martedì 19 maggio 2015

Morsi, vescovo copto: «Per la Chiesa non è mai giusta la pena di morte»


Così Anba Kyrillos William, vescovo copto cattolico di Assiut, commenta la condanna capitale dell’ex presidente egiziano. «No alla logica dell’occhio per occhio»

«La Chiesa rispetta l'indipendenza del potere giudiziario, ma ritiene che la vita sia un bene inviolabile in ogni caso, e rimane contraria alla pena di morte». Così Anba Kyrillos William, vescovo copto cattolico di Assiut, commenta con l'agenzia vaticana Fides la condanna a morte dell'ex Presidente egiziano Mohamed Morsi. «Il popolo non ha dimenticato le sofferenze patite quando Morsi era Presidente. Adesso si attende il pronunciamento del Gran Mufti di al Azhar, che il prossimo 2 giugno potrà confermare la sentenza o chiedere che la condanna stabilita sia mutata in altre pene meno gravi, come la detenzione a vita».

Ma il vescovo ricorda anche quanto accaduto in passato: «Quando l'ex Presidente Hosni Mubarak era stato condannato all'ergastolo, i Fratelli Musulmani, allora al potere, chiedevano un nuovo processo perché fosse condannato a morte. Ricordo la moglie di un ministro che era venuta da noi per un incontro, e poi aveva visitato le suore di Madre Teresa e aveva chiesto loro cosa pensavano di quella questione. Loro le parlarono della compassione che suggerisce di accantonare la pena capitale in ogni occasione, e dicendo questo fecero molto arrabbiare la moglie del ministro. Secondo lei, Mubarak doveva pagare con la vita le cose gravi che aveva commesso. In quell'occasione - conclude Anba Kyrillos - ho potuto toccare con mano la differenza tra lo sguardo cristiano, che accoglie i criteri della misericordia e della compassione anche nella prassi giudiziaria, e una mentalità dove vige solo la logica dell'occhio per occhio, dente per dente».

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