lunedì 4 marzo 2013

Le esibizioni pubbliche di condanne a morte come esperienza di brutalità e violenza

Può la pena di morte essere un castigo esemplare, da eseguire in pubblico, in modo da farne un monito per chiunque?

Nel 1957 Albert Camus affermava che dare pubblicità ad un'esecuzione capitale rischia, al contrario, di provocare, presso l'opinione pubblica, un tale orrore e disgusto da generare il rifiuto della pena di morte stessa.

E' quello che ci auguriamo possa succedere nei paesi che ancora conservano la pratica di dare spettacolo dell'esecuzione dei condannati a morte.

Dal Corriere della Sera: "Cina, i boss giustiziati in diretta tv" di Guido Santevecchi

http://www.corriere.it/esteri/13_marzo_01/cina-diretta-condannati-morte_fe7657f2-8289-11e2-b4b6-da1dd6a709fc.shtml















Dall'intervento di Mario Marazziti al Congresso dei Ministri della Giustizia, il 27 novembre 2012 a Roma:

"Un mondo senza pena di morte è un mondo migliore. E possibile.
Perché non c'è relazione tra il mantenimento della pena capitale e l'identità culturale di un popolo.
Perché la pena di morte non è mai parte dell'identità di un popolo, è solo parte delle cattive abitudini della storia".

1 commento:

  1. Sono d'accordo con Marazziti quando dice "non c'è relazione tra la pena di morte e l'identità culturale di un popolo...", infatti, dobbiamo imparare a difendere la dignità di ogni uomo e di ogni donna in ogni parte del mondo, perchè la giustizia non è uccidere ancora.
    Stefania

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