NEW YORK – Pochi giorni dopo l’appello solenne del papa per l’abolizione della pena di morte, e mentre gli Stati Uniti si preparano a mettere a morte una donna e un disabile, l’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani Zeid Ra’ad al Hussein ha auspicato la fine delle esecuzioni in tutto il mondo, secondo una tendenza all’abolizione progressiva da quando, 70 anni fa, solo 14 paesi avevano archiviato il boia dai codici.
La pena capitale provoca danni irreparabili che possono essere inflitti a un innocente, ha detto Zeid nell’ambito di un evento organizzato da Italia, Argentina, Fiji, Rwanda e Benin. Obiettivo della riunione era di “ascoltare le voci delle famiglie”. I diritti delle famiglie – ha detto Zeid, sono spesso invocati da sistemi giudiziari che hanno ripreso a mettere condannati a morte per giustificare la loro scelta. “nella realta – ha detto l’alto commissario – molte famiglie di vittime di assassini credono che rispondere a una uccisione con un’altra uccisione disonori la vittima e non permetta di riprendersi dalla perdita subita a causa del lungo processo di appello”.
Per l’Italia ha portato la voce del governo il sottosegretario agli Esteri Mario Giro:
“Pensiamo che i delitti debbano ricevere una risposta diversa dalla pena di morte.
Combattere l’impunità e assicurare l’accesso alla giustizia per le vittime e’ essenziale sia dal punto di vista della prevenzione al crimine e per la riconciliazione. Campagne di sensibilizzazione del pubblico che puntino su questi elementi sono uno strumento importante per stimolare un dibattito pubblico sulla pena di morte’.
Giro ha ricordato che l’Italia e’ stata all’avanguardia nelle battaglie per la moratoria con il sostegno incrollabile della società italiana: governo, parlamento e la società civile – e ha evocato il crescente consenso delle risoluzioni dell’Assemblea Generale per lo stop di fatto alle esecuzioni. “Siamo orgogliosi di aver promosso un approccio graduale e inclusivo che si e’ dimostrato vincente”, ha detto Giro: “Non vogliamo che altri facciano progressi. Vogliamo fare progressi assieme con gli altri”.
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