venerdì 1 luglio 2016

Diplomazia italiana e Norvegia, l’intervista a Novello

di Domenico Letizia

da http://www.opinione.it/

02 luglio 2016



Dal 21 al 23 giugno si è svolto ad Oslo il VI Congresso mondiale contro la pena di morte, appuntamento promosso dalla Ong “Ensemble contre la peine de mort” e dalla “World Coalition Against the Death Penalty”, con il supporto del ministero degli Affari Esteri della Norvegia, alla quale partecipano circa 140 organizzazioni da tutto il mondo. Scopo del Congresso è quello di giungere ad “eliminare l’obbligatorietà della pena di morte”, e trasformare i Paesi abolizionisti di fatto in abolizionisti di diritto. Discutiamo dei lavori del Congresso con l'Ambasciatore italiano nel Regno di Norvegia, Giorgio Novello.

Che ruolo ha avuto la diplomazia italiana e l’Ambasciata italiana ad Oslo durante i lavori del Sesto Congresso Mondiale contro la pena di morte?

L’Italia ha avuto un ruolo di alto profilo, in perfetta coerenza con il costante impegno del nostro Paese in questa battaglia di civiltà. Lo ha ben ricordato il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, rappresentante del Governo italiano, intervenuto proprio durante la solenne apertura del Congresso, quando ha menzionato l’abolizione della pena capitale nel Granducato di Toscana nel 1786, primo caso nella storia, fino al costante impegno del nostro Paese alle Nazioni Unite, che due anni fa ha favorito un numero record di voti per una risoluzione sul tema. La delegazione italiana comprendeva anche rappresentanti del nostro il Parlamento, in particolare il Presidente della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei deputati, onorevole Mario Marazziti; esponenti della società civile, di Ong come Nessuno tocchi Caino, la Comunità di Sant’Egidio e diversi media. Se vogliamo, un riconoscimento simbolico del nostro ruolo è giunto anche con la scelta di un brano del musicista italiano Luigi Dallapiccola, per uno degli intermezzi musicali durante il convegno. L’Ambasciata italiana a Oslo da me diretta si è impegnata a fondo nel suo ruolo di sostegno alle nostre Istituzioni. I primi contatti hanno già avuto luogo l’anno scorso e si sono via via moltiplicati col passare dei mesi, sia con i colleghi norvegesi che con gli organizzatori del Congresso, ad iniziare dal coordinatore di quest’ultimo, il connazionale Antonio Stango che ha compiuto uno straordinario lavoro.

Durante i lavori del Congresso, l’Ambasciata d’Italia e l’Università di Oslo-Facoltà di Legge hanno organizzato un seminario specializzato sulla compatibilità della pena di morte con la configurazione attuale del diritto internazionale. Il seminario intitolato “Death penalty: an emerging jug cogens prohibition?”, ha inteso offrire un contributo oggettivo ai lavori del Congresso. Quali riflessioni e che contributi di dibattito ha lanciato tale seminario? Che riscontri giuridici sono stati presentati?

Il nostro seminario ha voluto offrire un contributo oggettivo e
specifico ai dibattiti del Congresso, cercando di approfondire il tema della accettabilità o meno della pena capitale sotto un profilo squisitamente giuridico. Abbiamo volutamente puntato ad offrire il punto di vista di un giurista norvegese che ben conosce il sistema giuridico italiano (Mads Andenæs, ordinario presso l’Università di Oslo e presidente della Commissione Onu sulla detenzione arbitraria) di una giurista italiana attualmente in Norvegia (Ludovica Chiussi, esperta di diritti umani) e dello stesso coordinatore del congresso Antonio Stango. Sono stati approfonditi in particolare i rapporti tra Jus Cogens (cioè inderogabile), il diritto consuetudinario, il diritto pattizio e l’interpretazione evolutiva delle grandi convenzioni promosse dalle Nazioni Unite. Ne è emerso un quadro in forte dinamismo e di non facile definizione, anche se sembra innegabile la progressiva emersione di una comunis opinion internazionale, soprattutto a livello regionale, nel senso dell’inaccettabilità della pena di morte. Ma il risultato più significativo emerso dal seminario, e in particolare dall’intenso dibattito che in esso ha avuto luogo, è proprio l’introduzione della stessa categoria dello Jus Cogens nel dibattito giuridico e politico sulla pena di morte. La proposta di esaminare lo stato attuale della questione dall’angolo visuale dei principi e delle norme assolutamente inderogabili del diritto internazionale (e questo a prescindere rigorosamente da valutazioni etiche o politiche) è stata considerata originale e degna di approfondimento. Ci lavoreremo.

