E’ l’ultimo passo di un percorso che sta conducendo il Benin all’abrogazione totale della pena di morte dagli ordinamenti del paese. Il 5 luglio 2012 con il deposito dello strumento di adesione, il Benin è divenuto parte del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, relativo all’abolizione della pena di morte. Anche se la pena di morte rimane parte della legislazione interna fino a quando il Parlamento non rimuoverà le disposizioni di legge in materia, la ratifica senza riserve del Secondo Protocollo, in vigore a tutti gli effetti dal 5 ottobre 2012, fa del Benin un Paese totalmente abolizionista. Infatti, in base all’articolo 1, commi 1 e 2, del Secondo Protocollo, “Nessuno all’interno della giurisdizione di uno Stato parte del presente Protocollo sarà giustiziato” e “Ogni Stato parte adotta tutte le misure necessarie per abolire la pena di morte nella sua giurisdizione”.
Il 21 gennaio 2016, la Corte costituzionale del Benin ha disposto che l’entrata in vigore del Secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici, che sancisce l’abolizione della pena di morte, e la sua ratifica da parte dello stato, “rendono ora inefficace ogni disposizione di legge [comprese quelle del codice penale] che prevede la pena di morte come sanzione” (Sentenza della Corte costituzionale del Benin: atto DCC 16-020). La Corte costituzionale ha ritenuto che “nessuna disposizione di legge contenuta nell’ordinamento giuridico interno possa più contenere menzione della pena capitale; che, allo stesso modo, nessun procedimento penale intrapreso da qualsiasi giurisdizione possa avere come base legale una disposizione che preveda la pena di morte quale sanzione per il reato commesso, così che adesso nessuno può più essere condannato a morte in Benin”. Questa sentenza ha di fatto abolito la pena di morte per tutti i reati in tutto il territorio nazionale.
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