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La Terza Commissione dell'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato la risoluzione per la moratoria con 123 voti a favore, quindi con un numero maggiore di consensi rispetto al 2016 che aveva visto nella stessa Commissione 115 voti a favore e nell'Assemblea Generale dello stesso anno 117.
Senza dubbio un segnale positivo verso l’obiettivo dell’abolizione completa della pena capitale nel mondo!
Ci sono tuttavia, nonostante la tendenza abolizionista, segnali preoccupanti in alcuni Paesi per questioni legate al terrorismo e al traffico di droga. Nello specifico, nel 2016 si erano registrati importanti passi in avanti grazie ai primi voti a favore di Malawi, Swaziland, Namibia, Isole Salomone, Sri Lanka e Guinea, ma abbiamo purtroppo assistito anche ai passi indietro fatti da Seychelles, Niger, Filippine e Guinea Equatoriale, i quali si sono astenuti dopo aver precedentemente votato a favore, delle Maldive che sono passate dall’astensione al voto contrario e dal Ruanda, assente dopo avere in precedenza votato a favore.
La risoluzione che chiede una moratoria universale sulla pena di morte è promossa da una coalizione di paesi di tutto il mondo.
La campagna contro la pena di morte è stata tradizionalmente una delle priorità italiane, un contributo significativo è stato dato anche dalle organizzazioni della società civile che, insieme al ministero degli Esteri, fanno parte della Joint Task Force contro la pena di morte: la Comunità di Sant'Egidio, Amnesty International e Nessuno Tocchi Caino, che sono stati i principali promotori della moratoria.
Ecco i voti in commissione 2018 comparati con quelli in commissione e assemblea 2016)
123 a Favore (in commissione 115 - in assemblea generale 117)
36 Contrari (in commissione 38 - in assemblea generale 40)
30 Astenuti (in commissione 31 - in assemblea generale 31)
4 Assenti (in commissione 9 - in assemblea generale 5)