Nel 1957 Albert Camus affermava che dare pubblicità ad un'esecuzione capitale rischia, al contrario, di provocare, presso l'opinione pubblica, un tale orrore e disgusto da generare il rifiuto della pena di morte stessa.
E' quello che ci auguriamo possa succedere nei paesi che ancora conservano la pratica di dare spettacolo dell'esecuzione dei condannati a morte.
Dal Corriere della Sera: "Cina, i boss giustiziati in diretta tv" di Guido Santevecchi
http://www.corriere.it/esteri/13_marzo_01/cina-diretta-condannati-morte_fe7657f2-8289-11e2-b4b6-da1dd6a709fc.shtml
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Dall'intervento di Mario Marazziti al Congresso dei Ministri della Giustizia, il 27 novembre 2012 a Roma:
"Un mondo senza pena di morte è un mondo migliore. E possibile.
Perché non c'è relazione tra il mantenimento della pena capitale e l'identità culturale di un popolo.
Perché la pena di morte non è mai parte dell'identità di un popolo, è solo parte delle cattive abitudini della storia".
Sono d'accordo con Marazziti quando dice "non c'è relazione tra la pena di morte e l'identità culturale di un popolo...", infatti, dobbiamo imparare a difendere la dignità di ogni uomo e di ogni donna in ogni parte del mondo, perchè la giustizia non è uccidere ancora.
RispondiEliminaStefania