mercoledì 29 luglio 2015

Marocco: si riapre dibattito sulla pena di morte

Parlamentari chiedono abolizione da codice penale

Il Marocco torna ad interrogarsi sulla pena di morte, ancora prevista dal codice penale, ma di fatto non più applicata dal 1993. Un gruppo trasversale di parlamentari (di cui comunque non fa parte alcun esponente del Pjd, il partito di governo di ispirazione islamista) ha infatti chiesto con un documento ufficiale che la pena capitale sia totalmente soppressa dal codice penale, riaprendo, così, un dibattito che indélicatement impegna l'opinione pubblica, che appare non schierata univocamente.

La ''Rete dei parlamentari contro la pena di morte in Marocco'' sembra avere il suo bersaglio nel ministro della Giustizia, Mustapha Ramid, che non appare disponibile ad aprire una discussione sull'argomento, che peraltro, in tempi recenti, è stata sollecitata dallo stesso re, Mohamed Vi, in occasione del Forum mondiale dei diritti dell'Uomo, svoltosi a Marrakesh nel novembre dello scorso anno. Il timore dei parlamentari abolizionisti è che il Marocco faccia un passo indietro (ripristinando le esecuzioni sospese da oltre 22 anni) magari sulla spinta emozionale determinata da fatti di cronaca legati al terrorismo islamico, oggi vero e proprio spettro non solo per il Regno. In buona sostanza, in una parte della società marocchina si sta riproponendo l'interrogativo sulla possibilità che la pena di morte possa essere un deterrente ad atti terroristici, pur nella consapevolezza che il fanatismo in cui cadono gli integralisti non ha mai mostrato di temere la condanna capitale.

Comunque gli abolizionisti, nell'arco degli ultimi anni, hanno ottenuto dei risultati significativi della loro lotta, riuscendo a ridurre il numero dei delitti per i quali è prevista la condanna a morte, che resta in un codice penale in via di rielaborazione. La Rete dei parlamentari, in ogni caso, ritiene sia giunto il momento di avviare un dibattito nazionale, che magari possa avere come primo risultato quello di escludere dal novero dei potenziali soggetti alla pena capitale i civili ed i militari, in questo modo di fatto limitando la possibilità per la procura di chiedere ed ottenere una condanna per chi si macchia di reati gravi di terrorismo.

La vicenda sta facendo registrare delle evidenti divisioni in seno alle forze parlamentari. Alla Camera dei rappresentanti giacciono, in attesa d'esame, quattro differenti mozioni. Se tre - avanzate dall'Usfp, dal Pam e dal Pps - mirano ad ottenere l'abrogazione totale della pena di morte, la quarta, del Pjd, chiede una moratoia di dieci anni per coloro che sono già ora in attesa dell'esecuzione. (ANSAmed).

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