Quali proposte future intende avanzare l'Ambasciata italiana nel Regno di Norvegia per rafforzare la visione dello stato di Diritto, dei diritti umani e della democrazia?

Innanzitutto, abbiamo già in programma un ulteriore evento sulla pena di morte in autunno ad Oslo ed anche a Reykjavik, capitale della Repubblica d’Islanda dove rappresento l’Italia. Continueremo la nostra attività con i colleghi norvegesi e con la società civile di questo splendido Paese, in particolarmente avanzato tema di diritti umani. Proprio per valorizzare e consolidare le convergenze tra Italia e Norvegia in questo e in tanti altri campi, dall’economia alla scienza, dalla ricerca alla cultura, l’Ambasciata d’Italia ha lanciato l’iniziativa di un Evento Itinerante: cinquanta eventi di dimensioni diversi ma tutti di alta qualità, raggruppati in sei tappe, ciascuna in una importante città norvegese, in collaborazione con 35 partner internazionali, durante un intero anno che si concluderà nel giugno 2017. Il nostro evento itinerante ha il titolo “Under the sign of excellence” ed è stato significativamente aperto ufficialmente dallo stesso Sottosegretario Benedetto Della Vedova durante la sua visita ad Oslo per il VI Congresso Mondiale Contro la Pena di Morte. Il seminario organizzato da noi con l’Università di Oslo, che abbiamo appena menzionato, ne costituisce appunto uno degli eventi più pregnanti. Ne siamo orgogliosi. Altri ne seguiranno.

Quanti italiani sono presenti in Norvegia e che lavoro svolgono nel Paese?

I connazionali in questo Paese hanno ormai superato di molto le 5mila unità. Sono inseriti a tutti i livelli in tutti i gangli della società norvegese, anche se naturalmente la mancata partecipazione della Norvegia all’Unione europea pone taluni limiti. Troviamo connazionali tra docenti universitari; consulenti della Banca centrale di Norvegia; direttori di grandi società italo-norvegesi nel settore dell’energia; imprese attive nella costruzione di infrastrutture decisive per il futuro del Paese come il nuovo lunghissimo tunnel ferroviario alle porte di Oslo; nella gastronomia, con tanti ristoranti di eccellenza; nella musica lirica e strumentale. Ho personalmente redatto una piccola guida a venti pezzetti d’Italia a Oslo, consultabile sul sito dell’Ambasciata. Vi si può vedere come l’influenza del nostro Paese, anche a queste latitudini così lontane dal Mediterraneo, è percepibile praticamente ovunque.

Ci sono italiani che lavorano all’interno della diplomazia norvegese?

La diplomazia è uno dei settori nevralgici della vita di uno stato e quindi è in linea di principio riservata ai cittadini dello Stato stesso. Non vi sono quindi italiani che svolgono funzioni diplomatiche per conto della Norvegia. Tuttavia, Italia e Norvegia condividono la partecipazione a numerosissimi fora internazionali, dalla Nato al Consiglio d’Europa all’Organizzazione per la Cooperazione e Sicurezza in Europa, oltre ad essere entrambi membri dell’area Schengen e dello Spazio Economico Europeo. Ma posso citare anche casi particolari, come la presenza congiunta di entrambi nel Consiglio dell’Organizzazione Marittima Internazionale, in quanto Roma ed Oslo figurano tra i principali Paesi a livello mondiale in termini di proiezione marittima. In tutti questi fora, la collaborazione tra diplomatici italiani e norvegesi è quotidiana ed eccellente. Le relazioni bilaterali poi stanno attraversando un momento straordinario, grazie anche alla visita di Stato compiuta in Italia lo scorso aprile da Re Harald e dalla Regina Sonja.

Che opportunità offre la Norvegia ai giovani italiani che vogliono fare esperienza nel mondo delle organizzazioni non governative, nel sociale e nell'associazionismo teso alla valorizzazione e al monitoraggio dei diritti umani?

La Norvegia è sede di straordinarie Ong, con molte delle quali collaboriamo regolarmente. Ma vi sono anche centri di ricerca e di studio (think tank), anch’essi attivissimi a livello internazionale per la promozione dei diritti umani e particolarmente attenti anche a quanto l’Italia fa e propone al riguardo. Più che a soggiorni in Norvegia presso tali istituzioni, può essere di interesse per i giovani italiani considerare forme di collaborazione in Paesi terzi, sia a titolo individuale che (e questa forse è la strada migliore) attraverso le tante Ong italiane che collaborano sul terreno con le omologhe norvegesi.

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