domenica 6 dicembre 2015

Bill Pelke incontra i detenuti di Sollicciano

Sollicciano contro la pena di morte. Pelke incontra i detenuti

Firenze si illumina con le 'Città per la vita'. Le altre iniziative
da http://met.provincia.fi.it/

"La risposta è l’amore e la compassione per tutta l’umanità. La risposta è amare coloro che ti odiano, quelli che ti perseguitano, coloro che compiono ogni sorta di male contro di te. Io sono cristiano e Gesù ha detto: 'Chi è senza peccato, scagli la prima pietra'. Secondo questo principio nessuno di noi può lanciare la pietra della morte”. Bill Pelke non è uno che parla di miele. Lo hanno capito bene i detenuti di Sollicciano che ha incontrato ieri pomeriggio nella Sala cinema, con gli amici della Comunità di Sant'Egidio, la direzione, con gli amici della Comunità di Sant'Egidio, la direzione, don Roberto Falorsi e Ionut Coman, della Chiesa ortodossa romena. 

Ruth, la nonna di Bill, aveva 78 anni ed insegnava la Bibbia ai ragazzini del vicinato nella cittadina di Gary in Indiana. Un giorno, il 14 maggio 1985, cioè 30 anni fa, quattro ragazzine liceali bussarono alla sua porta per ascoltare la sua lezione e lei le invitò ad entrare in casa. Fu uccisa brutalmente. Un anno dopo una delle ragazze, Paula Cooper, venne condannata a morte. Aveva 15 anni all’epoca del delitto. Ora che si trovava nel braccio della morte ne aveva 16 ed era la più giovane in America. All’inizio anche Bill era d’accordo con la condanna a morte per quella ragazzina che aveva ucciso così brutalmente sua nonna. 
Anche la sua famiglia era d’accordo con lui. Poi Bill, con molti contrasti all’interno della sua famiglia, cambiò idea. Pensò che sua nonna non avrebbe voluto un altro omicidio, perché gli ricordava sempre il comandamento “Non uccidere”. Perdonò Paula. Prima cominciò a scriverle, poi andò a trovarla. Quindi cominciò a darsi da fare affinché la condanna a morte fosse commutata. Grazie alla pressione internazionale – anche in Italia vennero raccolte molte centinaia di migliaia di firme – e all'intervento di Giovanni Paolo II la condanna a morte di Paula venne commutata in una condanna a 60 anni di carcere. 
Bill, dopo 30 anni di lavoro presso un’acciaieria, è andato in pensione ed oggi dedica tutta la sua vita a parlare della sua esperienza in tutto il mondo, affinché venga ovunque abolita la pena di morte. Negli Stati Uniti gira con un pullman verde, assieme ai suoi amici di Journey of Hope e dell’Associazione Familiari delle Vittime per la Riconciliazione, con i quali condivide e comunica il suo messaggio di perdono e di pace. Sin dal 1998 ha partecipato a diversi incontri e tour internazionali nell’ambito della Campagna per l’Abolizione della pena di morte, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. 
Dopo aver partecipato con Eugenio Giani, Enrico Rossi e il Prof. Giovanni Cipriani al Consiglio regionale solenne della Toscana, dove gli è stato consegnato anche il riconoscimento del Pegaso – presenti per la Metrocittà Angelo Bassi e per il Comune di Firenze Nicola Armentano - Bill Pelke ha incontrato lunedì sera il Consiglio comunale di Campi Bisenzio, accolto dal sindaco Emiliano Fossi. Martedì mattina ha animato a Lucca una conferenza con i giovani dell'Istituto superiore di istruzione Sandro Pertini. Mercoledì 2 dicembre ha incontrato la mattina le scuole superiori di Pisa e nel pomeriggio i detenuti del penitenziario fiorentino di Sollicciano. 
Giovedì 3 dicembre, invece, si confronterà con i detenuti del carcere delle Sughere di Livorno. Dunque appuntamenti che insieme alla presentazione del volume 'Life' di Mario Marazziti la scorsa settimana a Firenze, e all'adesione di quasi tutti i Comuni metropolitani a 'Città per la vita', hanno consentito di gettare luce nei bracci della morte come luoghi da riconvertire a una logica che non uccide. Illuminati i monumenti per dire no alla pena di morte. Giani, in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio, ha fatto illuminare Palazzo Panciatichi a Firenze con la scritta '1786: no alla pena di morte. 2015: no al terrorismo'.

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