezza, fu trasferito in un carcere della Virginia dove rimase fino al 2008. Lì con l’aiuto di sua sorella scrisse tre libri e tenne un blog. Cercò di dimostrare il suo rimorso per i tragici eventi del 1987 e la sua innocenza riguardo all’omicidio del poliziotto Fred Griffis.
Nei suoi appelli, Van Poyck affermò che a sparare al poliziotto era stato Valdes e che nessuno dei due malviventi intendeva uccidere nel corso dell’imboscata. (Ciò anche se mentre erano in fuga lui sparò e colpì le auto della polizia nel corso dell’inseguimento). La notizia della sua morte è stata accolta con particolare preoccupazione dal mondo abolizionista, sconcertato della feroce tendenza forcaiola che si sta manifestando in questo periodo in Florida.

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(1) Vedi:
(2) “Nel braccio della morte” di D. S. Recinella, Ed. San Paolo, 2012 – Chi fosse interessato ad acquistare una copia di questo libro a prezzo scontato, invii una richiesta per e-mail all’indirizzo: prougeau@tiscali.it
 (3)  Vedi:  “Nel braccio della morte” di D. S. Recinella, Ed. San Paolo, 2012, pagg. 286-288
 
 
L’IMPEGNO DELLA CHIESA CATTOLICA
Dopo il 1999 la Conferenza dei Vescovi Cattolici della Florida, particolarmente attivi nel campo della difesa della vita e dell’abolizione della pena capital, hanno scritto diversi documenti su tale tema, giocando un ruolo fondamentale in questa buona battaglia, invitando i Governatori a fermare le esecuzioni e ad abolire la pena di morte.

Sul sito www.flaccb.org, alla pagina http://www.flaccb.org/lifeanddeath/deathpenalty/index.php sono disponibili tutti i documenti della Conferenza su tale argomento.
Nel tentativo di fermare la nuova ondata di esecuzioni capitali che si sarebbe innestato con l’approvazione del Timely Justice Act (approvato il 14 giugno), i Vescovi Cattolici della Florida il 22 maggio 2013 pubblicarono il documento: “DOES SOCIETY REALLY MAKE A COHERENT STATEMENT AGAINST KILLING BY KILLING?”(Davvero la società compie un atto coerente contro chi uccide, uccidendo?), una Lettera aperta indirizzata al governatore Rick Scott, in attesa delle esecuzioni di Elmer Carroll, William Van Poyck, e Marshall Gore. Nel documento si chiedeva al Governatore di fermare le esecuzioni già fissate, attraverso la commutazione in ergastolo, invitandolo a riflettere sul vero significato e sui vantaggi (ove ve ne fossero) della pena capitale, atto che indebolisce la società, anziché rafforzarla.

L’8 luglio 2013 i Vescovi hanno scritto un altro messaggio: “Florida Catholic Bishops Urge Governor: End Use of the Death Penalty” (I vescovi cattolici invitano il Governatore ad abolire la pena di morte).
Il testo dei due messaggi è disponibile sul sito suindicato.

Davvero speriamo che le parole dei Vescovi, sebbene non abbiano potuto fermare le ultime esecuzioni


APPELLO URGENTE
SALVIAMO LA VITA DI MARSHALL GORE!

(Esecuzione fissata per il 1° ottobre 2013 in Florida)

L'esecuzione della condanna a morte inflitta a Marshall Gore, 50 anni, è stata fissata per il prossimo 1° ottobre. Gore è stato condannato per un omicidio commesso nel 1988. Vi sono dubbi sul suo stato di salute mentale.

Gore è stato condannato a morte nel 1995 per l'omicidio di Robyn Novick, il cui corpo è stato trovato in una zona rurale della Contea Miami-Dade, in Florida, il 16 marzo del 1988, quattro giorni dopo la sua scomparsa. Nel 1998 la Corte Suprema della Florida aveva annullato la condanna per valutare lo stato di salute mentale di Gore che, tuttavia, fu nuovamente condannato a morte nel 1999. Gore, stava già scontando una condanna a morte nella contea di Columbia, in Florida, nel 1990 per l'omicidio di Susan Roark, una studentessa scomparsa nel Tennessee nel gennaio del 1988 e il cui corpo fu ritrovato due mesi dopo.

