Preoccupazione e sconforto tra gli abolizionisti: torna il consenso alle esecuzioni in Nebraska, Oklahoma e California
Referendum USA
Insieme alle elezioni presidenziali si sono tenuti ieri negli USA anche tre referendum sull'applicazione della pena di morte che hanno dato risultati sconfortanti, facendo fare al paese parecchi passi indietro rispetto al recente trend abolizionista.
In Nebraska, si è votato sul rigetto o mantenimento della legge di abolizione della pena capitale che l'assemblea legislativa aveva approvato nel maggio 2015, superando il veto del governatore. Più del 62% dei votanti si è dichiarato a favore del reinserimento della pena di morte nella legislazione dello Stato.
In California, stato mantenitore, si è votato sulla sostituzione della pena capitale con l'ergastolo senza possibilità di grazia (Proposition 62). Inoltre, si è votato sulle norme che regolano appelli e petizioni dei condannati a morte, per ridurre ad un massimo di 5 anni il tempo per esaurirli (Proposition 66) e sull'obbligo di lavoro per i condannati a morte, inteso quale mezzo per indennizzare i famigliari delle vittime. Il 54% dei votanti ha rifiutato di abolire la pena di morte, mentre il 51% ha votato per rendere più rapido il processo di appello dei condannati a morte. La California aveva già votato nel 2012 sull'abolizione della pena di morte: allora il 52% dei votanti si era dichiarato contrario.
In Oklahoma la pena di morte è ammessa ma vige una moratoria da ottobre 2015 in attesa di verificare i problemi di alcuni metodi di esecuzione. Ieri si è votato su un emendamento costituzionale che ammette la pena di morte, rifiutando di considerarla punizione crudele ed inumana, e considera costituzionali tutti i metodi di esecuzione, esclusi quelli vietati dalla costituzione federale. Più del 66% dei votanti si è dichiarato a favore della costituzionalità della pena di morte.
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