venerdì 31 luglio 2015

Pakistan: appello della Chiesa per ripristinare la moratoria sulla pena di morte

 da Misna

La Chiesa cattolica ha chiesto al governo del Pakistan di ripristinare la moratoria sulla pena di morte dopo che ieri altri otto detenuti sono stati giustiziati nella provincia del Punjab.

“La Chiesa cattolica apprezza la santità dell'uomo e crede che nessuno dovrebbe avere il diritto di togliere la vita. (…) Ci opponiamo con forza alla pena capitale, specialmente perché, al momento, il sistema giuridico in Pakistan è imperfetto", ha detto Cecil Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione nazionale di pace e giustizia (Ncjp) della Chiesa in Pakistan, deplorando l'esecuzione di Aftab Bahadur Masih, un cristiano condannato a morte che è stato impiccato il mese scorso poco prima dell'inizio del Ramadan nonostante seri dubbi sulla sua età. La famiglia del condannato, Masih, ha sempre sostenuto che aveva solo 15 anni quando fu accusato di aver commesso un omicidio.

L’appello della Chiesa per fermare le esecuzioni ha fatto eco a un simile appello rivolto dalle Nazioni Unite poco prima che gli otto detenuti fossero messi a morte. Allo stesso tempo, l'Onu ha chiesto al governo pachistano di commutare senza indugio le sentenze di quelli in attesa di esecuzione. "La pena di morte è una forma estrema di punizione e, se utilizzata, dovrebbe essere solo per i crimini più gravi, dopo un giusto processo che rispetti le severe garanzie richieste dal diritto internazionale dei diritti umani" ha dichiarato Christof Heyns, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie.

Heyns ha anche richiamato l'attenzione sul caso di Shafqat Hussain, il cui processo, dice, non ha rispettato le norme internazionali. Shafqat è condannato per un crimine commesso quando era minorenne e dovrebbe essere giustiziato il 4 agosto.

[PL]

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