In un parere del 2009, la Corte Suprema della Florida aveva osservato che la questione dello "stato mentale" di Gore era stato un "tema ricorrente" in entrambi i procedimenti.

Il 13 maggio 2013, il governatore Rick Scott ha firmato l'autorizzazione a eseguire la condanna di Gore nel caso Miami-Dade. L'avvocato di Gore ha riferito al governatore che il suo cliente potrebbe non avere le "competenze mentali" per essere messo a morte. L'esecuzione di un prigioniero che non riesce a comprendere razionalmente il motivo e la realtà della pena che gli viene inflitta, viola la Costituzione degli Stati Uniti. Come richiesto dalla legge della Florida, il governatore ha quindi nominato una commissione di tre psichiatri per valutare le "competenze mentali" del condannato.

Durante la valutazione, Gore ha detto loro che c'era una cospirazione tra i funzionari della Florida per raccogliere gli organi dei prigionieri messi a morte, e che un senatore dello stato era in attesa di ricevere i suoi bulbi oculari per suo figlio. Gli psichiatri hanno concluso che Gore stava fingendo la malattia mentale per evitare l'esecuzione. Gli stessi tre esperti hanno recentemente giudicato "competente" un altro detenuto, John Ferguson, il quale aveva invece una pluridecennale storia di schizofrenia paranoide, e la cui condanna è stata eseguita il 5 agosto scorso. Ferguson aveva manifestato pensieri deliranti fino alla fine.

 L'avvocato che stava rappresentando Gore al tribunale federale ha presentato reclamo sulle competenze mentali presso un tribunale distrettuale statunitense. Il 18 giugno, il giudice ha osservato che vi era una "base ragionevole" per affermare che, considerate le numerose dichiarazioni "deliranti" che aveva fatto, Gore poteva non essere competente per l'esecuzione. Il giudice ha osservato inoltre che Gore aveva manifestato la convinzione che la sua esecuzione gli fosse stata comminata per "la sua morte e raccolta degli organi/ per un sacrificio umano o entrambe le cose"; che alla data di esecuzione del 24 giugno era stato aggiunto 6-6-6 e che "a causa della sua virginale innocenza di omicidio, egli è un obiettivo degli adoratori di Satana che per anni hanno minacciato quella data per posta".

Il 24 giugno il tribunale distrettuale ha dichiarato che il caso presentava un "set di circostanze altamente insolito", come il fatto che Gore era stato rappresentato nei due tribunali, statale e federale, da due avvocati diversi. O come il fatto che l'avvocato di stato non aveva presentato alcuna istanza sulle competenze mentali del suo assistito presso il tribunale statale, il giudice federale aveva stabilito di non poter rivedere il caso. Da allora, l'avvocato federale è subentrato nelle udienze statali.

Dopo l'udienza del tribunale statale a luglio, alla quale un esperto della difesa ha affermato che Gore non è competente per l'esecuzione e due dei tre psichiatri scelti dal governatore hanno affermato l'opposto, il giudice ha stabilito che Gore "comprende razionalmente che viene messo a morte perché ha ucciso la signora Novick e che morirà a seguito di tale esecuzione". Il 13 agosto la Corte Suprema dello Stato ha confermato questa decisione.

 


Per firmare ed inviare l’appello ci si può collegare al sito di Amnesty International Italia.

 

 

 


LINKS UTILI PER LA CAMPAGNA IN FLORIDA

 




Web site


Community of Sant’Egidio

www.santegidio.org

Carlo Santoro



cell. +39 339 5777410

Comitato Paul Rougeau

www.paulrougeau.org

Maria Grazia Guaschino



Floridians for Alternatives to the Death Penalty

www.fadp.org

Mark Elliott

Tel. (001) 727-215-9646

mark@fadp.org


Florida Catholic Conference

www.flaccb.org

Sheila Hopkins

Tel. (001) 850 205-6826


 

 

 

 

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